Si è
svolta ieri pomeriggio 3 ottobre presso il Salone dell’ istituto San Vincenzo
de’ Paoli l’assemblea degli aderenti al Movimento ReggioNonTace.
In apertura, Francesco
Tedesco ha presentato la tecnica del “Teatro dell’ oppresso” come strumento per
facilitare la partecipazione e la presa di coscienza dei cittadini.
Quindi un video ha ripercorso le numerose iniziative che
ReggioNonTace ha messo in campo fin dalla proposizione del Patto etico ai
politici durante la campagna elettorale per le amministrative, per
sensibilizzare cittadini e politici circa l’urgenza di fare pulizia all’interno
delle liste elettorali.
Purtroppo il patto è stato disatteso e le conseguenze sono
sotto gli occhi di tutti con il rischio di scioglimento del Consiglio Comunale
per condizionamento della criminalità organizzata.
Su questo punto numerosi sono stati gli interventi da
parte dei presenti che, secondo lo stile del Movimento, si sono potuti
esprimere liberamente alternandosi al microfono.
Molti interventi hanno sottolineato la necessità di fare
chiarezza sulla vicenda del rischio di scioglimento del Consiglio Comunale
rifiutando la contrapposizione tra amici e nemici di Reggio che sta condizionando
il dibattito in città, ma chiedendo con decisione che venga applicata la legge
e, se esiste il condizionamento ‘ndranghetistico, che il Consiglio sia sciolto.
ReggioNonTace non ci sta ad una lettura strumentale della
normativa ed al tentativo di demonizzare l’eventuale scioglimento ma, come
sottolineano altri interventi, questo comporterebbe la nomina di una triade
commissariale che, assumendo i poteri di Sindaco, Giunta e Consiglio,
amministrerebbe la città per 18 mesi.
Dunque Reggio non sarebbe lasciata allo sbando, come si
sente ripetere in questi giorni, ma avrebbe un’amministrazione che agirebbe nel
pieno rispetto della legge e senza condizionamenti da parte della criminalità
organizzata.
Inoltre lo scioglimento non sancisce la mafiosità dei
cittadini, ma gli eventuali condizionamenti e infiltrazioni della ‘ndrangheta
nell’ Amministrazione Comunale.
Altri intervenuti hanno manifestato disagio per i
contenuti del manifesto per la città firmato in questi giorni da circa 500
persone, avanzando dubbi sulla sua spontaneità e forti perplessità per la
presenza delle firme di esponenti di alcune associazioni antimafia e di
rappresentanti degli ordini professionali e delle associazioni di categoria.
A costoro, di fronte al dilagare della ‘ndrangheta, ReggioNonTace
intende chiedere da che parte stanno e
quale ruolo intendono giocare per il bene della città.
Qualcuno ha indicato l’opportunità delle dimissioni di
quanti sono inquisiti ed ancora ricoprono ruoli all’interno degli stessi ordini
ed associazioni.
Un altro coro di indignazione si è levato per il
tentativo di strumentalizzare gli studenti delle scuole che sia sta consumando
in queste ore in città con l’invito rivolto, non si sa bene da parte di chi, ai
ragazzi a disertare le lezioni per protestare contro lo scioglimento del
Comune.
Altri interventi hanno invocato l’urgenza della decisione
da parte del Governo sottolineando che
l’attesa si sta trasformando in alibi per l’inerzia dell’amministrazione
comunale di fronte ai problemi della città.
Ha destato perplessità la dichiarazione del Ministro
Cancellieri sul fatto che deciderà “secondo coscienza” perché Le si chiede
invece di decidere “secondo la legge”.
Non sono mancati forti accenti critici nei confronti del
Sindaco relativamente alla vicenda dell’ assemblea pubblica richiesta da 845
cittadini nel mese di febbraio; infatti a fronte della sentenza del TAR che gli
ingiungeva di convocarla entro il 25 agosto, Arena, non solo non lo ha fatto,
ma ha dichiarato l’intenzione di impugnare la sentenza.
ReggioNonTace ha chiesto al TAR la nomina di un
Commissario ad acta per lo svolgimento dell’assemblea.
Altri interventi hanno richiamato le note vicende
relative al buco di bilancio, al rinvio a giudizio degli ex revisori dei conti
del Comune, ai rilievi della Ragioneria dello Stato e della Corte de Conti,
chiedendo che chi ha usato male il denaro dei cittadini sia chiamato a
risarcirli.
Per tutto questo nel Movimento è netta la consapevolezza
che Reggio non possa essere considerata una città normale, che quanto è già di
evidenza pubblica riveste carattere di gravità, che i tentativi di minimizzare
la portata degli eventi che riguardano l’Amministrazione Comunale vanno
respinti e che sia necessaria una svolta
per una rinascita della città.
Ma a far risorgere Reggio non potranno essere chiamati
quelli che ne hanno determinato lo sfascio.
Il movimento ReggioNonTace
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