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giovedì 4 ottobre 2012

Fortugno: Cassazione annulla ergastolo per Alessandro Marciano' Confermato invece agli altri imputato il carcere a vita

Roma, 4 ott. (TMNews) - Tre ergastoli confermati e uno annullato. È' questa la decisione della Sesta Sezione Penale della Cassazione, che ha confermato, ieri nella tarda serata, il carcere a vita per il mandante del delitto di Francesco Fortugno, il vice presidente del consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Marciano', e per gli esecutori materiali Salvatore Ritorto e Domenico Audino, che uccisero Fortugno in un agguato a Locri il 16 ottobre del 2005 all'interno di palazzo Nieddu, dove erano in corso le elezioni per le primarie del centro sinistra guidato da Romano Prodi. I giudici della sesta sezione penale, hanno annullato con rinvio, invece, l'ergastolo che era stato comminato anche ad Alessandro Marciano', il padre di Giuseppe, considerato, in primo e secondo grado, il deus ex machina del delitto. Secondo i giudici di merito, Giuseppe ed Alessandro Marciano' avrebbero ordinato il delitto per motivi di rancore, provati da Alessandro dipendente dell'ospedale di Locri, verso Fortugno. La 'colpa di Fortugno' sarebbe stata quella di essere stato eletto al posto di un altro candidato, Domenico Crea, sfiorato piu' volte dall'inchiesta, primo dei non eletti, e subentrato in consiglio regionale al posto proprio di Fortugno, prima di essere arrestato per un'altra vicenda. A chiedere l'annullamento con rinvio per Alessandro Marciano' era stato nel corso della mattina Procuratore generale della Cassazione Alfredo Montagna, che nel corso dell'udienza aveva evidenziato come "non c'era la prova certa" che Alessandro Marciano' era uno dei mandanti. In pratica il procuratore aveva fatto notare come le dichiarazioni dei due pentiti, che incastrarono il gruppo di fuoco che agì il 16 ottobre, non erano supportate, per quanto riguarda la posizione di Alessandro Marciano da rilievi obbiettivi a supporto delle dichiarazioni. Quindi la posizione di Alessandro Marciano' tornerà davanti la corte d'assise d'appello di Reggio Calabria, dove si celebrerà un nuovo processo.

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