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venerdì 5 ottobre 2012

Regione: Il Pres. Talarico, Sulla e Dattolo alla festa in onore di Abate a Carfizzi


“La presenza di Carmine Abate a Carfizzi oggi,  nel  suo paese, assume un valore speciale. Il ‘Campiello’ l’ha vinto lui, grazie ai suoi sacrifici ed alla sua tenacia,  ma anche il suo paese e tutta la Calabria.  Ed un valore speciale assume la presenza di tutti noi qui, in questo borgo che sorge una splenda collina, perché si capisce che ciascuno di noi ha piena  consapevolezza dello straordinario successo conseguito da uno scrittore calabrese innamorato della sua terra”.
L’ha detto ieri sera, il presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico che, nonostante i tanti impegni, non ha voluto mancare (accompagnato dal capo di gabinetto dottor Pasquale Crupi)  alla splendida cerimonia - efficacemente studiata fin nei minimi dettagli  dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco  Carmine Maio  -   che  il  piccolo paese della provincia di Crotone  ha organizzato per festeggiare il ritorno dello scrittore  Carmine Abate, vincitore del “Campiello” 2012 con il romanzo  “La collina del vento”. 
Assieme al presidente Talarico,  hanno preso parte alla cerimonia per l’Assemblea legislativa,  il consigliere regionale Francesco Sulla (membro dell’Ufficio di Presidenza) ed il presidente della IV Commissione regionale  Alfonso Dattolo.
“Ciò che più colpisce - ha aggiunto il presidente Talarico -  non è tanto che un calabrese abbia vinto il prestigioso premio, ma che dalle pagine del romanzo traspaia, in maniera evidente, tutto il suo amore per la Calabria e per i valori forti che in questa terra, nonostante cento difficoltà, resistono e possono aiutarci a guardare con più speranza al futuro. La nostra è una terra dalle grandi potenzialità e Abate è uno stimolo formidabile per i giovani che vogliono emergere puntando sul merito ed il talento. Il messaggio che Carmine Abate invia lo dobbiamo accogliere perché è prezioso: la cultura può fare tantissimo per il riscatto della Calabria. Perciò  ringrazio Carmine Abate a nome di tutti. D’altronde,  per la stessa ragione - ha concluso Talarico -  ho voluto tributargli,  l’altro giorno nella Casa dei calabresi che è il Consiglio regionale,  un riconoscimento pubblico  ed una giornata interamente dedicata a lui ed alla sua opera”.  
Per il consigliere regionale Sulla (Pd) “il romanzo di Abate è incontrovertibilmente  un capolavoro. Lo  è per la letteratura italiana ed a maggior ragione per la Calabria. Soprattutto perché parla di noi, essendo ambientato  in questi luoghi  che hanno una lunga storia di contrapposizione sociale e di ingiustizie subite, ma che hanno in sé una forza reattiva che col tempo non ha mai perso vigore. Il fatto che oggi abbiamo uno scrittore come Abate - ha spiegato Sulla -  che racconta la Calabria non enfatizzando gli aspetti positivi o, al contrario, quelli negativi, ma la racconta  nella sua complessità, può aiutare l’Italia a capire meglio questa terra e noi tutti ad osservare   quanto sta accadendo,   senza rassegnazione  ma con l’energia e lo spirito critico  che servono  per ridare alla Calabria una prospettiva dignitosa in un Paese angustiato da decine di problematiche”. 
Per il presidente Dattolo “Abate è un fiore all’occhiello del meglio di questa nostra regione. Con lui,  finalmente,  la Calabria  ha un testimonial di fama internazionale su cui contare,  per essere meglio rappresentata nella cultura  e nella società.  Ciò che apprezzo di  più dell’opera e della vita di Carmine  Abate - ha aggiunto Dattolo -  è che, pur avendo egli  conseguito un successo strepitoso,  non ha mai dimenticato le sue radici. Anzi,  riconosce che la sua forza narrativa deriva proprio dalle sue radici e dalla sua storia, che è una storia di emigrazione, di sofferenze, di  partenze e ritorni.   La sua storia è un esempio su cui riflettere, non solo per le nuove generazioni, ma anche per le classi dirigenti di questa Calabria che ha urgenza di sconfiggere molti luoghi comuni e pregiudizi spesso diffusi ad arte per tenerla ai margini del dibattito pubblico”.

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