Nelle prime ore della mattinata, personale della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Palmi ha tratto in arresto, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria i seguenti soggetti:
Giuseppe Galimi |
-
GALIMI Giuseppe,
nato a Taurianova (RC) in data 04.01.1978, residente a Palmi, in Contrada San Filippo 76;
Antonio Galimi |
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GALIMI Antonio,
nato a Oppido Mamertina (RC) il 22.05.1982, residente a Palmi, in Contrada San
Filippo 76.
I due GALIMI sono ritenuti responsabili del reato di
intestazione fittizia di beni di cui all’art. 12 quinquies Legge n. 356 del
1992 aggravato dall’art. 7 Legge n. 203 del 1991, “perché, in concorso tra loro, al fine di eludere le disposizioni di
legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, GALIMI Vincenzo, per il
tramite e con il contributo causale e consapevole di GALIMI Antonio, GALIMI
Giuseppe e GALIMI Pasquale, attribuiva fittiziamente a questi ultimi la
titolarità formale della “A.G.G. Costruzioni s.r.l.”, impresa edile con sede
legale in Palmi alla Via Cilea nr. 56, essendone, in realtà, GALIMI Vincenzo il
reale titolare, mentre GALIMI Antonio, GALIMI Giuseppe e GALIMI Pasquale espletavano
all’interno della stessa le mansioni di autisti e/o operai”, con l’aggravante
di “aver agito con la finalità di
agevolare l’attività della consorteria mafiosa denominata cosca GALLICO”. Con recidiva reiterata e infraquiquennale
per GALIMI Giuseppe
Fatto commesso in Reggio Calabria il
10.02.05 (data di iscrizione nel registro delle imprese)
Entrambi gli arrestati sono figli di GALIMI Vincenzo
nato a Seminara (RC) in data 26.10.1951, in atto latitante, dal 8 giugno 2010, poiché
sfuggito all’arresto per il reato di associazione per delinquere di stampo
mafioso ed intestazione fittizia di beni (e attualmente imputato nel processo
che si sta celebrando davanti alla Corte d’Assise di Palmi).
La presente vicenda cautelare trae origine dagli esiti
di una articolata e minuziosa attività d’indagine eseguita dalla Sezione
Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal
Commissariato di Palmi, avente ad oggetto:
1)
le infiltrazioni
mafiose negli appalti relativi ai lavori di ammodernamento dell’autostrada, con
particolare riferimento al c.d. V macrolotto, ricompreso tra lo svincolo di
Gioia Tauro (escluso) e lo svincolo di Scilla (escluso), affidati al c.d. “Consorzio Scilla”, formato da Condotte S.p.A. e Impregilo S.p.A., società consortile costituita in data 22
Settembre 2004, che poi provvedeva a subappaltare ad imprese locali i singoli
tratti;
2)
la ‘ndrina GALLICO, cosca storicamente
operante nella città di Palmi;
3)
la ‘ndrina BRUZZISE, altra storica
consorteria, operante nella frazione Barritteri di Seminara, federata alla
cosca PARRELLO di Palmi;
4)
la c.d. “Faida di Barritteri”, nel corso della
quale dal gennaio 2004 al febbraio 2008 si registravano sette omicidi e un
tentato omicidio.
I temi sopra indicati, strettamente legati fra loro,
sono sfociati nel procedimento penale denominato “Cosa Mia”, nel cui ambito, in data 25 maggio 2010, sono state
emesse dal G.i.p. presso il Tribunale su richiesta del Procuratore della
Repubblica Aggiunto Dott. Michele PRESTIPINO GIARRITTA e dei Sostituti
Procuratori D.D.A. Dott. Giovanni MUSARO’ e Dr. Roberto Placido di PALMA nr. 52
misure coercitive personali e reali nei confronti di indagati responsabili di
aver commesso gravissimi delitti di
criminalità organizzata.
L’indagine “Cosa Mia”, aveva documentato come la cosca GALLICO si
servisse di alcuni “imprenditori di
riferimento”, fra cui GALIMI Vincenzo, per accaparrarsi sub-appalti
nell’ambito dei lavori di ammodernamento dell’autostrada A/3 Salerno Reggio
Calabria, nel tratto compreso tra gli svincoli di Gioia Tauro e Scilla, fatti
per i quali il G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria aveva disposto il
contestuale sequestro preventivo dell’intero patrimonio delle imprese
individuali riferibili agli indagati GRAMUGLIA Matteo, GRAMUGLIA Vincenzo, FICARRA
Roberto, GALIMI Pasquale e GALIMI Vincenzo, quest’ultimo riconosciuto titolare di
fatto della “ditta individuale GALIMI
Giuseppe”.
Successivamente, in data 26 maggio 2011, personale della
Squadra Mobile aveva eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei
confronti del predetto latitante GALIMI Vincenzo ritenuto responsabile del
reato di intestazione fittizia dei beni con l’aggravante di aver favorito la
cosca mafiosa di appartenenza, e nei confronti del solo GALIMI Giuseppe, per il
reato di detenzione illecita di arma comune da sparo.
Secondo quanto emerso dalle attività della Polizia di
Stato, successivamente all’Operazione “Cosa
Mia” anche la società “A.G.G.
Costruzioni S.r.l.” con sede in Palmi alla via Cilea, nr. 56 che - benché
formalmente intestata ai figli Giuseppe ed Antonio - era, in realtà, gestita
occultamente dal latitante GALIMI Vincenzo cl. 51, motivo per cui era stata
sottoposta, in quella sede, a sequestro preventivo, ai sensi dell’art. 321 e
ss. c.p.p.
Veniva accertato, infatti, che la ditta “A.G.G. Costruzioni S.r.l.”, utilizzando
metodologie tipicamente mafiose si era affermata nel comprensorio palmese quale
ditta di riferimento della consorteria dei GALLICO, ottenendo, di conseguenza, l’assegnazione
di numerosi appalti di opere pubbliche realizzate dal comune di Palmi.
In tale contesto, tuttavia, il G.I.P. presso il
Tribunale aveva ritenuto non sussistenti le esigenze di custodia cautelare per
gli odierni arrestati GALIMI Giuseppe cl. 78 e GALIMI Antonio cl. 82, già ritenuti
responsabili del reato di intestazione fittizia di beni aggravata dall’art. 7 L . 203, determinando i
magistrati della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a presentare appello
al Tribunale della Libertà nei confronti del predetto provvedimento di rigetto.
Con ordinanza del 3.10.11 il Tribunale della Libertà accoglieva l’appello del
P.M.. Tale ordinanza è divenuta in data 18.09.12, quando la Corte di Cassazione
ha rigettato il ricorso proposto dalla difesa dei GALIMI.
In definitiva, l’esecuzione dell’odierno provvedimento
cautelare testimonia, in modo tangibile, l’attenzione istituzionale riservata
al contrasto delle proiezioni delle cosche della ‘ndrangheta nel settore
dell’economia “legale” e del
riciclaggio e reimpiego degli illeciti proventi accumulati dai GALLICO,
attraverso i suoi “prestanome”.
Dopo le formalità di rito e la notifica del
provvedimento cautelare, GALIMI Giuseppe cl. 78 e GALIMI Antonio cl. 82 sono
stati associati presso la
casa Circondariale di Palmi, a disposizione dell’Autorità
giudiziaria.
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