L’arte sacra che rinasce dalle rovine di un terremoto è
sempre un piccolo miracolo cui l’umanità guarda con gratitudine. La Cattedrale
di Noto o la Chiesa di San Giuseppe a L’Aquila sono due fra i casi più famosi
di ricostruzioni dopo imponenti devastazioni. Ma in che modo gli artisti
contemporanei riescono a misurarsi con il peso della storia, l’interpretazione
religiosa, il prestigio di chi li aveva preceduti? Ed attraverso quali percorsi
riescono a sanare le ferite inflitte a muri ed opere da un violento sisma?
A queste domande si propone di rispondere la Mostra che
sarà inaugurata la prossima settimana al Museo dei Brettii e degli Enotri.
Dopo aver ospitato sette anni fa l’ importante esposizione
“Da Picasso a Warhol, opere dalla collezione Bilotti” dedicata ai più grandi
pittori del ‘900, il Complesso monumentale di S. Agostino accoglie ora gli artisti che hanno aperto il XXI
secolo facendo rivivere antiche basiliche ricostruite dopo disastrosi terremoti.
La Mostra “Il Divino nell’arte contemporanea” sarà
inaugurata giovedì 27 settembre alle ore
17 con la partecipazione del noto critico Vittorio Sgarbi che al tema ha
recentemente dedicato un libro, “L’ombra del Divino nell’arte contemporanea”,
che verrà presentato nell’occasione.
“La mostra e la presentazione del libro – dice
l’Assessore alla Comunicazione Rosaria Succurro- sono state pensate insieme per
dare visibilità ad un fenomeno crescente nel panorama dell’arte contemporanea
in Italia, quello di un numero sempre maggiore di artisti di qualità che
praticano un’arte figurativa aperta alle istanze umanistiche e del Sacro.”
L’evento è curato da Roberto Bilotti, con la collaborazione di Giovanni Intra
Sidola.
Tre gli espositori cosentini:
Maurizio Orrico, Adele Ceraudo (di cui
Sgarbi pubblica due opere nel suo libro) e Niccolò De Napoli, che hanno
partecipato all’ultima edizione della Biennale di Venezia, curata da Vittorio
Sgarbi.
La Mostra
resterà aperta fino al 14 ottobre.
Gli orari: da martedì a venerdì dalle 9 alle 13 e dalle
16.30 alle 19.30
Sabato e domenica: dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle
19.30
Dal 1 ottobre
l’orario pomeridiano viene anticipato di un’ora: dalle 15,30 alle 18,30.
Il Museo resta chiuso di lunedì.
GLI ORGANI
D’INFORMAZIONE SONO INVITATI
Altre informazioni
Agli
artisti che hanno partecipato alla ricostruzione della cattedrale di Noto e
alla Chiesa di san Giuseppe a L’Aquila, sono stati affiancati artisti che hanno
partecipato alle ultime edizioni della Biennale di Venezia e alcuni vincitori
(Andrea Mariconti – 1° premio e Riccardo Ajossa – 2° ex aequo) e finalisti
(Marco Intra Sidola e Arrigo Musti), premiati al Palazzo di Vetro dell’ONU a
New York, del Concorso Mondiale di Arte Contemporanea indetto dalla Cattedra
UNESCO di Bioetica e Diritti Umani sul tema della vulnerabilità umana, che ha
avuto come curatore per l’Italia Giovanni Intra Sidola e ha contato fra i
membri della giuria internazionale Fabio De Chirico, Soprintendente per i Beni
Storici, artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria, con l'interim della
Calabria, e Roberto Bilotti, membro del Gruppo di Lavoro del MiBAC per lo
sviluppo di progetti culturali, componente del Comitato Scientifico del Museo
Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese e socio onorario della Fondazione
Sgarbi.
Roberto Bilotti così illustra l’iniziativa: “Recentemente la Fondazione Roma (a
L’Aquila) e la Fondazione Mediterraneo (a Noto), protagoniste dell’attuale
mecenatismo nazionale, hanno rilanciato il grande tema della committenza
religiosa nei luoghi di culto con giovani artisti, di straordinaria capacità
tecnica ed interpretativa, che oggi espongono a Cosenza. Essi hanno dovuto
rapportarsi con una complessa totalità composta da architettura, religione e
storia, facendo combaciare tutti questi aspetti. In alcuni casi hanno avuto
libertà d’invenzione, in altri, una committenza fortemente pilotata. Questi
artisti hanno saputo restituire equilibrio spirituale agli antichi luoghi di
culto riattualizzandone la memoria, si sono saputi inserire in una storia
interpretandola e continuandola. Per la ricostruita Cattedrale di Noto, gli
interventi di pittura sono stati affidati a Roberto Ferri (Via Crucis) e
Francesco Mori (vetrate); gli interventi di scultura a Giuseppe Ducrot (altare
e ambone). Ducrot ha anche realizzato la monumentale statua di S. Benedetto per
la ricostruita abbazia di Montecassino, la statua di S. Annibale per la
basilica di San Pietro in Vaticano e il S. Giovanni Battista in S. Maria degli
Angeli. La prima chiesa recuperata del centro storico de L’Aquila è San
Giuseppe (attualmente sostituisce la vicina cattedrale per le funzioni
liturgiche) dove sono state appena collocate le pale d’altare di Giovanni
Gasparro.
Cosenza
ha riscoperto la committenza religiosa contemporanea con la cattedra vescovile
di Maurizio Orrico (2011) nell’abside del Duomo recentemente restaurata. Già
nel Novecento alcuni artisti presenti a Cosenza nel MAB, come Manzù e Greco,
avevano realizzato importanti committenze di tema sacro come, rispettivamente,
la Porta della Morte e il monumento a Giovanni XXIII nella Basilica di San
Pietro in Vaticano (1964), e le porte della Cattedrale di Orvieto (1964).”
Il Libro di Vittorio Sgarbi
Sull’argomento
del Divino come fonte di ispirazione per l’arte contemporanea si interroga
anche Vittorio Sgarbi nel suo nuovo libro: in che modo gli artisti
contemporanei percepiscono il rapporto con il Divino? Da dove nasce la
difficoltà di rappresentare oggi i temi della Cristianità, che per secoli sono
stati la prima fonte di ispirazione artistica? Vittorio Sgarbi indaga con
occhio critico alcune prove realizzate da architetti, pittori e scultori,
mettendone in luce limiti e slanci per scoprire che “L’ombra del Divino” è la
condizione in cui gli artisti si muovono quando si confrontano con il Sacro. La
decorazione per la Cattedrale di Noto, ricostruita dopo il crollo del 1996, ha
rappresentato l’occasione per tornare a parlare di arte sacra in un’epoca che
sembra aver rinunciato al cielo. Ricordando la condizione privilegiata dell’artista,
l’autore suggerisce la strada per ripensare al Divino come impulso vitale per
l’arte contemporanea, punto di partenza e suo compimento.
Questi gli artisti in mostra: Riccardo Ajossa,
Alessandro Bazan, Carmelo Carollo, Adele Ceraudo, Giorgio Dante, Niccolò De
Napoli, Gabriele d’Acquisto, Teresa Emanuele, Roberto Ferri, Gabriele Grones,
Marco Intra Sidola, Cecilia Luci, Andrea Mariconti, Andrea Mineo, Francesco
Mori, Arrigo Musti, Maurizio Orrico, Justin Peyser, Pietro Palummieri, Eliana
Petrizzi, Nicola Pucci, Giacomo Rizzo, Giacomo Rizzo, Pietro Ruffo, Adriano
Saccuto, Piera Scognamiglio, Maurizio Scianna, Giuseppe Spinelli, Croce
Taravella, Tommaso Spazzini Tindar (le opere provengono in parte dalla
collezione Bilotti).
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi commentare questa notizia.