Prestazione sconfortante per la Reggina contro una formazione, lo Spezia, che proveniva da 3 sconfitte consecutive. Non una trama lineare, nessuna organizzazione ma piuttosto approssimazione. "Palla avanti e pedalare" o "Viva il parroco" sono i due schemi preferiti dagli uomini di Dionigi. Precisiamo: non crediamo che le responsabilità siano da scaricare sulle spalle del Re Davide amaranto. Gli uomini a sua disposizione sono poca cosa. A centrocampo c'è volontà ma zero tecnica, la difesa, mai compatta, è quasi totalmente incapace di far ripartire l'azione, e tra i pali un portiere farfallino che spesso perde per strada il pallone. L'attacco? Ceravolo avrebbe anche spunti per far male ma è spesso evanescente e spreca occasioni importanti, peraltro costruite da lui, intestardendosi in inutili azioni personali.
Gli altri attaccanti sembrano acerbi o inadeguati e non crediamo che il solo Campagnacci, non certo un bomber, possa risolvere il problema del gol dei reggini.
Per il resto, la squadra manca di mordente, di idee, di compattezza. E la rosa allestita dal presidente Foti sarebbe da play-off, sì, ma in Lega Pro! Purtroppo il mercato di riparazione (e sul quale non faremmo molto affidamento) è lontano 100 giorni, non vorremmo che i rinforzi risultassero tardivi.
Oggi è bastato uno Spezia voglioso e con degli avanti di qualità (l'ex Di Gennaro, Antenucci e il giustiziere Sansovini) per mettere in difficoltà la Reggina. E il gol è la dimostrazione dell'inadeguatezza amaranto: Sansovini gira di testa un corner di Di Gennaro sotto gli occhi di ben 4 reggini che si sono limitati ad osservare l'unico avversario in zona insaccare il definitivo 1-0.
Novara e Livorno, i prossimi impegni, entrambi casalinghi, potrebbero dare il colpo di grazia a una squadra senza capo né coda. Assisteremo, di certo, all'allontanamento di Dionigi, sostituito da un jolly che magie non farà e che, dopo 7-8 partite, verrà richiamato per salvare il salvabile. Un balletto al quale troppe volte, dalla discesa in B, abbiamo tristemente assistito.
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