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sabato 29 settembre 2012

ADICO: le news


REGIONI, SUBITO TAGLI A STIPENDI. CHIESTO UN DECRETO PER LA RIFORMA


27 settembre 2012
I governatori delle Regioni, sotto accusa da giorni dopo il ‘caso Lazio’, hanno deciso di anticipare le mosse del governo, che già ventilava provvedimenti per tagliare le loro spese, con una proposta choc; via un terzo dei consiglieri regionali in tutta Italia, circa 300. Poi indennità ridotte e più controlli. Per fare presto i governatori chiedono all’esecutivo di agire per decreto. Questo il fulcro del documento, approvato dalla Conferenza delle Regioni all’unanimità e illustrato nel pomeriggio di ieri prima al capo dello Stato e poi al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, che verrà presentato al Governo dalla Conferenza delle Regioni. A chi domanda perché è stato necessario aspettare lo scandalo Lazio per ridurre le spese, il presidente della Conferenza, Vasco Errani, ha ribattuto che “molte regioni hanno avviato il processo di riduzione dei costi, ma ora è il momento, senza se e senza ma, di arrivare a una iniziativa tutti insieme per la qualità delle istituzioni. Noi- precisa- chiediamo il decreto per accelerare i tempi e sanzioni per chi non applica le nuove regole”.
Riduzione stipendi presidenti e consiglieri. Nella proposta delle Regioni al governo c’è la riduzione “da subito” degli stipendi dei presidenti, assessori e consiglieri regionali, ha riferito Vasco Errani al termine della riunione della Conferenza delle regioni sui costi della politica. Nel decreto che i governatori chiedono al governo c’è spiega il presidente della Conferenza la “riduzione parametrata degli emolumenti dei consiglieri, del presidente e degli assessori”.
Formigoni: “Si fa sul serio”. “Noi questi tagli li vogliamo realizzare, nelle Regioni a statuto ordinario e in quelle a statuto speciale, i cui statuti dovranno essere modificati dal Parlamento”, ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenuto in conferenza stampa, a Roma, al termine della Conferenza delle Regioni sui tagli dei costi della politica regionale. “Il fatto che vengano previste sanzioni per chi non si adegua – prosegue Formigoni – è la prova che si fa sul serio. Le Regioni sono un vantaggio per il Paese quando funzionano bene”.
Massimo accordo. ”L’accordo tra le Regioni è massimo perché indennità, numero dei consiglieri, costo dei gruppi e della politica, benefit, sperequazioni tra ruoli istituzionali siano eliminati o riparametrati ad un costo standard definito dai comportamenti e dalle regole più virtuose, come era stato indicato nei giorni scorsi dalle Regioni con i migliori indicatori”, ha detto il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, a margine della Conferenza delle Regioni.
Le altre misure. Le Regioni si impegnano anche a ridurre i costi dei gruppi, a diminuire il numero delle commissioni e ad attuare maggiore “trasparenza” nel controllo delle spese. Promettono di dare attuazione alla legge 138 del 2011 che tagliava consiglieri e assessori dalla prossima legislatura (fatte salve le Regioni si sono già allineate).
Spese dei gruppi. La proposta è di “limitarle e uniformarle”, sottolinea Errani, “eliminando ogni benefit e limitandole alle sole funzioni istituzionali, sottoponendole alla Corte dei Corti e garantendo trasparenza”.
Gruppi. Stop alla creazione di gruppi che non siano collegati alle liste elettorale che abbiano eletto propri rappresentanti in assemblea.
Commissioni. Le Regioni mettono un limite alla proliferazione delle commissioni: arriva un tetto che va da minimo di 4 a massimo di 8 organismi in base al numero dei consiglieri regionali.
Sanzioni. Chi non si adeguerà alla riforma dei costi avrà sanzioni che potranno concretizzarsi in riduzioni dei trasferimenti statali.
Tutti uguali. Le nuove regole, sottolineano i presidenti, saranno “uniformi” perché l’obiettivo è una “omogenizzazione” sul territorio dei costi della politica regionale. Perché questa ‘dieta’ si applichi anche alle Regioni a statuto speciale la conferenza invita il Parlamento a cambiare gli statuti delle Regioni speciali.
Fonte:repubblica.it

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