Continua
il viaggio nella conoscenza dell’arte della “Trend Line Gallery” di Corso
Telesio, nel centro storico di Cosenza. Dopo Salvador Gaudenti che ha aperto il
secondo ciclo del programma artistico della galleria d’arte, è la volta di
Diego Minuti con la sua personale “Metamorphosis” curata da Dora Marano.
L’appuntamento
con il vernissage della mostra è per sabato 29 settembre, alle ore 19,00, alla
presenza dell’artista. Interverrà il Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto.
L’iniziativa, patrocinata dall’Amministrazione
comunale, si inquadra negli eventi di arte contemporanea programmati
all’interno dei Temporary stores.
La mostra di Minuti resterà aperta fino
al 19 ottobre prossimo.
«L’angustia dell’uomo, sommesso alle paure e alle
convenzioni sociali, risulta essere un tema estremamente attuale- commenta
Giulia Fresca che presenterà l’opera di Diego Minuti- La metamorfosi non
diventa altro che la metafora della trasformazione, del cambiamento dell’uomo
in continua lotta con se stesso, pronto a ribellarsi alla società, ma, senza
sapere come, vedersi soccombere alle sue regole, rimanendo rinchiuso tra la
depressione e la psicosi. Rabbia, angoscia, ma soprattutto desiderio di
trasformazione contro cui si scontra e si confronta l’uomo contemporaneo. Il
desiderio di uscire fuori dagli schemi, dai luoghi comuni, dalla quotidianità,
ma allo stesso tempo la paura a ribellarsi, a dare voce alle proprie parole.
Come se fossimo di fronte a un mondo senza via d’uscita. In fondo le stesse
problematiche di oggi, in cui é ancora più profonda la mutilazione della
propria individualità. L’uomo rappresentato da Minuti non é altro che uno di
noi. Una persona normale che in un momento della sua vita decide di fare i
conti con la realtà. Nel momento in cui ci sentiamo esclusi, differenti e,
soprattutto, impotenti. Un “Gregor” di Kafka, che molto spesso si lascia
opprimere dalle regole a scapito della propria volontà. Non ci sono colpevoli
se non una presa di coscienza della propria volontà della trasformazione,
perché la possibilità di esclusione, esterna o interna, può essere presente
nella struttura di qualsiasi società. La “Metamorphosis” non é altro che una
riflessione sulla condizione dell’uomo in quanto individuo e, come Gregor
Samsa, viviamo sommessi nell’orrore, nella paura, nel terrore di potere essere
differenti. Che é invece ciò che ci rende unici gli uni dagli altri. Vivendo in
un’epoca in cui a farla da padrone sono il benessere, il consumismo e il
capitalismo, l’uomo perde a poco a poco la propria individualità. E la malattia
del XXI secolo diventa quella della mente: frastorni, schizofrenia, ansie,
depressione che sembrano sempre più espandersi nel mondo occidentale. Tanto
varrebbe, a questo punto, trasformarsi in animali. Il nuovo Gregor, però, mette
in evidenza che può esserci una via d’uscita, sempre e quando sia volontaria.
Chiudersi volontariamente all’intorno per non lasciarsi sopraffare dalla
superficialità dell’esterno».
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