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domenica 30 settembre 2012

Mimma Sprizzi, resp. Giustizia SEL “NO alla chiusura del carcere di Laureana!”


Apprendiamo con preoccupazione della "tragica" chiusura del carcere a custodia attenuata di Laureana di Borrello. Un carcere quello di Laureana che "ospitava" giovani detenuti per cui il percorso di riabilitazione era possibile vissuto e praticato, come non avviene purtroppo, e sempre meno, nel nostro Paese e meno che mai negli Istituti di pena Calabresi. La situazione delle carceri è un dramma nel dramma: viviamo in una regione in cui, sono i numeri a fare paura, è una vera e propria emergenza nazionale che non risparmia la nostra regione: i dati confermano infatti che, in Italia vi sono 66.200 detenuti per 45.750 posti, con Friuli, Lombardia, Liguria, Marche, Puglia, Valle d'Aosta e Veneto che continuano a superare qualsiasi capienza tollerabile (1 detenuto in più ogni 2) e, nella nostra Calabria, in Campania, Emilia Romagna, Piemonte, Sicilia, Toscana, si registra il 40% in più di presenze detentive rispetto ai posti disponibili. E poi ci sono i suicidi, dei detenuti soprattutto, ma anche degli agenti di Polizia Penitenziaria. Qualche mese fa, a Rossano un assistente capo della polizia penitenziaria si e’ suicidato nella caserma del carcere utilizzando la pistola d’ordinanza. E qualche tempo prima nello stesso carcere calabrese un altro agente della Polizia era salito sul tetto per protestare contro l'amministrazione penitenziaria. La notizia di oggi non fa che confermare la difficile situazione del sistema penitenziario nella nostra regione, legata alla patologica carenza di organico dove si vivono oltre i pesanti problemi di sovraffollamento, anche quelli legati ad una gravissima situazione di organico che stanno minando il regolare servizio; ci sono carceri in cui gli agenti di polizia penitenziaria non fruiscono del previsto riposo settimanale, e il personale è  costretto oramai da troppo tempo ad effettuare circa 50 ore di straordinario mensile per sopperire alle serie carenze di organico. In questo quadro il carcere a custodia attenuata di Laureana di Borrello rappresentava l'esempio che un altro carcere è possibile, che il carcere può davvero essere un luogo di reinserimento e di conoscenza e pratica di percorsi alternativi alla illegalità, fatti di lavoro formazione e conoscenze. La chiusura per presunti problemi di organico rappresenta una beffa, un ingiustizia  e un fallimento del nostro sistema delle regole! Nella nostra Regione dove la legalità ed il rispetto delle regole deve valere per tutti prima di tutto,  si vive l'ennesimo paradosso.  Oggi vogliamo affermare il nostro deciso no alla chiusura del carcere di Laureana, raro esempio di rispetto del dettato costituzionale, che all'articolo 27 prevede che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Prevedere percorsi di reinserimento, offrire alternative di vita e di modelli possibili alla illegalita, è questa la missione che gli istituti di pena nel nostro ordinamento giuridico dovrebbero perseguire, pensare di chiudere un carcere che era faro e modello per l'intero sistema penitenziario italina, è gravissimo, per i diritti delle persone detenute e per tutti quelli che affermano la legalità come valore assoluto, come l'unico capace di ridare dignità ad una terra devastata da sistemi corrotti e illegali. Ma ancora una volta, nella pratica delle cose ciò che dobbiamo registrare è un vero e proprio tradimento dei  valori Costituzionali. Valori che come partito non rinunciamo a rivendicare e a difendere.

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