Reggio Calabria, 15 mag. - (Adnkronos) - Lo aveva gia' riferito
in altri processi e nei verbali, e lo ha confermato oggi nell'udienza
del processo nei confronti dei presunti affiliati alla cosca Lo
Giudice che si sta celebrando a Reggio Calabria. Secondo il
collaboratore di giustizia Consolato Villani, la bomba alla procura
generale di Reggio Calabria del 3 gennaio 2010 sarebbe stata piazzata
da Antonio Cortese, considerato l'esperto di armi ed esplosivi della
cosca, e dallo stesso Antonino Lo Giudice, che si e' assunto la
paternita' dell'attentato e anche lui a sua volta collaboratore di
giustizia. Per i fatti del 3 gennaio 2010 il processo iniziera' a
giugno a Catanzaro.
Secondo i magistrati del capoluogo di regione, ad accompagnare
Cortese sullo scooter c'era Vincenzo Puntorieri, imputato nel processo
a Catanzaro. Villani sostiene invece che il conducente del mezzo a due
ruote era lo stesso Antonino Lo Giudice travestito con una parrucca.
"Li riconosco dai movimenti, spesso in passato ho commesso attentati
dinamitardi agli esercizi commerciali a Reggio Calabria per conto dei
Lo Giudice", ha spiegato in aula bunker Consolato Villani che e'
cugino di primo grado di Antonino Lo Giudice. Lui stesso ha affermato
di avere "due parrucche a casa perche' le usavamo per piazzare le
bombe".
Rispondendo alle domande del pm Beatrice Ronchi, il
collaboratore di giustizia Villani ha confermato l'ampia
disponibilita' della cosca di armi in generale, dall'esplosivo ai
kalashnikov. Gli imputati del processo che si sta tenendo a Reggio
Calabria sono 12, tra questi compare anche Luciano Lo Giudice,
fratello del collaboratore di giustizia Antonino Lo Giudice e anima
economica della cosca. Di lui Villani oggi ha detto che "non aveva una
caratura criminale importante, ma sapeva come fare soldi".
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