TENTATO FURTO IN NEGOZIO,ARRESTI A REGGIO CALABRIA
(AGI) - Reggio Calabria, 18 mag. - Gli agenti della squadra
volante della questura di Reggio Calabria hanno arrestato tre
cittadini romeni, due uomini e una donna, per tentato furto
aggravato ai danni di un negozio di acconciature. E' accaduto
la scorsa notte in via Monsignor De Lorenzo, quando al
passaggio della volante di zona, gli agenti hanno notato tre
persone che si aggiravano con fare sospetto in un vicolo nei
pressi del negozio "Seby Accademy". A seguito di un controllo,
a pochi metri di distanza gli agenti hanno rinvenuto un borsone
aperto, con un assortimento di utensili idonei allo scasso, e
hanno inoltre constatato l'effrazione degli ingressi
dell'esercizio commerciale. I tre sono stati quindi
accompagnati in questura e dichiarati in arresto per tentato
furto aggravato in concorso.
UNIVERSITA' CALABRIA: VERSO CHIUSURA INCHIESTA SU FALSI ESAMI
(AGI) - Cosenza, 18 mag. - E' giunta agli sgoccioli l'inchiesta
della procura della Repubblica di Cosenza sul presunto giro di
falsi esami nella facolta' di Lettere e filosofia
dell'Universita' della Calabria. Il sostituto procuratore
titolare del fascicolo, Antonio Tridico, nei prossimi giorni
dovrebbe chiudere le indagini preliminari con la notifica del
provvedimento a un'ottantina di indagati, tra cui pare
figureranno anche nomi eccellenti a vario titolo accusati di
truffa e falso. L'indagine mosse i primi passi nella
primavera dell'anno passato, quando il rettore dell'ateneo
cosentino, Giovanni Latorre, presento' una denuncia dopo la
scoperta di alcune irregolarita' riguardanti gli esami
sostenuti da una studentessa prossima alla laurea. In base a
quanto trapelato il raggiro garantiva il superamento di
numerosi esami, e ad alcuni studenti piu' "furbi" di altri
avrebbe permesso addirittura di raggiungere la laurea senza
sostenere realmente alcun esame.
'NDRANGHETA:ZIO PENTITA PESCE, A MIA NIPOTE SERVE PSICHIATRA
RIGETTATE ECCEZIONI DIFENSIVE SU TESIMONIANZA COLLABRATRICE
(ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 18 MAG - ''Da lunedi' che
inizierete a sentire mia nipote vi consiglio di munirvi di uno
psichiatra. Si, perche' a mia nipote serve lo psichiatra''. E'
quanto ha detto Giuseppe Ferraro, zio della collaboratrice di
giustizia Giuseppina Pesce, figlia del boss dell'omonima cosca
di Rosarno, Salvatore.
Ferraro, che e' detenuto al regime del 41 bis, ha preso la
parola in videoconferenza per fare dichiarazioni spontanee nel
corso del processo nei confronti di presunti capi e gregari
della cosca che si sta svolgendo nel tribunale di Palmi.
Il riferimento fatto da Ferraro e' all'interrogatorio di
Giuseppina Pesce, previsto nell'ambito del processo, che si
svolgera' dal 21 al 26 maggio nell'aula bunker del carcere
romano di Rebibbia.
Dopo avere fatto riferimento alla deposizione della nipote,
Ferraro ha aggiunto che ''tanto lo sappiamo benissimo che siamo
in uno stato di polizia e che questo non e' un processo
giusto''. Mentre il detenuto stava proseguendo il suo intervento
il tribunale, visto il contenuto delle dichiarazioni, ha deciso
di togliergli la parola.
Il processo e' poi continuato con una raffica di eccezioni
difensive circa l'ammissibilita' della testimonianza di
Giuseppina Pesce e sulla nullita' degli interrogatori resi dalla
collaboratrice di giustizia nel corso delle indagini
preliminari. Dopo alcune ore di camera di consiglio i giudici
hanno rigettato tutte le eccezioni.
Il processo e' stato poi aggiornato a lunedi' mattina quando
iniziera' l'interrogatorio di Giuseppina Pesce.
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