Per
sua stessa ammissione non ama le poesie che ha scritto in passato e con le
quali lo scorso anno ha comunque concorso al Premio Mario Luzi, nella sezione
inediti.
A
febbraio di quest’anno ha scritto il suo primo romanzo, “I giochi dei castelli
di carta”, pubblicato nello scorso mese
di febbraio dall’editore calabrese “La Dea” e presentato a fine marzo a
Cosenza. E’ la prima vera creatura letteraria di Antonella Bevilacqua, giovane
scrittrice cosentina - una laurea in lettere classiche - che in mezzo ai libri vive tutti i giorni per
il fatto di lavorare come bibliotecaria all’Università della Calabria.
Del
libro di Antonella Bevilacqua si è accorta la Commissione cultura di Palazzo
dei Bruzi, presieduta dal Consigliere comunale Claudio Nigro che ha ospitato la
scrittrice in Comune, nell’ambito della rassegna dedicata ai giovani autori
cosentini, inaugurata ufficialmente nell’ottobre dello scorso anno.
“I
giochi dei castelli di carta” , influenzato per certi versi da “Donne che amano
troppo”, scritto negli anni ’70 dalla psicologa americana Robin Norwood, racconta la storia di Sveva, la giovane donna
protagonista del romanzo, dal carattere forte e coraggioso, ma che diventa preda di insospettabili fragilità
quando si trova a dover fare i conti con il suo bizzarro destino. Sospesa tra
tre distinte relazioni, quella con un fidanzato storico affetto dalla sindrome
di Peter Pan e che non le riserva alcuna attenzione, quella con un uomo maturo
che diventa il confidente dei suoi tormenti e la terza con un giovane che la fa
sentire finalmente donna, Sveva alla fine ha un moto di ribellione dal quale i
tre uomini della sua vita escono piuttosto malconci.
L’incontro
di Antonella Bevilacqua in Commissione cultura è stato introdotto dal
Presidente Claudio Nigro che ha avuto parole di apprezzamento per il romanzo
della giovane scrittrice. E’ seguito il contributo del consigliere relatore
Mimmo Frammartino.
“Da
quando abbiamo varato l’iniziativa dedicata ai giovani autori – ha detto
Frammartino nel corso dell’incontro - abbiamo inteso assolvere, come
commissione cultura, ad un compito e una
funzione precisi: quelli di stimolare e incentivare la lettura, ma anche la
scrittura. Il libro di Antonella Bevilacqua narra di amori sospesi. Si legge
tutto d’un fiato, descrive alcuni dei luoghi più significativi della nostra provincia come Diamante e Cirella.
Sono delle belle pennellate che danno il senso di un affresco ben tratteggiato.
Si vede che Antonella Bevilacqua ci sa fare con la penna.”
Anche
il consigliere Maria Lucente, Vicepresidente della Commissione cultura, si è
detta molto incuriosita dal libro della Bevilacqua
“Già
dalla prefazione – ha affermato la Lucente - il libro fa scattare la voglia di
leggerlo. Nel descrivere un intenso gioco di amori e di rapporti
interpersonali, stimola un lavoro di introspezione molto profondo. Per essere
così intenso e per calarsi perfettamente in una realtà soggettiva, sia
femminile che maschile, dimostra che
l’autrice ci ha messo l’anima.”
Alle
domande dei componenti la commissione ha risposto l’autrice.
“Il
libro è nato per gioco – ha spiegato Antonella Bevilacqua - per la voglia di
scrivere dopo un incidente che mi è occorso nel novembre dello scorso anno e
che mi ha bloccato in casa per un lungo periodo. E’ un libro che pur essendo
dedicato alle donne intriga molto i lettori, che riescono a coglierne il senso
più intimo.
Ed è un libro in parte autobiografico, specie
nella parte in cui Sveva, il cui tormento nasce dalla dipendenza affettiva e
dalla solitudine, si apparta sull’Isola di Cirella ed è lì che il romanzo
riesce a cogliere e sentire i profumi di quel luogo magico dove la protagonista
ama ritirarsi per ritrovare sé stessa ed anche per esorcizzare il dolore.”
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