Da nord a sud esplode la violenza contro Equitalia. L’ente si difende: “Inaccettabile”
12 maggio 2012
Milano, Vicenza, Viterbo, Roma e
Napoli. Quindi nord, centro e sud Italia: le proteste contro Equitalia
si estendono a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale. Con
modalità e tempistiche che evidenziano un’escalation di violenza che
solo la settimana scorsa ha portato al sequestro di 12 persone nella
sede dell’agenzia a Romano di Lombardia. Quella di oggi, però, è una
giornata ancor più tesa su questo fronte. A Melegnano, nel Milanese, due
dipendenti dell’ente sono stati feriti durante un’aggressione; a Napoli
la sede cittadina è stata assediata da manifestanti e ci sono stati
scontri con le forze dell’ordine, venerdì prossimo è già in programma
un’altra iniziativa; nel vicentino sono comparse scritte minatorie sui
muri dell’edificio cittadini dell’agenzia; a Viterbo è intervenuta la
polizia per arrestare un uomo che minacciava di uccidere alcuni
impiegati di Equitalia. Un bollettino da guerra. Nella capitale, invece,
è stato inviato un pacco bomba alla direzione generale dell’agenzia di
riscossione. A Schio sui muri della sede cittadina sono apparse scritte
minatorie come “Infami” o “Io uccido”. Giovedì 17 maggio, alle ore 9, il
premier Mario Monti parteciperà a un incontro con la dirigenza
dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia. Che si difende con un lungo
comunicato: “E’ inaccettabile continuare a scaricare irresponsabilmente
su Equitalia la colpa di gesti estremi e situazioni drammatiche, che
hanno invece origini diverse e lontane e che stanno esplodendo solo oggi
a causa della crisi economica. Eventi tragici da non spettacolarizzare,
per i quali Equitalia esprime profonda vicinanza alle famiglie
coinvolte. La troppa superficialità con cui negli ultimi tempi si è
associato a Equitalia il termine suicidio sta avendo come effetto di
alimentare tensioni sociali, oggetto di facili strumentalizzazioni, che
sfociano in vere e proprie guerriglie, come quella odierna organizzata
contro gli sportelli di Napoli, in minacce, come l’ennesimo pacco bomba
intercettato nella sede della capogruppo a Roma, e in aggressioni
fisiche a dipendenti impegnati nel proprio lavoro, come accaduto stamane
a Melegnano. Nel sottolineare la propria preoccupazione per questi
episodi – conclude il testo del comunicato – Equitalia esprime massima
solidarietà a tutto il personale e auspica che tutti, istituzioni,
media, società civile e mondo imprenditoriale, si impegnino per
ripristinare quel clima di dialogo e collaborazione indispensabile per
placare tali tensioni”.
ROMA – Un pacco bomba è stato inviato
alla direzione generale di Equitalia in via Grezzar a Roma. Secondo
quanto si apprende il pacco conteneva poca polvere pirica ed era senza
innesco. Sul posto sono intervenuti la Guardia di finanza e gli
artificieri della polizia. Indaga la Digos.
MILANO – Un imprenditore edile, Giuseppe
Neletti, 50enne originario di Gela, presente nello studio, ha malmenato
due ispettori arrivati per una verifica fiscale. L’aggressore avrebbe
un debito di 250mila euro con l’agenzia entrate. Alcuni testimoni
presenti fuori dallo studio del commercialista hanno raccontato che il
litigio è proseguito fuori dallo studio. L’imprenditore ha urlato: “Mi
avete dissanguato, mi avete rovinato”.
NAPOLI – Circa 200 manifestanti, riuniti
sotto la sigla Realtà (espressione dell’ala antagonista cittadina),
sono scese in piazza per manifestare davanti alla sede di Equitalia, in
corso Meridionale ed è stata subito tensione. Il presidio è stato
organizzato dopo i sette suicidi registrati in Campania a causa della
crisi. Le serrande degli uffici dell’agenzia sono state abbassate, la
polizia ha protetto l’edificio e dopo diversi lanci di pietre e alcuni
incendi di cassonetti sono partite le cariche di alleggerimento della
celere, accompagnate dall’uso di lacrimogeni. Alcuni manifestanti hanno
provato a sfondare i cordoni delle forze dell’ordine per irrompere negli
uffici di riscossione, ma sono stati respinti. Si sono sentite anche
due esplosioni, forse petardi o bombe carta. Un agente è rimasto ferito
ad una caviglia a seguito del lancio di una pietra e c’è stato un
contuso anche fra i manifestanti: si tratta di un un giovane colpito
alla testa da una manganellata. Nella zona adiacente alla sede di
Equitalia, inoltre, presenti diversi blocchi stradali. Verso le 11 la
polizia ha riaperto al traffic rimuovendo i contenitori della nettezza
urbana messi di traverso in strada dai manifestanti, controllati
dall’alto da un elicottero della polizia che ne sta monitorando gli
spostamenti. Secondo i manifestanti, gli incidenti sarebbero scoppiati
per il rifiuto dei responsabili di Equitalia di chiudere oggi gli uffici
in segno di lutto per gli ultimi suicidi avvenuti nel napoletano in
seguito alla consegna di cartelle della società di riscossione. Contro
la facciata dell’edificio è stata lanciata vernice rossa. Le forze
dell’ordine hanno identificato e denunciato sette persone. Sono accusati
di resistenza, lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale. Ma le indagini
proseguono per cercare di identificare altri partecipanti agli scontri.
Fonte: il fatto quotidiano.it
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DICHIARAZIONE DEI REDDITI, ADICO APERTA TUTTI I SABATO MATTINA DI MAGGIO PER ASSISTENZA
11 maggio 2012
Visto il grande afflusso di persone
nel primo giorno di attività e l’alto gradimento per il servizio, si
ricorda che Adico Associazione Difesa Consumatori apre
straordinariamente la propria sede anche tutti i sabato mattina di maggio per fornire assistenza alla dichiarazione dei redditi.
L’invito è rivolto principalmente a chi
risiede nella provincia di Venezia e quindi è comodo a recarsi di
persona alla sede di via Volturno 33 a Mestre (laterale di via Ca’
Rossa, fermata del tram “Volturno”): lo sportello sarà aperto ancora
domani, sabato 12, e poi sabato 19 e 26 maggio dalle ore 9 alle 12. Per
informazioni chiamare la segreteria allo 041.5349637 o scrivere
all’indirizzo info@associazionedifesaconsumatori.it.
Per i consuenti servizi di consulenza e
assistenza legale Adico resterà aperta con i soliti orari, dal lunedì al
venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30.
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Crisi, Passera lancia l’allarme: “Metà del Paese a rischio tenuta sociale”
10 maggio 2012
“La tenuta del Paese e’ a rischio”.
Dopo i mesi del rigore il governo riconosce i segnali di un disagio
sociale crescente, parla di “angoscia” per la mancanza di lavoro e
ammette la “durezza” di alcune misure decise dall’esecutivo, a
cominciare dalla riforma delle pensioni.
“La principale fonte di responsabilità che io sento e’ quel disagio sociale diffuso che e’ legato alla mancanza di lavoro – dice Corrado Passera – e che e’ molto piu’ ampio di quello che le statistiche dicono. Se mettiamo insieme disoccupati, inoccupati, sottoccupati e sospesi arriviamo a 5-6- forse 7 milioni di persone – ricorda il ministro per lo Sviluppo economico – e se moltiplichiamo per i loro familiari arriviamo alla metà della nostra società. Non sono soltanto a rischio i consumi e gli investimenti, ma anche tenuta economica e sociale del Paese”.
Anche il ministro del Lavoro, impegnata in queste ore nel duro confronto con i sindacati sul fronte esodati, riconosce che “la riforma delle pensioni è stata molto dura e ha creato dei problemi a molte persone e molte famiglie, problemi dei quali il governo è consapevole. Nessuna riforma del sistema previdenziale può funzionare – ha continuato – senza un buon andamento dell’economia e una riforma del mercato del lavoro”. E lo stesso viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli sottolinea che serve “una riduzione del peso fiscale perche’ il peso fiscale alto non puo’ essere un motore per la crescita”.
Le preoccupazioni del governo non fanno che accrescere le inquietudini dei partiti che sostengono lamaggioranza: dopo l’irritazione del Pdl contro le frasi di Mario Monti sulle ‘responsabilita’ dei governi passati causa delle ‘tragedie umane’ di questi giorni, oggi e’ Pier Luigi Bersani ad alzare la voce con il minsitro del Welfare: “Ho sentito la Fornero che dice ‘prendo scelte impopolari’, qui non si tratta di popolarita’ o impopolarita’, qui e’ questione di gente che rimane due anni senza pensione, senza salario, senza ammortizzatori. Non esiste, non e’ possibile”.
Prova a rassicurare Pier Ferdinando Casini che lancia un appello forze che sostengono il governo: “Non e’ il momento di abbassare la guardia, ma di alzare al guardia e di capire cosa c’e’ dietro l’angolo – dice il leader dell’Udc – perche’ il combinato disposto tra i risultati delle elezioni in Grecia e in Francia rischia di portare l’Italia non a Parigi ma ad Atene”.
“La principale fonte di responsabilità che io sento e’ quel disagio sociale diffuso che e’ legato alla mancanza di lavoro – dice Corrado Passera – e che e’ molto piu’ ampio di quello che le statistiche dicono. Se mettiamo insieme disoccupati, inoccupati, sottoccupati e sospesi arriviamo a 5-6- forse 7 milioni di persone – ricorda il ministro per lo Sviluppo economico – e se moltiplichiamo per i loro familiari arriviamo alla metà della nostra società. Non sono soltanto a rischio i consumi e gli investimenti, ma anche tenuta economica e sociale del Paese”.
Anche il ministro del Lavoro, impegnata in queste ore nel duro confronto con i sindacati sul fronte esodati, riconosce che “la riforma delle pensioni è stata molto dura e ha creato dei problemi a molte persone e molte famiglie, problemi dei quali il governo è consapevole. Nessuna riforma del sistema previdenziale può funzionare – ha continuato – senza un buon andamento dell’economia e una riforma del mercato del lavoro”. E lo stesso viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli sottolinea che serve “una riduzione del peso fiscale perche’ il peso fiscale alto non puo’ essere un motore per la crescita”.
Le preoccupazioni del governo non fanno che accrescere le inquietudini dei partiti che sostengono lamaggioranza: dopo l’irritazione del Pdl contro le frasi di Mario Monti sulle ‘responsabilita’ dei governi passati causa delle ‘tragedie umane’ di questi giorni, oggi e’ Pier Luigi Bersani ad alzare la voce con il minsitro del Welfare: “Ho sentito la Fornero che dice ‘prendo scelte impopolari’, qui non si tratta di popolarita’ o impopolarita’, qui e’ questione di gente che rimane due anni senza pensione, senza salario, senza ammortizzatori. Non esiste, non e’ possibile”.
Prova a rassicurare Pier Ferdinando Casini che lancia un appello forze che sostengono il governo: “Non e’ il momento di abbassare la guardia, ma di alzare al guardia e di capire cosa c’e’ dietro l’angolo – dice il leader dell’Udc – perche’ il combinato disposto tra i risultati delle elezioni in Grecia e in Francia rischia di portare l’Italia non a Parigi ma ad Atene”.
Fonte. affaritaliani.it
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Arriva salario base per i co co pro e l’indennizzo se si perde il lavoro
11 maggio 2012
Un salario minimo per i co co pro e
un indennizzo in caso di perdita del lavoro. Nel ddl lavoro sono in
arrivo in Senato novità per i lavoratori a progetto, dagli emendamenti
dei relatori, Tiziano Treu (Pd) e Maurizio Castro (Pdl): viene previsto
una sorta di ‘salario base’ come hanno spiegato gli stessi relatori e
verrà rafforzata in via sperimentale per tre anni l’indennità una
tantum. “Se l’economia si riprende, comincia a crescere e i redditi dei
lavoratori crescono un po’, allora forse si può passare, dopo questi tre
anni di sperimentazione, a un ammortizzatore sociale che somiglia di
più a quello che l’Europa ci chiede”, ha commentato il ministro del
Lavoro, Elsa Fornero.
Sono 16 gli emendamenti del relatori e
spaziano dalla flessibilità in entrata all’articolo 18, passando per gli
ammortizzatori sociali. Dal governo arriva un pacchetto di 27 proposte.
Su alcuni punti intervengono sia i relatori che l’esecutivo (è il caso
dei ritocchi ai licenziamenti).
Lavoro a progetto. Il compenso dei
lavoratori a progetto, si legge nell’emendamento, “deve essere adeguato
alla quantità e qualità del lavoro eseguito e non può comunque essere
inferiore, in proporzioni di durata del contratto, all’importo annuale
determinato periodicamente con decreto del ministero del lavoro”.
Una tantum. Per i parasubordinati si
rafforza l’attuale una tantum: si puntava a una mini-Aspi ma al momento
non è possibile. Si parte con una fase sperimentale di 3 anni. Ad
esempio se si lavora 6 mesi come co co pro si prenderanno circa 6.000
euro. Poi ci sarà una verifica e la mini-Aspi. Il totale delle risorse
per i co co pro, Con i nuovi interventi dei relatori, dovrebbero
superare i 100 milioni di euro complessivi.
Primo contratto a termine. La durata del
primo contratto a termine, che può essere stipulato senza che siano
specificati i requisiti per i quali viene richiesto (la causale), sale
da sei mesi a un anno.
Partita Iva. Inoltre, le partite Iva che
hanno un reddito annuo lordo di almeno 18mila euro sono considerate
vere, come prevede sempre un emendamento dei relatori al ddl lavoro
presentato in commissione al Senato. Sopra questo reddito non saranno
valide presunzioni per far scattare l’assunzione.
Utili. I lavoratori potrebbero presto
poi partecipare agli utili e al capitale delle imprese, e essere anche
componenti dei Consigli di sorveglianza, come avviene oggi in Germania.
Licenziamenti disciplinari. Un
emendamento dei relatori cancella dal ddl lavoro il riferimento al
pubblico impiego ma non interviene sulle cosiddette “tipizzazioni” in
modo da evitare di toccare in modo esplicito i poteri dei giudici. Il
governo avrebbe invece presentato un emendamento che fa sì che i giudici
possano stabilire il reintegro del lavoratore licenziato per motivi
disciplinari illegittimi sono nelle tipizzazioni previste dai contratti.
Nessuno stop per malattia. Il
licenziamento intimato all’esito del procedimento disciplinare “produce
effetto dal giorno della comunicazione con cui il procedimento medesimo è
stato avviato, salvo l’eventuale diritto del lavoratore al preavviso o
alla relativa indennità sostitutiva”. Uniche eccezioni sono quelle della
maternità e dell’infortunio sul lavoro.
Voucher. Norma anti truffa per i
lavoratori occasionali pagati con voucher. I ‘buoni’ utilizzati per
pagare i dipendenti dovranno ora essere numerati progressivamente e
avere indicato data ed orario. Un decreto – inoltre, stabilirà le
modalità per il “riscontro temporale dell’utilizzo della prestazione
retribuita con il buono”. I voucher per i lavori occasionali serviranno
anche nlle imprese commerciali, negli studi professionali e per
l’agricoltura, ma no se il lavoratore è iscritto agli elenchi
anagrafici.
Sms per lavoro a chiamata. Per attivare
il lavoro a chiamata basterà un sms, o un fax o la posta elettronica
certificata, alla Direzione teritoriale del lavoro competente per il
territorio. Ridotte del 60 % le sanzioni per chi omette l’obbligo.
Indennità per artigiani. Gli artigiani
che hanno fondi bilaterali nel caso in cui le risorse non siano
sufficienti a garantire le tutele potranno usufruire il sistema di
indennità generale.
I lavori. La commissione lavoro inizierà
a votare gli emendamenti da martedì della prossima settimana con
‘obiettivo di concludere con giovedi’. In questo senso va anche
“l’impegno politico dei partiti della maggioranza – riferiscono i
relatori – a sfoltire drammaticamente gli emendamenti”. Il termine per
la presentazione dei subemendamenti è fissato per domani alle 18.
“Presumiamo che la commissione bilancio darà i suoi pareri sulle
coperture entro martedì pomeriggio e quindi da martedì in notturna” si
dovrebbe cominciare a votare in commissione “per concludere all’alba di
giovedì”, ha spiegato Castro.
Reazioni. L’emendamento presentato al
Senato per contrastare le false partite Iva “trovo sia del tutto
accoglibile”, ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Per i
parasubordinati, Fornero ha sottolineato “l’obiettivo di incrementare e
ristrutturare” l’una tantum, che era “molto bassa” e restrittiva:
“Abbiamo modificato i requisiti in modo da renderla più accessibile e
abbiamo alzato l’importo”, in modo che sia “più dignitoso di quello
precedente”, ha spiegato evidenziando che la sperimentazione vale per
tre anni “in attesa che si possa definire una forma di Aspi anche per il
lavoro autonomo”.
La Cgil ha bocciato gli emendamenti
Pd-Pdl al ddl di riforma del mercato del lavoro. “Non si vede il segno
di un cambiamento. Non c’era nel testo originario e non c’è nelle
modifiche presentate dalla maggioranza una scelta netta che indichi la
volontà di ridurre la precarietà”, ha detto dal palco della
manifestazione dei giovani della Cgil il leader della confederazione,
Susanna Camusso. La “mediazione” raggiunta in commissione Lavoro perciò,
“aggiunge confusione a confusione in un contesto in cui certezze ce ne
sono sempre state poche”, ha detto Camusso.
“Portiamo a termine la riforma del
lavoro” anche se “si poteva fare meglio” ma può “aiutarci”, ha detto la
presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. “Non è la riforma che
avremmo voluto per far fare passi avanti al Paese ma è una riforma che
può aiutarci”.
“Il buon lavoro fatto dai relatori treu e
castro, dal governo e il risultato raggiunto ci dicono che ci sono
tutte le condizioni per arrivare in tempi rapidi l’approvazione del ddl
di riforma del mercato del lavoro”, ha commentato la presidente dei
senatori del Pd Anna Finocchiaro. “Il Pd – continua finocchiaro- si
ritiene complessivamente soddisfatto”.
fonte: repubblica.it
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