“Il nuovo schema di riorganizzazione della Circoscrizioni giudiziarie con particolare riferimento agli Uffici di Giudice di Pace, emanato dal Governo, a seguito della legge delega approvata nel settembre del 2011, rischia di creare più problemi di quelli che intende risolvere”. E’ quanto afferma il Segretario Questore del Consiglio regionale on. Giovanni Nucera, sollecitato, in questi giorni, ad intervenire e partecipare a diversi incontri organizzatida dipendenti e operatori della giustizia in diverse sedi di Giudice di Pace della Calabria. “Solo per la provincia di Reggio Calabria quindici sedi periferiche saranno accorpate ai Tribunali di Reggio, Palmi e Locri. Tralasciando i problemi organizzativi e logistici che questo accorpamento determinerà – spiega Nucera – quello che più preoccupa è il segnale di abbandono dello Stato dal territorio, e quel che è peggio, in un settore nevralgico come quello della giustizia. Ho già interessato il Sen. Carlo Giovanardi e l’on. Emerenzio Barbieri e promuovere ogni necessaria iniziativa per impedire una deriva della giustizia civile in Calabria”.
“Comprendo bene la necessità per il Governo centrale, in un periodo di così grande crisi e mentre è in corso una forte riorganizzazione dell’apparato statale – aggiunge Giovanni Nucera – di recuperare risorse e ridurre la presenza di personale, sia giudicante che amministrativo. Ma qui c’è l’esigenza primaria di assicurare, un servizio, quello dell’amministrazione della giustizia, che sia il più capillarmente diffuso sul territorio. D’altra parte – ricorda Nucera – la costituzione a suo tempo degli Uffici di Giudice di Pace dislocati sul territorio aveva, al pari delle vecchie Preture, lo scopo di rendere più agevole il riconoscimento del diritto di giustizia per il cittadino, seppure in un’ampia diffusa gamma di competenza in materia civile e per limiti massimi di valore, così da sottrarre una gran numero di procedimenti al giudice di primo grado. Ma soprattutto si concretizzava l’idea di una giustizia di “prossimità”, cioè il più vicina anche fisicamente, al cittadino, dovunque si trovasse. Un valore che ora questa revisione intende cancellare, mortificando gli stessi principi ispiratori della legge. Non si tratta, dunque, di guerre di campanile, come qualcuno ha maliziosamente suggerito, ma della difesa di un diritto che altrimenti sarebbe da considerare violato. Non conosco i “criteri”che sono stati posti alla base del ridimensionamento e accorpamento degli Uffici. Sta di fatto, però – prosegue il Segretario Questore del Consiglio regionale – che il solo territorio della provincia di Reggio Calabria, già fortemente penalizzato sul piano dei collegamenti e delle infrastrutture viarie si vedrà cancellate di colpo 15 sedi periferiche. E ben più numerosi saranno gli accorpamenti annunciati nelle altre province calabresi. Ritengo necessario, a questo punto, che oltre ad una completa valutazione costi/benefici, il Governo Monti, nella riorganizzazione degli Uffici di Giudice di Pace comprenda che in Calabria la chiusura di qualsiasi presidio, sia esso giudiziario o amministrativo, rappresenta non solo un inconcepibile ripiegamento dello Stato dal territorio, ma offre al cosiddetto “antistato” l’occasione e l’opportunità di allargare la sua presenza e potenza”.
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