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martedì 14 febbraio 2012

Cosenza: assessore De Rosa risponde a centro sociale "Rialzo" sui senzatetto del centro di via Milelli

“Il Comune non ha mai annunciato l'apertura di una casa della solidarietà, ma solo di un ricovero momentaneo per i senzatetto, in previsione dell'ondata di maltempo che si stava abbattendo anche su Cosenza, così come hanno fatto quasi tutte le città d’Italia, a cominciare dalle metropoli.”

La precisazione è dell’Assessore alla solidarietà e coesione sociale di Palazzo dei Bruzi Alessandra De Rosa, in risposta alla discussione che sull’argomento è stata avviata dal centro sociale “Rialzo” e che ha formato oggetto ieri pomeriggio di una conferenza stampa.

“Non abbiamo pensato ai letti o ai materassi – sottolinea ancora l’Assessore De Rosa - per il semplice motivo che abbiamo ritenuto opportuno conciliare l’ospitalità e l’accoglienza accordata, com’era giusto e doveroso, ai senza tetto con le prerogative del centro di via Milelli che nelle ore diurne ospita, come è noto a tutti, gli anziani della città.

Credo che sia necessario rimettere un po’ d’ordine nella cronologia dei fatti perché le dichiarazioni rilasciate dai responsabili del “Rialzo”, in occasione della conferenza stampa, appaiono fuorvianti e non rispecchiano fedelmente quanto accaduto e, soprattutto, non danno conto, ingenerosamente, dell’impegno e dell’attenzione che l’Amministrazione ha profuso per dare risposte all’emergenza che si è presentata.

La sera di venerdì 10 febbraio, alle 21,20, mi è arrivata una telefonata da parte del vigilante del centro anziani che mi metteva al corrente del fatto che erano da poco arrivati nel centro una diecina di extra comunitari accompagnati da alcuni ragazzi del centro sociale “Rialzo” alla ricerca di letti e materassi. Io stessa ho parlato al telefono con una delle responsabili del “Rialzo” che ha messo in discussione l’accoglienza predisposta dal Comune, in quanto i senzatetto non avrebbero potuto dormire a terra.

Ho tentato di spiegarle le ragioni per le quali avevamo previsto i sacchi a pelo e non i letti, ma la spiegazione non è stata sufficiente ed è rimasta inascoltata.

Subito dopo ho appreso che dei 10 sacchi a pelo consegnatici dal gruppo scout del SS. Crocifisso, ne erano rimasti solo due, forse perché i clochard ospitati nelle sere precedenti avevano deciso di portarli con sé. Le coperte, però, c’erano e non è quindi giusto affermare il contrario.

Per ripristinare la dotazione originaria dei sacchi a pelo, mi sono subito attivata per recuperarne altri. Dal momento che la Protezione civile mi aveva informata che non avevano più disponibilità di sacchi a pelo, in quanto erano stati tutti utilizzati per un'altra emergenza, ho fatto un giro di telefonate tra gruppi scout e associazioni di volontariato, fino ad arrivare alla Caserma del I reggimento bersaglieri. Subito dopo la mezzanotte, una pattuglia dei vigili urbani ha portato altre coperte e altri sacchi a pelo. Gli extracomunitari, nel frattempo, erano andati via. Della evoluzione della situazione ho tenuto informato il Centro Anziani perché sia gli extracomunitari che i responsabili del centro “Rialzo” fossero messi costantemente al corrente.

Crediamo di esserci comportati correttamente e di non aver trascurato nulla – afferma ancora Alessandra De Rosa -

Anche ieri – continua l’Assessore - i quotidiani nazionali documentavano della visita che il Sindaco di Milano ha fatto ai clochard ospitati nelle stazioni del metro e che hanno dormito, come si può evincere dalle fotografie pubblicate da tutti i giornali, nei sacchi a pelo.

Riferire fatti e circostanze in modo distorto non fa bene ai senza tetto e neanche alla città nella quale da quando è Sindaco Mario Occhiuto stiamo cercando di avvicinarci ad un nuovo modello di welfare, che è poi quello propugnato dagli stessi responsabili del centro sociale “Rialzo” e da quanti hanno supportato sulla stampa le loro istanze.

Ma perché questo modello di welfare si affermi e si realizzi pienamente c’è bisogno della collaborazione di tutti, senza colore politico o spirito di appartenenza, formando una rete virtuosa che, al di là delle polemiche, a volte pretestuose e strumentali, dia prova di solidarietà autentica, a beneficio degli ultimi e di coloro che soffrono, come i clochard che abbiamo cercato in tutti i modi di aiutare.”

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