Atene: il Parlamento al voto sui tagli in piazza esplode la rabbia
13 febbraio 2012
Esplosioni, lanci di bombe carta e molotov: ad Atene la protesta si è trasformata in violenza. La polizia ha risposto sparando lacrimogeni contro la folla attorno a piazza Syntagma, mentre poco lontano il Parlamento discuteva le nuove misure di austerità decise dal governo per salvare della Grecia dalla bancarotta. E tra gli applausi della gente è arrivato anche un gruppo di black bloc, con passamontagna e maschere antigas, urlando insulti come “maiali” e “assassini”. Di fronte alla reazione della polizia, la folla è arretrata, ripiegando nelle strade circostanti. Nella piazza sono rimasti solo gruppi di anarchici e black bloc fronteggiati dagli agenti in assetto antisommossa. Numerosi, 40 secondo alcune fonti, i poliziotti feriti. In fiamme alcuni cinema storici, una banca, caffè e negozi, un centro commerciale nei pressi del palazzo del Parlamento. In tarda serata il ministero della Sanità ha reso noto che almeno 54 persone sono state ricoverate in ospedale. Ventidue gli arrestati.
I manifestanti hanno aderito all’appello dei principali sindacati ellenici, Gsee e Adedy, determinati nel chiedere all’assemblea di respingere le condizioni imposte dalla troika. Il centro di Atene era presidiato da tremila agenti in assetto anti-sommossa. Fonti della polizia hanno parlato inizialmente di circa 25mila manifestanti. Con il passare delle ore sono diventati 100mila e alcuni siti di informazione greci hanno scritto che con l’approssimarsi del voto intorno al Parlamento se ne raduneranno fino a 200mila. Decine di migliaia di cittadini sono scesi in strada anche a Salonicco.
Tra i tanti in piazza c’era anche il celebre compositore Mikis Thedorakis, 86 anni, autore delle musiche diZorba il greco. Mentre si accingeva a parlare alla folla, la polizia ha lanciato lacrimogeni contro i manifestanti. Una portavoce del musicista ha denunciato che gli agenti hanno sparato i candelotti direttamente verso la gente che si era riunita intorno a Thedorakis.
Il primo ministro Lucas Papademos ha iniziato il suo intervento in Parlamento condannando le violenze e affermando che “il vandalismo e la distruzione non hanno un posto nella democrazia” e quindi non saranno tollerati. E ha invitato tutti alla calma.
Il dibattito in Parlamento. Mentre fuori infuriava la protesta, in Parlamento si svolgeva una seduta lunghissima e drammatica sul piano di tagli di austerità e sull’accordo con i creditori privati. Un piano accettato per ricevere il via libera europeo – probabilmente nell’Eurogruppo di mercoledì – alla seconda tranche di aiuti per superare la crisi. I due partiti che sostengono il governo hanno 236 parlamentari nell’Assemblea composta da 300 membri, ma almeno 13 conservatori e sette socialisti hanno annuciato che voteranno contro. Oggi un deputato conservatore si è dimesso, unendosi così ai tre socialisti che hanno lasciato l’incarico questa settimana. Tutti sono stati sostituiti.
“La scelta non è tra i sacrifici e non fare sacrifici, ma tra i sacrifici e qualcosa di inimmaginabile”, ha detto intervenendo in Parlamento il ministro delle Finanze Evangelos Venizelos. Il piano ha già provocato le dimissioni dall’esecutivo di quattro ministri del partito di estrema destra del Laos e di un socialista.
I leader dei principali partiti che appoggiano l’esecutivo hanno lanciato un appello per il voto favorevole. “E’ l’unica speranza per il Paese: ora è il momento della responsabilità”, ha detto George Papandreou, l’ex premier e leader del socialista Pasok. E Antonio Samaras, del partito di destra Nea Demokratia, ha parlato di “voto decisivo e cruciale, storico”.
Da parte sua, Papademos ha ribadito che “è l’ora delle decisioni”. “Abbiamo davanti un piano che ci aiuterà ad uscire dalla crisi economica”, ha affermato ripetendo che una decisione sbagliata del voto sul piano porterebbe un “catastrofico default, l’isolamento e l’uscita dall’euro”. “La ragione principale di questa crisi è che lo Stato greco, per molti anni, ha speso più di quel che incassava”, ha proseguito, per poi far presente che negli ultimi due anni la Grecia ha riguadagnato un terzo della produttività che aveva perso negli ultimi dieci anni.
I contenuti del piano. Il pacchetto prevede una radicale riforma del mercato del lavoro, con una profonda deregulation; una diminuzione di oltre il 20% del salario minimo garantito e un taglio delle pensioni; una drastica economia di spesa in settori come la difesa, gli ospedali e le autonomie locali; la vendita dei gioielli di famiglia, come le quote pubbliche in petrolio, gas, acqua e lotteria. In cambio, il progetto di accordo tra la Grecia e i suoi creditori internazionali prevede il via libera al nuovo piano di salvataggio da 130 miliardi di euro, con la possibilità di usufruire di 35 miliardi di prestiti dal fondo temporaneo salva-Stati Efsf, che andranno ad aggiungersi ai 4,5 miliardi dei ricavi dalle privatizzazioni e ai risparmi.
I manifestanti hanno aderito all’appello dei principali sindacati ellenici, Gsee e Adedy, determinati nel chiedere all’assemblea di respingere le condizioni imposte dalla troika. Il centro di Atene era presidiato da tremila agenti in assetto anti-sommossa. Fonti della polizia hanno parlato inizialmente di circa 25mila manifestanti. Con il passare delle ore sono diventati 100mila e alcuni siti di informazione greci hanno scritto che con l’approssimarsi del voto intorno al Parlamento se ne raduneranno fino a 200mila. Decine di migliaia di cittadini sono scesi in strada anche a Salonicco.
Tra i tanti in piazza c’era anche il celebre compositore Mikis Thedorakis, 86 anni, autore delle musiche diZorba il greco. Mentre si accingeva a parlare alla folla, la polizia ha lanciato lacrimogeni contro i manifestanti. Una portavoce del musicista ha denunciato che gli agenti hanno sparato i candelotti direttamente verso la gente che si era riunita intorno a Thedorakis.
Il primo ministro Lucas Papademos ha iniziato il suo intervento in Parlamento condannando le violenze e affermando che “il vandalismo e la distruzione non hanno un posto nella democrazia” e quindi non saranno tollerati. E ha invitato tutti alla calma.
Il dibattito in Parlamento. Mentre fuori infuriava la protesta, in Parlamento si svolgeva una seduta lunghissima e drammatica sul piano di tagli di austerità e sull’accordo con i creditori privati. Un piano accettato per ricevere il via libera europeo – probabilmente nell’Eurogruppo di mercoledì – alla seconda tranche di aiuti per superare la crisi. I due partiti che sostengono il governo hanno 236 parlamentari nell’Assemblea composta da 300 membri, ma almeno 13 conservatori e sette socialisti hanno annuciato che voteranno contro. Oggi un deputato conservatore si è dimesso, unendosi così ai tre socialisti che hanno lasciato l’incarico questa settimana. Tutti sono stati sostituiti.
“La scelta non è tra i sacrifici e non fare sacrifici, ma tra i sacrifici e qualcosa di inimmaginabile”, ha detto intervenendo in Parlamento il ministro delle Finanze Evangelos Venizelos. Il piano ha già provocato le dimissioni dall’esecutivo di quattro ministri del partito di estrema destra del Laos e di un socialista.
I leader dei principali partiti che appoggiano l’esecutivo hanno lanciato un appello per il voto favorevole. “E’ l’unica speranza per il Paese: ora è il momento della responsabilità”, ha detto George Papandreou, l’ex premier e leader del socialista Pasok. E Antonio Samaras, del partito di destra Nea Demokratia, ha parlato di “voto decisivo e cruciale, storico”.
Da parte sua, Papademos ha ribadito che “è l’ora delle decisioni”. “Abbiamo davanti un piano che ci aiuterà ad uscire dalla crisi economica”, ha affermato ripetendo che una decisione sbagliata del voto sul piano porterebbe un “catastrofico default, l’isolamento e l’uscita dall’euro”. “La ragione principale di questa crisi è che lo Stato greco, per molti anni, ha speso più di quel che incassava”, ha proseguito, per poi far presente che negli ultimi due anni la Grecia ha riguadagnato un terzo della produttività che aveva perso negli ultimi dieci anni.
I contenuti del piano. Il pacchetto prevede una radicale riforma del mercato del lavoro, con una profonda deregulation; una diminuzione di oltre il 20% del salario minimo garantito e un taglio delle pensioni; una drastica economia di spesa in settori come la difesa, gli ospedali e le autonomie locali; la vendita dei gioielli di famiglia, come le quote pubbliche in petrolio, gas, acqua e lotteria. In cambio, il progetto di accordo tra la Grecia e i suoi creditori internazionali prevede il via libera al nuovo piano di salvataggio da 130 miliardi di euro, con la possibilità di usufruire di 35 miliardi di prestiti dal fondo temporaneo salva-Stati Efsf, che andranno ad aggiungersi ai 4,5 miliardi dei ricavi dalle privatizzazioni e ai risparmi.
Fonte: repubblica.it
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