Punti
di criticità e di forza delle Regioni italiane ed in particolare di quelle
meridionali. Parla Carmela Salazar, docente di diritto costituzionale
nell’Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria. In una fase
calda per il Paese, sotto il profilo politico - istituzionale, con gli enti
locali che da Nord a Sud sembrano vacillare, la costituzionalista ha discusso a
tutto campo con il giornalista Luigi De Angelis sui temi del regionalismo.
L’intervista è on line su "Calabria on web", il magazine edito dal
Consiglio regionale della Calabria (www.calabriaonweb.it)
e si aggiunge a quelle già realizzate sui poteri locali con i costituzionalisti
dell’Università di Ferrara Roberto Bin (“L’elezione
diretta? Fuori discussione”), Antonino Spadaro dell’Università di Reggio
Calabria (“Le
Regioni? Stanno male. Ed il sistema Italia è stressato”) Giuseppe Gangemi
dell’Università di Padova (“Il
federalismo è buono se è antropologico”). Sui temi connessi alle autonomie
locali ed in particolare dell’esperienza ormai più che quarantennale delle
Regioni, è necessario un minino di approfondimento, prima di emettere giudizi
trancianti: “Se oggi - spiega la costituzionalista, autrice fra l’altro insieme
al professore Spadaro della sezione dedicata alla Regione Calabria del nuovo
manuale di diritto costituzionale edito da Giappichelli - il sistema degli enti
locali ed, in specie quello delle Regioni, mostra le crepe che sono sotto gli
occhi di tutti, le ragioni vanno addebitate al modo con cui l’autonomia è
stata, nella prassi, indirizzata. Sostanzialmente, discostandosi dai fini
immaginati dai costituenti. “Sulla carta attualmente le Regioni hanno una
funzione legislativa che sembra amplissima, però poi nei fatti non è così. Nel
vuoto determinato dalla mancata approvazione delle leggi di attuazione delle
nuove norme costituzionali – chiarisce Salazar - si è registrato un vero e
proprio exploit del contenzioso fra Stato e Regioni dinanzi alla Corte
costituzionale. Quest’ultima, nel dirimere le controversie, ha costruito
orientamenti palesemente centralisti, adottando un’interpretazione il più delle
volte restrittiva dei campi di intervento regionali, a tutto vantaggio di
quelli spettanti al legislatore nazionale". Un preciso passaggio infine, è
riservato al tema dei meccanismi di controllo. "Oggi - evidenzia la
costituzionalista - si registra la tendenza non già al rafforzamento dei
controlli locali, bensì all’irrobustimento di quelli statali, specie attraverso
gli interventi legati alla spending review, tra le proteste delle
Regioni".
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