(ASCA) - Cassano Ionio (Cs), 6 dic - Il Sindaco di Cassano All'Ionio (Cs), con una lettera, indirizzata al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiede ''interventi urgenti per far uscire la Sibaritide dall'isolamento e dall'abbandono in cui e' stata ricacciata''. Per il Sindaco Papasso tale situazione ''non e' piu' sopportabile, anche per quanto successo alcuni giorni fa a Rossano con la morte dei sei romeni, investiti da un treno''. ''Nel giorno dei funerali dei sei braccianti rumeni - scrive Gianni Papasso - che hanno perso tragicamente la vita nell' incidente ferroviario, avvenuto nella zona di Rossano Calabro il 24 novembre, ho avvertito dentro di me il bisogno di esternare alla figura piu' alta dello Stato l'umile pensiero del Sindaco di uno dei Comuni piu' vasti e importanti della Sibaritide. La tragedia che ha colpito i sei lavoratori stranieri, che hanno trovato la morte nella terra ove erano giunti con il loro bagaglio di speranze per una vita piu' dignitosa, ha posto all'attenzione della pubblica opinione non solo la situazione del sistema ferroviario in questa parte di Calabria ma, piu' in generale, lo stato di abbandono e di decadimento di un territorio, culla della Magna Grecia, ove ancora aleggia la leggenda di Sibari''. ''Infatti, la Piana di Sibari, la piu' estesa e fertile della Calabria, ricca di storia e di beni culturali, che ha fatto scrivere pagine memorabili ai viaggiatori e agli studiosi di ogni tempo, nel gia' grave contesto di precarieta' dell'intero territorio regionale, appare come la grande tradita. Nella storia repubblicana mai sono state concepite ed attuate serie politiche di sviluppo - ha ricordato il Sindaco Papasso - di valorizzazione e concreto utilizzo delle innumerevoli risorse di questo vasto territorio, che, al contrario, e' stato lasciato nel piu' completo isolamento, soprattutto in termini di infrastrutture e servizi''. ''Sono sicuro - ha concluso il primo cittadino di Cassano All'Ionio - che non lascera' cadere nel vuoto queste mio semplice ma sincero appello, dettato dal senso di responsabilita' e dal dovere civile e morale che sento di avere nei confronti della Comunita' che mi ha concesso l'onore di sedere sulla poltrona di primo cittadino''.
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