“Il
comportamento dell’Anas sullo svincolo di Bagnara dell’A3 mi riporta col
pensiero al West e al passaggio della ferrovia. Il progetto di costruire quella
grande infrastruttura aveva come obiettivo la grandezza degli Stati Uniti che, per certi versi “giustificava” la forza
delle compagnie e, dunque dello Stato, nei confronti degli indiani. Quelli
della mia generazione, anche grazie al cinema,
hanno ancora negli occhi il racconto epico di quel periodo storico parteggiando per il
progresso (il passaggio dei treni) o per la difesa di un popolo che rivendicava il diritto alla
terra e alle sue consuetudini”.
Giuseppe
Raffa, presidente della Provincia, si affida a queste reminiscenze storiche per
reiterare il diritto dei cittadini di Bagnara, S. Eufemia d’Aspromonte,
Sinopoli, Cosoleto, San Procopio, così come di altri comuni che fanno parte di
questo comprensorio, a non essere isolati dall’ammodernamento della Salerno –
Reggio Calabria, concepita per agevolare lo sviluppo socio – economico del
Mezzogiorno, della Calabria, e, in questo caso, del reggino.
“Paragonare
il dramma degli indiani – dice ancora Raffa - a quello dei quasi ventimila
abitanti che, prima del nuovo percorso, utilizzavano il vecchio svincolo di
Bagnara, forse è un po’ troppo. Lo è, senz’altro, perché Pietro Cucci,
presidente dell’Anas, non è certo il colonnello John Stevens: il primo operò
per lo sviluppo americano, il secondo, che da anni promette la costruzione
dello svincolo, non coglie quali potrebbero essere le conseguenze negative
della chiusura della vecchia struttura. Lo stesso Ciucci dimostra di non tener
conto delle istanze della deputazione
calabrese, della Regione, della Provincia che io ho l’onore di amministrare,
dei sindaci delle comunità che, a causa della sua ostinata decisione, sono
state costrette a una condizione di emarginazione. Il presidente dell’Anas, in tutti questi
anni, ha tessuto una tela di Penelope, poi ha usato lo stratagemma del coinvolgimento del Consiglio Superiore
dei Lavori Pubblici che, giustamente, ha posto l’accento sui problemi di
sicurezza rispetto all’idea di un’opera posticcia e indigesta ai vertici dell’
Azienda che presiede. E allora “cosa fatta capo ha”? Teoria che respingiamo,
soprattutto perché il nuovo tracciato della Salerno-Reggio ha privato i
cittadini di una parte importante della Provincia della possibilità di
esercitare alcuni diritti essenziali: a cominciare da quello alla tutela della
salute, costituzionalmente sancito e tuttavia non più effettivamente garantito
a causa della distanza dalle strutture ospedaliere più vicine. Inoltre, la
chiusura del vecchio svincolo ha compromesso l’attività economica di piccole e
medie realtà commerciali e artigianali”.
Il presidente della Provincia è convinto che, di fronte ai “muscoli”
dell’Anas, necessitano forti iniziative per tutelare gli interessi di intere
comunità. “L’ente autonomo delle strade – conclude Raffa - ha invaso i territori, modificato l’orografia
della zona, e, indirettamente, ha minato
lo sviluppo di questa parte della provincia. Allora, l’unica soluzione è
pretendere un indennizzo da parte dell’Anas che dovrà concretizzarsi nel
realizzare uno svincolo adeguato alle esigenze degli abitanti della zona che
peraltro hanno ricevuto una precisa promessa in questo senso ormai da dieci
anni. Per attuare questa strategia c’è tutta la nostra determinazione. Vogliamo
far capire, una volta per tutte, che i reggini non sono sudditi, ma cittadini
di un unico Stato, in cui Nord e Sud oltre agli stessi doveri hanno gli stessi
diritti. Con buona pace di quanti la pensano come Pietro Ciucci”.
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