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giovedì 12 luglio 2012

Regione: Tripodi (Misto) su riforme Arssa e Afor


“L’appello dell’assessore all’Agricoltura Michele Trematerra, affinché si ponga fine alla fase di transizione di Afor ed Arssa, è naturalmente ben accetto. Ma cosi come vengono presentate, queste riforme sono irricevibili. In termini generali, sui profili delle due proposte di legge, scorgiamo soltanto gravissimi rischi”.
Lo afferma il consigliere regionale del Gruppo misto Pasquale Tripodi, secondo il quale “Le due proposte sono inaccettabili. E non soltanto per ragioni squisitamente politiche, ma in particolare per ragioni tecnico-giuridiche. Finora, per quanto concerne le ragioni politiche, il confronto è mancato del tutto o è stato soltanto fittizio e dilatorio. Infatti, su questioni cosi delicate, si è proceduto a senso unico e senza mai ascoltare per davvero le ragioni dell’opposizione e delle forze sociali, che, sull’impianto legislativo, hanno parecchie osservazioni da muovere e sono tutte osservazioni di un certo peso di cui non si sta tenendo conto in nessun modo. Né si scorge - argomenta Tripodi - nell’insieme, una strategia vincente che possa assicurare alla forestazione ed all’agricoltura un futuro. Mettere in discussione cosi pesantemente, i diritti acquisiti dei lavoratori senza offrire una progettualità rassicurante, significa compiere un salto nel buio. In sostanza, si scorgono soltanto rischi. Si avrebbe, tanto per fare qualche esempio, una volta a regime il nuovo Ente di natura privata, di cui non è dato capire obiettivi e modalità operative, un duplice status giuridico dei dipendenti, uno di natura privata e uno di natura pubblica ed entrambi si troverebbero sotto la trave dell’obbligo del pareggio di bilancio, che, qualora non conseguito, azionerebbe meccanismi pericolosissimi per la certezza del posto di lavoro che, in periodi di crisi come questo ed in una regione dalle preoccupanti percentuali di disoccupazione, sarebbe da irresponsabili non scongiurare per tempo. Se è urgente l’integrazione Afor-Arssa, il modello proposto dall’assessore è del tutto aleatorio. L’impressione addirittura è che la Regione intenda liberarsi dalle responsabilità verso questo comparto, non avendo finora dimostrato di possedere né idee innovative né politiche affidabili per il rilancio della montagna. Ci troviamo dinanzi - conclude Tripodi - al tentativo di esternalizzare una funzione su cui la Regione, al contrario, dovrebbe iniziare ad occuparsi con meno approssimazione, piuttosto che proporre aut aut. Tra l’altro, quando si parla del destino di migliaia di famiglie, occorre procedere con i piedi di piombo e non sotto l’influsso di esigenze politiche o peggio di carattere esclusivamente economicistico ”.

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