“L’appello dell’assessore all’Agricoltura
Michele Trematerra, affinché si ponga fine alla fase di transizione di Afor ed
Arssa, è naturalmente ben accetto. Ma cosi come vengono presentate, queste
riforme sono irricevibili. In termini generali, sui profili delle due proposte
di legge, scorgiamo soltanto gravissimi rischi”.
Lo afferma il consigliere regionale del
Gruppo misto Pasquale Tripodi, secondo il quale “Le due proposte sono
inaccettabili. E non soltanto per ragioni squisitamente politiche, ma in
particolare per ragioni tecnico-giuridiche. Finora, per quanto concerne le
ragioni politiche, il confronto è mancato del tutto o è stato soltanto fittizio
e dilatorio. Infatti, su questioni cosi delicate, si è proceduto a senso unico
e senza mai ascoltare per davvero le ragioni dell’opposizione e delle forze
sociali, che, sull’impianto legislativo, hanno parecchie osservazioni da
muovere e sono tutte osservazioni di un certo peso di cui non si sta tenendo
conto in nessun modo. Né si scorge - argomenta Tripodi - nell’insieme, una
strategia vincente che possa assicurare alla forestazione ed all’agricoltura un
futuro. Mettere in discussione cosi pesantemente, i diritti acquisiti dei
lavoratori senza offrire una progettualità rassicurante, significa compiere un
salto nel buio. In sostanza, si scorgono soltanto rischi. Si avrebbe, tanto per
fare qualche esempio, una volta a regime il nuovo Ente di natura privata, di cui
non è dato capire obiettivi e modalità operative, un duplice status giuridico
dei dipendenti, uno di natura privata e uno di natura pubblica ed entrambi si
troverebbero sotto la trave dell’obbligo del pareggio di bilancio, che, qualora
non conseguito, azionerebbe meccanismi pericolosissimi per la certezza del
posto di lavoro che, in periodi di crisi come questo ed in una regione dalle
preoccupanti percentuali di disoccupazione, sarebbe da irresponsabili non
scongiurare per tempo. Se è urgente l’integrazione Afor-Arssa, il modello
proposto dall’assessore è del tutto aleatorio. L’impressione addirittura è che
la Regione intenda liberarsi dalle responsabilità verso questo comparto, non
avendo finora dimostrato di possedere né idee innovative né politiche affidabili
per il rilancio della montagna. Ci troviamo dinanzi - conclude Tripodi - al
tentativo di esternalizzare una funzione su cui la Regione, al contrario,
dovrebbe iniziare ad occuparsi con meno approssimazione, piuttosto che proporre
aut aut. Tra l’altro, quando si parla del destino di migliaia di famiglie,
occorre procedere con i piedi di piombo e non sotto l’influsso di esigenze
politiche o peggio di carattere esclusivamente economicistico ”.
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi commentare questa notizia.