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lunedì 9 luglio 2012

ADICO: Le News


CON L’IMU RACCOLTI 9,5 MILIARDI DI EURO. “OBIETTIVO CENTRATO, NESSUN AUMENTO”


8 luglio 2012
Buone notizie per i conti pubblici italiani. Almeno nella prima parte del 2012, quando gli effetti dell’inasprimento della crisi e della recessione non sono stati ancora tutti scontati. Positivo l’andamento delle entrare tributarie nei primi 5 mesi dell’anno con un incremento del 2,5%(+3,965 miliardi) e soprattutto obiettivo centrato per l’Imu: i versamenti di giugno sono in linea con le stime, a 9,5 miliardi e le aliquote per il saldo di dicembre non aumenteranno. Dati che, se si aggiungono a quelli sul buon andamento del fabbisogno diffusi lunedì scorso, attestatosi a 29,1 miliardi nei primi 6 mesi, quasi 15 miliardi in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, lasciano ben sperare per il faticoso raggiungimento del pareggio di bilancio strutturale al 2013 e che si spera possano avere anche un qualche effetto sul calo dello spread, calmierando la spesa per interessi.
I risultati sull’Imu di giugno sono stati illustrati dal sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, che, soddisfatto, ha presentato dati con cui ha sconfessato le Cassandre che parlavano di buchi nel gettito Imu: «Oggi – ha detto Ceriani con una battuta – vi diamo una non notizia», elogiando il senso di «responsabilità» degli italiani «nonostante le critiche e l’incitamento alla rivolta fiscale». «Milioni di contribuenti hanno fatto quello che dovevano fare, con la consapevolezza della necessità di farlo, che talvolta sottovalutiamo», ha aggiunto Ceriani spiegando che non ci sarà alcun ritocco all’insù delle aliquote per versare il saldo a fine anno.
Il dato dei 9,5 miliardi presenta un leggero scostamento rispetto alla previsione di 9,7, ma bisogna tener conto di quei contribuenti come gli agricoltori o quelli soggetti a studi di settore che preferiscono versare con le imposte dirette di luglio-agosto anche pagando una piccola mora. Risultano aver versato circa 23,8 milioni di contribuenti su una platea potenziale di 25,5 milioni. L’importo medio dei versamenti è stato di circa 400 euro. Dunque anche a fine anno sarà centrato l’obiettivo dei 20,1 miliardi stimati dal governo. Bene anche le entrate nei primi 5 mesi dell’anno: in crescita del 2,5% a 149,540 miliardi (+3.965). Ad aumentare sono le imposte dirette, con una variazione positiva dell’1%: e se da un lato si contrae l’Ire dello 0,6%, dall’altro aumenta il gettito dell’imposta sulle società a +2,7%.
Va male invece l’Iva, segnale di una forte contrazione dei consumi nonostante l’aumento di un punto delle aliquote, con un calo dell’1,1%. «Nel complesso – ha commentato il Ministero – pur in presenza di una congiuntura fortemente negativa, la dinamica delle entrate tributarie registra, per effetto delle misure correttive varate a partire dalla seconda metà del 2011, una tendenza alla crescita a ritmi superiori rispetto all’analogo periodo dello scorso anno». Tuttavia la cautela è d’obbligo come sottolineato dallo stesso sottosegretario: «E’ presto per fare conclusioni sulle entrate – ha detto – e un quadro attendibile si potrà avere solo con i dati dell’autotassazione perché molto dipenderà dai versamenti di luglio. Data la poca liquidità di cui godono i contribuenti, ci aspettiamo che usufruiscano di più della possibilità di dilazionare i pagamenti. Un quadro attendibile si avrà dunque ad agosto. Gli effetti della recessione non si sentono ancora sulle entrate perché c’è uno sfasamento e che le entrate siano sensibili al ciclo economico non è una novità. Se dovessimo andare in una recessione più grave di quella ipotizzata è chiaro che dovremmo aspettarci un andamento delle entrate meno favorevole ma non c’è ancora un aggiornamento del quadro congiunturale».
Fonte: lastampa.it



BANCHE, AI GIOVANI CREDITO COL CONTAGOCCE E SE VUOI IL MUTUO PRENDI ANCHE LA POLIZZA


7 luglio 2012
Lei col posto fisso, lui no. Due cuori senza capanna ma con figli, in cerca di un mutuo da centomila euro. Un viaggio segnato da amare sorprese e da leggi non rispettate. Con le banche che nove volte su dieci hanno detto alla falsa coppia di giovani sposi di non saper nulla dell’esistenza del Fondo di garanzia da 50 milioni di euro, voluto dal governo per far aprire le casseforti delle banche anche ai giovani che hanno redditi precari e nessun santo in paradiso. Gli istituti non si limitano a fare credito ai giovani con il contagocce e solo supergarantito, ma tengono anche alti i tassi non riducendo il loro guadagno e fanno la cresta sulle polizze. Questa la realtà sconfortante che emerge da un viaggio-inchiesta con telecamera nascosta effettuato da un associazione dei consumatori in 200 banche di tutto il Paese.
Una delle pratiche scorrette più frequenti è la vendita di polizze abbinate ai mutui, di cui le banche sono beneficiarie perché, in caso di morte del contraente, la quota restante del mutuo sarebbe pagata dall’assicurazione. Operazione che costa non poco agli under 35. “Le banche rifilano le polizze vita su cui guadagnano anche se la legge lo vieta”, infatti, l’Istituto di vigilanza delle assicurazioni (Isvap) con un nuovo regolamento ha vietato alle banche di essere allo stesso tempo erogatrici di mutuo e beneficiarie delle polizze legate al mutuo. Questo regolamento nelle intenzioni doveva mettere fine a questa pratica scorretta di cui fa le spese il cliente che, per ottenere il mutuo, è di fatto costretto a sottoscrivere la polizza sponsorizzata dalla banca, sborsando fino all’80% in più rispetto agli altri prodotti disponibili sul mercato.
Ma due mesi dopo la sua emanazione il nuovo regolamento sembra essere rimasto lettera morta in quasi tutt’Italia. La falsa coppia in cerca di soldi è andata in giro per 185 agenzie bancarie di 12 città a chiedere un mutuo di 100mila euro, durata 20 anni, e i risultati parlano chiaro: nel 68% dei casi è stata offerta loro una polizza incendio ed esplosione e nel 22% una polizza vita di cui la banca è beneficiaria. “Un chiaro conflitto di interessi e in barba alla legge. Questo significa per chi chiede il mutuo un aumento enorme del premio: in media circa 6.800 euro, con punte di 21.600 euro a Taranto e una media di 12.000 da Bologna a Milano per 100mila euro di mutuo. Di certo costi non giustificabili”, che ha messo in allerta l’Isvap facendo partire numerose ispezioni.
E le brutte sorprese, le denunce dell’indagine non finiscono qui. A settembre per dare una mano ai giovani è sceso in campo il governo che ha stanziato 50 milioni di euro (www.diamoglifuturo.it/fondo-casa 2) affinché possano fare da fideiussione a un mutuo per l’acquisto della prima casa richiesto da giovani coppie sposate, conviventi e single under 35 purché con figli minori.
Questi soldi sono stati stanziati come garanzia per i mutui erogati da banche che hanno stipulato apposite convenzioni in cui si impegnano a offrire il finanziamento con uno spread massimo dell’1,20% fino a 20 anni di durata, dell’1,50% oltre i 20 anni. In pratica, gli istituti di credito che aderiscono devono limitare almeno alla metà gli spread solitamente applicati, riducendo il loro guadagno a favore di tassi più accessibili.
Pochi lo fanno. La coppia ha bussato alle porte di decine e decine di agenzie in otto città, spacciandosi per una coppia semiprecaria, lei col posto fisso lui no: quasi nove agenzie su dieci hanno ignorato il Fondo dicendo di non conoscerlo. Solo nove su 71 hanno fatto l’offerta di mutuo applicando lo spread previsto dal Fondo.
di CATERINA PASOLINI
spunti tratti da repubblica.it

INSALATE IN BUSTA, IL GRANDE IMBROGLIO: VANNO LAVATE


7 luglio 2012
Si scrive “pronte da consumare”, si dovrebbe leggere “lavare accuratamente prima di consumarla”. A dispetto delle indicazioni riportate sulle confezioni, le insalate in busta – tagliate, lavate e asciugate – richiedono un ulteriore lavaggio domestico. Necessario per diluire la carica microbica.
Uno studio pubblicato dal settimanale il Salvagente e condotto dall’Università di Torino su 100 buste di insalata pronta ha infatti denunciato elevate quantità microrganismi di varia natura. Una carica che in pochi giorni cresce in misura esponenziale. Con due conseguenze: un aumentato rischio di tossinfezione alimentare quando sono presenti microrganismi patogeni; e un deperimento del prodotto in tempi troppo rapidi, ben prima della scadenza indicata sulla confezione in 5-7 giorni.
Carica eccessiva
Il campione analizzato a Torino è composto di diversi vegetali: insalata mista (20 buste), spinacino novello (20), cicorino verde tagliato (27), lattughino verde (20), carote (13). Ed è stato testato nel giorno del confezionamento e in quello della scadenza indicata dal produttore. Stante il vuoto normativo che ancora caratterizza il settore, i ricercatori hanno adottato i parametri microbiologici della normativa francese, oltre a quelli della legislazione comunitaria (reg. 2073/05), che però contempla solo i microrganismi patogeni. I risultati sono sconcertanti, specie per i prodotti venduti a caro prezzo come pronti per il consumo.
Oltre i limiti
Alle analisi della carica mesofila totale a 37 gradi, il 40% dei campioni vagliati nel giorno del confezionamento è risultato oltre i limiti. Dopo i 5-7 giorni di vita commerciale, la quota degli irregolari è balzata all’87%.
Con la stessa dinamica, il 30% delle insalate colte in fallo al test della colimetria è balzato al 60% nel giorno della scadenza.
E l’Escherichia coli
Anche la ricerca dei microrganismi patogeni, quelli in grado di fare ammalare una persona sana, ha evidenziato anomalie preoccupanti. Nel 3% delle buste i ricercatori hanno individuato l’Escherichia coli. E in 2 casi su 3 l’esame ha evidenziato la patogenicità della contaminazione.
Percentuali persino più elevate sono invece il risultato della ricerca di altri germi patogeni: l’Enterobacter sakazakü è stato isolato nel 10% dei campioni, lo Pseudomonas nel 17% e lo Staphylococcus nel 18% delle insalate.
Peggio quelle a foglia tagliata
In generale, le insalate più esposte sono quelle con la foglia tagliata. La ragione, spiega al settimanale dei consumatori Stefania Fornasero, coautrice della ricerca, è che “l’epitelio (la foglia, ndr) rotto ha una maggiore predisposizione alla contaminazione ambientale”. Più frequente della media è anche la contaminazione degli spinaci, in questo caso per la presenza di terra.
Quali rischi
Sui germi individuati dal laboratorio torinese è bene distinguere. Il dato sulla carica mesofila totale funge più da rivelatore generale della freschezza del prodotto e della sua qualità. Più raffinato è il valore sui coliformi totali: indicatori di igiene che, se molto numerosi, sono segno di degenerazione del prodotto. Foglie marcescenti e maleodoranti, nel caso dell’insalata.
Sicurezza alimentare
Il discorso cambia, e dalla qualità organolettica si sposta sulla sicurezza alimentare, quando ci si imbatte nei germi patogeni. Inquieta la presenza in 3 insalate, 2 volte con carattere patogenico, dell’Escherichia coli, un germe che vive nell’intestino dell’uomo e dell’animale e rileva il contatto dell’alimento con materia fecale.
“Solo potenzialmente patogeni”
La gravità della scoperta purtroppo resta ignota, come il nome dei prodotti analizzati.
Dice al Salvagente Gabriella Amisano, tra gli autori della ricerca: “Si tratta di due casi di Escherichia coli solo potenzialmente patogeni, perché non essendo stata fatta la sierotipizzazione non vi è conferma. La nostra indagine inoltre è qualitativa, non quantitativa. Sappiamo che è un germe indicatore di inquinamento fecale. Ma la sua quantità ne decide la pericolosità. Se il Coli è posto in condizioni ottimali può crescere a un numero significante”.
Le precauzioni
Ipotesi che meriterebbero una verifica più accurata. In attesa della quale non resta che assumere qualche precauzione. Evitare le confezioni vicine alla scadenza; mantenere la catena del freddo, non esponendo l’insalata al caldo; lavare la verdura prima di metterla in tavola; chiudere il sacchetto per impedire contaminazioni con altri alimenti conservati in frigorifero.
Di: Marta Strinati
Fonte: il salvagente.it

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