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giovedì 12 luglio 2012

Operazione Meta: Per la Cassazione le indagini difensive dimostrano l’estraneità di Vincenzo Verduci all’estorsione a Vincenzo Buceto


La prima sezione della Corte di Cassazione ha confermato il provvedimento con cui il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria, in accoglimento del ricorso dei difensori Avvocati Antonino Napoli e Luciano Battista, aveva disposto la scarcerazione di Vincenzo Verduci accusato di essere il mandante dei reati di estorsione ai danni del proprietario terriero Vincenzo Buceto e danneggiamento di un suo fondo, entrambi i reati aggravati dal metodo mafioso.
Il Pubblico Ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, Dottor Giuseppe Lombardo, avverso la scarcerazione di Vincenzo Verduci aveva proposto ricorso in Cassazione, contestando l’esito delle indagini difensive che avevano indotto il Tribunale della Libertà a scarcerarlo, chiedendo l’annullamento dell’ordinanza ed il ripristino della custodia cautelare in carcere.
Nel giudizio davanti la Corte Suprema di Cassazione l’Avvocato Antonino Napoli, difensore di Vincenzo Verduci, ha eccepito l’inammissibilità del ricorso del Pubblico Ministero evidenziando che l’impugnazione riguardava punti non decisivi dell’ordinanza del T. d. L.,  che aveva revocato la custodia cautelare in carcere ed aveva rimesso in libertà Verduci, e che le argomentazioni del ricorso non consentivano di disarticolare la logicità dell’apparato argomentativo della predetta ordinanza.
Il provvedimento del T.d.L. aveva evidenziato che dalle indagini era emerso l’interesse del Verduci all’acquisto del fondo appartenente a Domenico Buceto e non a quello di Vincenzo Buceto, suocero di Giuseppe Guadagnino, oggetto dei gravi atti di intimidazione e danneggiamento per il rifiuto opposto alla sua cessione e non confinante con le proprietà della famiglia Verduci.
La Cassazione ha accolto appieno le argomentazioni dell’Avvocato Napoli in ordine al controllo di legittimità che è demandato alla Suprema Corte ed al contenuto dell’atto di impugnazione nel giudizio di legittimità sancendo l’inammissibilità del ricorso del Pubblico Ministero.
Intanto, il processo Meta è stato diviso in due tronconi, quello principale che si sta celebrando davanti al Tribunale di Reggio Calabria presieduto dalla dottoressa Silvana Grasso e l’altra tranche, che vede imputati Gianluca Favara, Vincenzo Verduci, Nicola Alvaro, Domenico Rugolo e Giasone Italiano, tutti detenuti tranne Vincenzo Verduci, che si sta celebrando a Palmi dinnanzi al Tribunale presieduto dal Dottor Antonio Battaglia, con a latere i Dottori Paris e Ascioti, fissato per il prossimo 19 luglio per l’esame degli ultimi testimoni del Pubblico Ministero Dottor Giuseppe Lombardo.  

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