Visita il nuovo sito Italia Inchieste

E' ONLINE IL NOSTRO NUOVO SITO ITALIA INCHIESTE (http://italiainchieste.it/) CON PIU' NOTIZIE, PIU' SPAZIO PER I LETTORI, PIU' INTERATTIVITA', VIDEO E NOVITA'... VI ASPETTIAMO!!!

venerdì 13 luglio 2012

'NDRANGHETA: DIA CONFISCA BENI PER 28 MLN EURO A 2 IMPRENDITORI

(AGI) - Reggio Calabria, 13 lug. - La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria ha confiscato beni per un valore di circa 28 milioni di euro a due imprenditori della Piana di Gioia Tauro. Il decreto di confisca, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria, fa seguito al sequestro dei beni gia' effettuato, su proposta inoltrata dal Procuratore Distrettuale della citta' ed ha interessato quattro importanti societa' di capitali, un fabbricato e numerosi rapporti finanziari nei confronti degli eredi dell'imprenditore Antonino Princi, morto il 7 maggio 2008 a 45 anni per le ferite riportate in un attentato nel quale e'satta fatta esplodere la sua auto e del fratello, Natale Princi, 46 anni.
Antonino Princi, noto imprenditore, attivo nella piana di Gioia Tauro nel settore abbigliamento/tessile ed in quello immobiliare, aveva interessi anche nel mondo del calcio essendo stato azionista della U.S. Catanzaro Calcio spa e presidente della Delianuova Calcio srl. - Era genero di Domenico Rugolo, presunto boss di Oppido Mamertina (RC), arrestato nel maggio 2008 nell'ambito dell'operazione "Saline" condotta dal Centro Operativo DIA di Reggio Calabria ed assolto in Appello. Il suo ingente patrimonio mobiliare ed immobiliare e' stato sottoposto prima a sequestro e successivamente confiscato dalla stessa DIA reggina, i cui accertamenti hanno portato altresi' ad infliggere al vecchio patriarca - riconosciuto socialmente pericoloso - nel 2010, la misura della sorveglianza speciale. Per gli inquirenti Princi aveva il ruolo di cooperare col suocero Domenico Rugolo nella gestione degli interessi economici della cosca, attraverso l'acquisizione di beni (anche tramite prestanome) e la partecipazione ad iniziative imprenditoriali funzionali al reimpiego ed al riciclaggio dei proventi illeciti del sodalizio criminoso. Princi, secondo gli inquirenti, aveva in mente di rimodulare gli obiettivi della cosca secondo criteri piu' moderni ed imprenditoriali superando l'ormai vetusta mentalita' legata agli interessi rurali dell'anziano parente. In tale ottica era diventato, tra l'altro, socio occulto della Devin spa, azienda che ha realizzato la megastruttura commerciale nota come "Porto degli Ulivi" a Rizziconi (RC), successivamente venduta agli svizzeri della banca Credit Suisse. Il ruolo di Princi e' stato confermato dai pentiti Saverio Mammoliti e Girolamo Bruzzese secondo i quali Princi ripuliva i soldi del suocero reinvestendoli in attivita' redditizie, apparentemente legali. 
Princi era stato destinatario di una richiesta di custodia cautelare in carcere da parte della Procura Distrettuale di Reggio Calabria, in quanto indagato per associazione mafiosa nell'operazione "saline". Il gravissimo attentato dinamitardo subito, aveva tuttavia indotto il Gip distrettuale a non emettere il provvedimento restrittivo nei suoi confronti pur riconoscendo la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza in ordine ai fatti contestati. Per quanto concerne Natale Princi, secondo gli investigatori, in quanto stabile contitolare di partecipazioni societarie in attivita' imprenditoriali funzionali all'occultamento di capitali illeciti con il fratello Antonino, era "strumento essenziale e consapevole" di un meccanismo illecito finalizzato alla sopravvivenza del sodalizio mafioso. Il Tribunale, nel provvedimento odierno, ha confermato tale posizione affermando che Natale Princi "si e' consapevolmente e stabilmente prestato a farsi "gestire" dal fratello per assecondare e garantire gli obiettivi illeciti di quest'ultimo." Il provvedimento di confisca fa seguito al sequestro dei beni gia' effettuato nel giugno 2009, su proposta inoltrata dal Procuratore Distrettuale di Reggio Calabria. Le imprese dei fratelli Princi sono state espressamente qualificate dall'organo giudiziario come tipiche "imprese mafiose" con meccanismi di alimentazione illecita. I beni oggi confiscati comprendono quote sociali e patrimonio aziendale della "Princi srl", con sede a Gioia Tauro; quote sociali e patrimonio aziendale della "Primar srl", con 2 punti vendita a Gioia Tauro al dettaglio e all'ingrosso di prodotti tessili ed un punto vendita nell centro commerciale " Porto degli Ulivi" a Rizziconi; quote sociali e patrimonio aziendale della "Duegi' immobiliare srl" con sede a Gioia Tauro; quota del 20% del capitale sociale della "Delianuova calcio srl"; un fabbricato con sede a Palmi; numerosi rapporti finanziari (dossier titoli, conti correnti) personali ed aziendali.

Nessun commento:

Posta un commento

Puoi commentare questa notizia.