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martedì 26 luglio 2011

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'NDRANGHETA: CLAN PESCE,CONVALIDATI GLI ARRESTI PER I 5 ROSARNESI (AGI) - Palmi, (Reggio Calabria), 23 lug. - Giornata di convalide e patteggiamenti per i 5 uomini che sabato scorso sono stati arrestati dai carabinieri a Rosarno, nel Reggino, nell'ambito di una operazione per la ricerca di latitanti legati alla cosca Pesce. Tre sono stati processati per direttissima davanti al giudice monocratico del Tribunale di Palmi, gli altri due sono comparsi davanti al gip per la convalida del fermo. Ad Antonio Elia, che risponde di furto aggravato di energia elettrica e del possesso di una carabina, e' stato convalidato l'arresto e ha patteggiato 10 mesi di reclusione e immediata scarcerazione; per il figlio Paolo Elia, che risponde solo di furto di energia elettrica, il giudice ha disposto l'obbligo di firma e la sua posizione sara' trattata il 21 settembre prossimo cosi' come richiesto da suo legale. L'ultimo che e' stato processato per direttissima e' Francesco Giovinazzo, che risponde di furto di energia elettrica e possesso di un fucile senza matricola. L'uomo ha patteggiato 1 anno e due mesi di reclusione ed e' stato scarcerato. Francesco Messina, 78enne, trovato in possesso di una pistola calibro 9 ed un fucile, e' comparso davanti al gip per essere interrogato. Per l'anziano il giudice per le indagini preliminari ha disposto gli arresti domiciliari; Per quanto riguarda Giuseppe Consiglio, la difesa ha chiesto la rimissione in liberta' con l'obbligo di firma, o gli arresti domiciliari. Il gip si e' riservato di decidere.

'NDRANGHETA: IL CAFE' DE PARIS, CUORE DELLA DOLCE FAMOSO E MALEDETTO, AI SUOI TAVOLI FELLINI E SINATRA (di Simona Tagliaventi) (ANSA) - ROMA, 25 LUG - Famoso e maledetto. Il Cafe' de Paris di via Veneto a Roma, il caffe' della Dolce Vita, che tra i suoi tavolini ha ospitato Federico Fellini, Frank Sinatra e Domenico Modugno, fu fondato nel 1956 da Vittorio Tombolini, detto Victor, e da allora e' passato dalla ribalta a investimento per cosche mafiose. Era il novembre del 2008 quando usci' la notizia che la Dda di Reggio Calabria stava conducendo un'inchiesta sull'acquisto, da parte della 'ndrangheta, dello storico Cafe' de Paris, il caffe' della Dolce Vita di via Veneto, a Roma. Un'inchiesta che porto' il 22 luglio del 2009 al sequestro del locale da parte dei carabinieri del Ros e dalla Guardia di finanza perche' risultato nella disponibilita' della cosca Alvaro della 'ndrangheta. Proprietario del noto locale risultava essere Damiano Villari, un insospettabile barbiere di Santo Stefano di Aspromonte, piccolo centro in provincia di Reggio Calabria. Secondo gli inquirenti il gestore sarebbe stato collegato a Vincenzo Alvaro, 45 anni, nativo di Cosoleto (Reggio Calabria) e ritenuto l'attuale reggente dell'omonimo clan mafioso che domina la zona del preaspromontano della provincia di Reggio. Entrambi furono arrestati. Villari inoltre fu condannato anche con l'accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti della cassiera. Negli anni della Dolce vita, con via Veneto gremita di star del cinema e intellettuali, era solito segnalare ai paparazzi la presenza in giro dei vip. Tra questi, per esempio, Federico Fellini, il regista de 'La dolce vita', al quale e' intitolata una sala del locale. Tra gli avventori anche un 'focoso' Frank Sinatra. Nel 1965 'The voice' fu protagonista di una celebre rissa tra i suoi 'gorilla' e alcuni fotografi italiani, terminata con una stretta di mano ai paparazzi e il grido 'Go home!' di Domenico Modugno rivolto alle guardie del corpo di Sinatra. Ma soprattutto il Cafe' de Paris, il ''caffe' della dolce vita'', fu teatro anche di un attentato. La notte del 16 settembre 1985, infatti, due bombe a mano lanciate tra i tavolini del bar pieni di turisti stranieri causarono il ferimento di 38 persone. Per l'attentato, rivendicato dall' Organizzazione rivoluzionaria dei musulmani socialisti, fu condannato nel 1988 il palestinese Ahmad Hassen Abu Ali' Sereya. Sfortunato dunque uno dei locali piu' famosi di Roma: nel 1982 i due amministratori dell'epoca furono denunciati per frode in commercio: il bar includeva nel menu' specialita' di pesce, senza indicare che si trattava di pesce surgelato. Dieci anni dopo, nel 1992, il Cafe' de Paris fu chiuso per motivi igienici. Un'ispezione della asl Rm1 verifico' infatti carenze igienico sanitarie nella conservazione degli alimenti e sporcizia nei bagni e nelle cucine. Famoso e maledetto. Il Cafe' de Paris di via Veneto a Roma, il caffe' della Dolce Vita, che tra i suoi tavolini ha ospitato Federico Fellini, Frank Sinatra e Domenico Modugno, fu fondato nel 1956 da Vittorio Tombolini, detto Victor, e da allora e' passato dalla ribalta a investimento per cosche mafiose. Era il novembre del 2008 quando usci' la notizia che la Dda di Reggio Calabria stava conducendo un'inchiesta sull'acquisto, da parte della 'ndrangheta, dello storico Cafe' de Paris, il caffe' della Dolce Vita di via Veneto, a Roma. Un'inchiesta che porto' il 22 luglio del 2009 al sequestro del locale da parte dei carabinieri del Ros e dalla Guardia di finanza perche' risultato nella disponibilita' della cosca Alvaro della 'ndrangheta. Proprietario del noto locale risultava essere Damiano Villari, un insospettabile barbiere di Santo Stefano di Aspromonte, piccolo centro in provincia di Reggio Calabria. Secondo gli inquirenti il gestore sarebbe stato collegato a Vincenzo Alvaro, 45 anni, nativo di Cosoleto (Reggio Calabria) e ritenuto l'attuale reggente dell'omonimo clan mafioso che domina la zona del preaspromontano della provincia di Reggio. Entrambi furono arrestati. Villari inoltre fu condannato anche con l'accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti della cassiera. Negli anni della Dolce vita, con via Veneto gremita di star del cinema e intellettuali, era solito segnalare ai paparazzi la presenza in giro dei vip. Tra questi, per esempio, Federico Fellini, il regista de 'La dolce vita', al quale e' intitolata una sala del locale. Tra gli avventori anche un 'focoso' Frank Sinatra. Nel 1965 'The voice' fu protagonista di una celebre rissa tra i suoi 'gorilla' e alcuni fotografi italiani, terminata con una stretta di mano ai paparazzi e il grido 'Go home!' di Domenico Modugno rivolto alle guardie del corpo di Sinatra. Ma soprattutto il Cafe' de Paris, il ''caffe' della dolce vita'', fu teatro anche di un attentato. La notte del 16 settembre 1985, infatti, due bombe a mano lanciate tra i tavolini del bar pieni di turisti stranieri causarono il ferimento di 38 persone. Per l'attentato, rivendicato dall' Organizzazione rivoluzionaria dei musulmani socialisti, fu condannato nel 1988 il palestinese Ahmad Hassen Abu Ali' Sereya. Sfortunato dunque uno dei locali piu' famosi di Roma: nel 1982 i due amministratori dell'epoca furono denunciati per frode in commercio: il bar includeva nel menu' specialita' di pesce, senza indicare che si trattava di pesce surgelato. Dieci anni dopo, nel 1992, il Cafe' de Paris fu chiuso per motivi igienici. Un'ispezione della asl Rm1 verifico' infatti carenze igienico sanitarie nella conservazione degli alimenti e sporcizia nei bagni e nelle cucine.

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