E’ stata presentata stamane,
alla Camera dei Deputati, una mozione fortemente voluta dai deputati Ferdinando
Aiello (deputato SEL Calabria) e Serena Pellegrino (deputata SEL Friuli Venezia
Giulia), e firmata dal Capogruppo SEL Gennaro Migliore, dalla deputata SEL
Celeste Costantino e dal deputato PD Ernesto Magorno.
Hanno collaborato alla
stesura del documento, ognuno per le proprie competenze scientifiche, il
Coordinamento dei Comitati contro il Rigassificatore - Calabria, ed i professori di chiara fama Giorgio
Trincas, Radoslav Nabergoj e Marino Valle, che hanno fornito la propria
esperienza scientifica maturata dopo oltre tre anni di analisi e studi nel
Tavolo Tecnico Rigassificatori Trieste.
Nella Mozione si chiedono “Misure idonee ed urgenti al fine di
congelare le procedure autorizzative per i rigassificatori on-shore insistenti
sul suolo nazionale”. Prendendo ad esempio i progetti dei rigassificatori di Gioia Tauro e Trieste
e le gravi anomalie procedurali in
questi iscritte, (anomalie che avrebbero dovuto richiedere l’immediato
annullamento delle procedure VIA), il
Coordinamento dei Comitati contro il Rigassificatore - Calabria, ed i Professori evidenziano che allo stato
attuale, in assenza di un piano energetico nazionale e vista la diminuita richiesta
di prodotto sul mercato, non si giustifica economicamente la costruzione di
nuovi impianti.
“Da anni sono disponibili
soluzioni tecniche alternative al problema della rigassificazione di gas
naturale liquefatto, per quanto attiene la fornitura diversificata di metano
dallo ‘spot market’ il gas va rigassificato in mezzo al mare, in acque
internazionali, utilizzando soluzioni di pressoché nullo impatto ambientale e
che abbiano come utenza i servizi energetici e le popolazioni croate, italiane
e slovene dell’Alto Adriatico, per risolvere il problema di un rifornimento
flessibile e diversificato devono essere applicate soluzioni impiantistiche da allocare in mare
aperto che abbiano come requisiti primari di essere invisibili da terra, di
essere lontane da città, aree industriali e centri turistici; di essere sicure,
pulite, efficienti, economiche”.
Si chiede al governo di
invitare con urgenza il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e
del Mare a fronte delle gravi carenze evidenziate e delle sostanziali modifiche
riscontrate - a revocare immediatamente, agendo in base al principio
dell’autotutela amministrativa, le autorizzazioni concesse, riesaminando in
tutti i pareri acquisiti durante tali procedure, che recano un tal numero di
prescrizioni e condizioni da configurarsi quali valutazioni negative sul
progetto e quindi tali da porsi come pronunciamenti negativi sulla loro
realizzabilità;
a chiedere la revisione
completa di tutta la progettazione e la rinnovazione integrale della procedura
VIA, viste le gravi carenze evidenziate – in particolare la caratterizzazione
di massima sismicità del territorio e la completa assenza della VAS nel caso di
Gioia Tauro - e le sostanziali modifiche riscontrate posizionando le
apparecchiature di processo dell’impianto in maniera diversa rispetto al
progetto preliminare, rendendo così il progetto definitivo un elaborato
sostanzialmente diverso dal progetto che era stato a suo tempo autorizzato;
a subordinare ogni e
qualsiasi ulteriore decisione in merito ad un piano energetico nazionale;
a predisporre in tempi
ristretti un piano energetico nazionale che sia adeguato alle esigenze del
Paese e armonizzato, nel caso di Trieste, con quelle dei paesi europei
immediatamente confinanti;
a predisporre una norma che vincoli i funzionari
preposti alle procedura di valutazione di impatto ambientale ai principi
dell’etica della sicurezza, stabilendo i parametri di quale debba essere il
rischio accettabile per un insediamento antropico sul territorio in funzione
del modello si sviluppo sociale, economico ed ambientale che gli Enti preposti
al controllo amministrativo del territorio si saranno dati.
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