In merito alla paventata chiusura
della Casa Circondariale di Lamezia Terme, raccogliendo le preoccupazioni
espresse da organizzazioni sindacali, istituzioni ed associazioni, il
presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico ha scritto al Capo del Dipartimento
dell’Amministrazione penitenziaria Giovanni Tamburino, per
ribadire “la sua più netta contrarietà”.
Talarico assicura: “l’Istituzione che rappresento
promuoverà tutte le azioni che saranno necessarie per garantire il mantenimento
di un presidio di sicurezza importante
nella sede di Lamezia (terza città della
Calabria per densità abitativa) che, in caso contrario, sarebbe l’unica
a vedere soppressa la Casa Circondariale in cui lavorano oltre settanta
operatori”.
“Auspicando
una immediata riconsiderazione di decisioni che porterebbero alla soppressione
del carcere di Lamezia e, in attesa di poter incontrare il signor Ministro
della Giustizia, mi preme mettere in evidenza - aggiunge il Presidente - che una non augurabile decisione di
chiusura, costringerà i familiari di molti detenuti a recarsi in altre sedi per
far visita ai propri congiunti; provocherà disagi a magistrati ed avvocati che
operano nel Tribunale di Lamezia e non contribuirà certamente a risolvere, anzi
la aggraverà, la questione del sovraffollamento nella carceri che, come ha
commentato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è una di quelle
questioni che rappresenta ‘una
mortificante conferma della perdurante incapacità del nostro Stato a garantire
i diritti elementari dei reclusi’”.
“Sarebbe
un grave errore, pertanto - conclude il presidente del Consiglio - chiudere il
carcere di Lamezia, mentre da più parti si invocano interventi strutturali
capaci di far fronte al sovraffollamento
e ai disagi che ne derivano. Come è stato dimostrato, nell’occasione
della chiusura, poi scongiurata, di alcuni Tribunali in Calabria, le
soppressioni non comportano riduzioni della spesa, anzi finiscono con
l’appesantirla”.
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