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domenica 24 marzo 2013

PASQUA: TORNA IL RITO DEI 'VATTIENTI' IN CALABRIA, NOCERA E VERBICARO VERSO GEMELLAGGIO I FLAGELLANTI SONO UNA TRADIZIONE PLURISECOLARE

Cosenza, 24 mar. - (Adnkronos) - Fervono i preparativi a Verbicaro e Nocera Terinese per la celebrazione dei 'battenti' o 'vattienti', uno degli appuntamenti clou della Settimana Santa in Calabria. E quest'anno i due paesi in cui si svolge la manifestazione religiosa potrebbero gemellarsi. L'invito agli abitanti di Nocera Terinese arriva direttamente dalla pro loco di Verbicaro. ''Salve cari colleghi di Nocera vi invito ufficialmente a Verbicaro x la notte del giovedi santo x buttare le basi di un gemellaggio tra le 2 Pro loco ..'', hanno scritto su Fb i curatori della pagina dell'associazione turistica del centro cosentino ai loro omologhi di Nocera. E la risposta non si e' fatta attendere: ''Grazie. Ci sentiremo presto''. Il rito, in molti casi tramandato da padre in figlio, si ripete da secoli: i 'vattienti', vestiti di rosso con un semplice pantaloncino corto, una maglietta e un fazzoletto intorno al capo, mortificano pubblicamente il loro corpo con la flagellazione fino a far sgorgare il sangue dalle ferite provocate dal 'cardu' o 'cardiddo', un disco di sughero su cui, grazie a uno strato di cera, sono infissi tredici acuminati pezzetti di vetro, detti 'lanze'. Pieni di ferite e di sangue, a voler imitare quelle che sono state le sofferenze di Gesu', i battenti percorrono le vie del paese, rilasciando sui muri i segni delle mani insanguinate. La celebrazione dei battenti suscita sempre un acceso dibattito: da alcuni viene infatti considerato un rito cruento e non al passo con i tempi. E se da un lato c'e' chi vorrebbe l'abolizione di questa pratica dall'altra ci sono i suoi sostenitori, che nella flagellazione vedono l'espressione della devozione popolare. A Verbicaro il rito dei battenti si terra' giovedi' intorno alla mezzanotte. Poi, intorno alle 3.30, prendera' il via dalla Chiesa di San Giuseppe la processione dei misteri anche detta processione degli incappucciati. A sfilare per le vie del paese sono infatti i cosiddetti Giudei, incappucciati e vestiti con un camice bianco, e il Cristo che cammina a piedi nudi seguendo il ritmo del tamburo e della troccola che si alterna a canti funerei delle donne in processione e dalle musiche tristi della banda. Le donne, che camminano spesso scalze, portano sul capo le menzarule e i rimajjetti. I fedeli seguono il corteo con le candele accese. E ad ogni angolo ecco le recite degli angioletti, bambini che con una cadenza strana narrano le vicende della condanna, della passione e morte di Gesu'. E' gia' giorno fatto quando il corteo ritorna nuovamente al punto di partenza. Ad accoglierlo sulla scalinata della chiesa le recite degli angioletti e la predica del padre predicatore che in pochi minuti di solenne meditazione pone fine alla lunga notte di preghiera Il pomeriggio del venerdi' e' invece dedicato alla visita ai sepolcri e all'adorazione della Croce. Ma e' la sera, all'imbrunire, che si svolge la processione forse piu' suggestiva. La Vergine Addolorata viene portata in corteo verso il luogo dove si celebrera' la predica di Passione, con meditazioni, preghiere e canti. Il sabato Santo, come in tutte le chiese del mondo, si celebra la messa di Resurrezione. Fuori della chiesa viene benedetto il fuoco, acceso, secondo tradizione, con una pietra focaia. Sull'altare maggiore viene issato un grande telo con su raffigurato il Cristo che porta la croce, telo che all'intonazione del Gloria verra' fatto cadere per dar spazio alla statua del Cristo Risorto. A Nocera Terinese il rito dei vattienti si svolge durante il venerdi' e il sabato che precedono la Pasqua: i flagellanti si aggirano per le vie del paese, mentre si svolge la processione con la statua della Madonna dell'Addolorata, secondo una tradizione che si fa risalire al XIII secolo. Con la testa avvolta da un panno nero e da un ramo di 'sparaconga', lavorato in modo tale da formare una corona, e pantaloncini corti per lasciare scoperte le gambe, i vattienti, con gli strumenti penitenziali, la 'rosa' e il 'curdo', si percuotono con movimenti ritmici le cosce e i polpacci e poi passano la rosa bagnata del loro sangue sul petto dell'Ecce-Homo, un compagno a cui sono allacciati con una cordicella. Girano per le strade mischiati alla processione e quando sono vicini alla statua della Madonna, fanno il segno della croce, si percuotono e versano il loro sangue ai piedi della Vergine. 

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