Senza soluzione di continuità è
l’attività della Questura di Reggio Calabria finalizzata al sequestro ed alla
confisca dei beni alla criminalità organizzata o comunque illecitamente
acquisiti, per un valore complessivo, in questa occasione, di circa due
milioni e trecentomila euro.
*****************
In tale contesto, personale della
Divisione Anticrimine, ha eseguito il decreto di confisca emesso nel marzo
scorso, dal Tribunale di Reggio Calabria, Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di:
·
MODAFFERI Giuseppe, nato a Reggio Calabria il 04.01.1966 ed
ivi residente.

L’odierna operazione di confisca beni, rappresenta una
conferma della bontà delle indagini patrimoniali, condotte dall’Ufficio Misure
di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine, che hanno dimostrato che il
Modafferi, in virtù della appartenenza al sodalizio mafioso, era riuscito ad
accumulare un ingente capitale, sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, che
costituiscono il reimpiego di proventi illeciti perché acquistati con le
risorse illecite della cosca o da quest’ultima ricevuti a titolo di compenso
per l’opera prestata.
Il
Tribunale – Sez. Mis. Prev. di Reggio Calabria - accogliendo le suddette
risultanze investigative, ha emesso il provvedimento di confisca
beni, costituiti da:
·
Intero capitale sociale e patrimonio aziendale della s.r.l.
“MODIR EDILIZIA SRL” con sede in Reggio Calabria;
·
01 fabbricato sito in Reggio Calabria;
·
01 autorimessa ed un’autovettura.
Il valore complessivo ammonta a
circa trecentomila euro.
****************

·
SANTANGELO
Massimo, nato a Reggio Calabria, il 06.12.1954, condannato alla pena di otto
anni di reclusione con sentenza della Corte di Assise di Appello di Reggio
Calabria del 23.1.2002, per associazione a delinquere di stampo mafioso quale
appartenente alla cosca di ’ndrangheta “Labate”
operante in città, e per altri reati.
Come noto, il citato art.12
sexies prevede la confisca obbligatoria del denaro, dei beni o delle altre
utilità di cui il condannato per particolari delitti, tra i quali quello di cui
all’art.416-bis c.p., non possa giustificare la provenienza e di cui, anche per
interposta persona, risulti essere titolare o avere la disponibilità, a
qualsiasi titolo, in misura sproporzionata al proprio reddito dichiarato ai
fini delle imposte sui redditi, o all’attività economica svolta.
Gli accertamenti patrimoniali
svolti hanno dimostrato la logica riconducibilità dei beni oggetto della
confisca nella disponibilità del condannato, sussistendo, nel caso di specie,
il duplice presupposto della sproporzione tra valore dei beni e reddito
dichiarato e dell’assenza di elementi giustificativi che consentano di
ricondurre gli incrementi patrimoniali a delle operazioni lecite non solo sul
piano giuridico, ma anche su quello economico.
I beni oggetto di confisca a
carico del SANTANGELO e degli appartenenti al suo nucleo familiare, sono
costituiti da:
·
Un lastrico
solare di immobile sito in Reggio Calabria.
·
04 appartamenti
ed un garage siti nel Comune di Reggio Calabria.
Il valore complessivo ammonta a circa
due milioni di euro
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