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lunedì 11 giugno 2012

QUESTURA DI REGGIO CALABRIA: CONFISCATI BENI PER OLTRE 2 MLN DI EURO


Senza soluzione di continuità è l’attività della Questura di Reggio Calabria finalizzata al sequestro ed alla confisca dei beni alla criminalità organizzata o comunque illecitamente acquisiti, per un valore complessivo, in questa occasione, di circa due milioni e trecentomila euro.
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In tale contesto, personale della Divisione Anticrimine, ha eseguito il decreto di confisca emesso nel marzo scorso, dal Tribunale di Reggio Calabria, Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di:

·        MODAFFERI Giuseppe, nato a Reggio Calabria il 04.01.1966 ed ivi residente.


Come si ricorderà, nell’ottobre dello scorso anno, l’interessato, era già stato gravato da un provvedimento di sequestro beni, su proposta della Questura di Reggio Calabria, rientranti nella sua diretta ed indiretta disponibilità ritenendo sussistenti gli indizi di pericolosità sociale qualificata e di sproporzione reddituale.                      Tale provvedimento si fondava sulle evidenze investigative raccolte nel corso della c.d. operazione “Alta Tensione” (che ha originato il proc.pen. n.259/06 DDA), con cui è stato possibile accertare l’esistenza di una cosca di ‘ndrangheta denominata “Borghetto- Caridi - Zindato”, operante nei quartieri cittadini di Modena, Ciccarello e San Giorgio, dove era stata riscontrata una particolare recrudescenza del fenomeno delle estorsioni.                                                                                                             Il Modafferi, ritenuto pienamente integrato nel sodalizio criminoso, esplicitava le condotte illecite commesse in nome e per conto della cosca di appartenenza funzionali al controllo esclusivo del settore dei lavori edili.
L’odierna operazione di confisca beni, rappresenta una conferma della bontà delle indagini patrimoniali, condotte dall’Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine, che hanno dimostrato che il Modafferi, in virtù della appartenenza al sodalizio mafioso, era riuscito ad accumulare un ingente capitale, sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, che costituiscono il reimpiego di proventi illeciti perché acquistati con le risorse illecite della cosca o da quest’ultima ricevuti a titolo di compenso per l’opera prestata.
Il Tribunale – Sez. Mis. Prev. di Reggio Calabria - accogliendo le suddette risultanze investigative, ha emesso il provvedimento di confisca beni, costituiti da:
·        Intero capitale sociale e patrimonio aziendale della s.r.l. “MODIR EDILIZIA SRL” con sede in Reggio Calabria;
·        01 fabbricato sito in Reggio Calabria;
·        01 autorimessa ed un’autovettura.
Il valore complessivo ammonta a circa trecentomila euro.


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E’stata altresì eseguita, da personale della Divisione Polizia Anticrimine - Ufficio Misure di Prevenzione, il decreto di confisca, emesso nel maggio scorso dalla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria, ai sensi ex art. 12 sexies d.l.n.306/1992 conv.in l. n.356/1992, nei confronti di:

·        SANTANGELO Massimo, nato a Reggio Calabria, il 06.12.1954, condannato alla pena di otto anni di reclusione con sentenza della Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria del 23.1.2002, per associazione a delinquere di stampo mafioso quale appartenente alla cosca di ’ndrangheta “Labate” operante in città, e per altri reati.

Come noto, il citato art.12 sexies prevede la confisca obbligatoria del denaro, dei beni o delle altre utilità di cui il condannato per particolari delitti, tra i quali quello di cui all’art.416-bis c.p., non possa giustificare la provenienza e di cui, anche per interposta persona, risulti essere titolare o avere la disponibilità, a qualsiasi titolo, in misura sproporzionata al proprio reddito dichiarato ai fini delle imposte sui redditi, o all’attività economica svolta.
Gli accertamenti patrimoniali svolti hanno dimostrato la logica riconducibilità dei beni oggetto della confisca nella disponibilità del condannato, sussistendo, nel caso di specie, il duplice presupposto della sproporzione tra valore dei beni e reddito dichiarato e dell’assenza di elementi giustificativi che consentano di ricondurre gli incrementi patrimoniali a delle operazioni lecite non solo sul piano giuridico, ma anche su quello economico.

I beni oggetto di confisca a carico del SANTANGELO e degli appartenenti al suo nucleo familiare, sono costituiti da:
·        Un lastrico solare di immobile sito in Reggio Calabria.
·        04 appartamenti ed un garage siti nel Comune di Reggio Calabria.

Il valore complessivo ammonta a circa due milioni di euro

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