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martedì 12 giugno 2012

Reggi Cal.: Tripodi (PdCI), il nuovo palazzo di giustizia rischia di rimanere una nuova incompiuta. Fondi spariti dal bilancio e l'impresa ha crediti verso il comune per 16 milioni di euro


Il sindaco Arena e la sua giunta, come da copione, tentano clamorosamente di confondere e raggirare l’opinione pubblica anche in merito allo stato dei lavori del nuovo Palazzo di Giustizia. Ancora una volta, le certezze sbandierate nei giorni scorsi da Arena sono poco più di inutili parole al vento, poiché la realtà di quel che resta del cantiere del nuovo Palazzo di Giustizia è letteralmente tragica. Ha, pertanto, sacrosanta ragione il segretario provinciale della Filca-Cisl, Antonino Botta, che, con la sua puntuale denuncia, ha lanciato un ultimativo grido d’allarme, poiché vi è il concreto rischio che il Palagiustizia possa tramutarsi in una nuova drammatica incompiuta a causa della situazione di smobilitazione ed abbandono del cantiere in questione. Non potranno, pertanto, essere gli artifizi o gli illusionismi verbali del sindaco Arena a cambiare lo stato del nuovo Palazzo di Giustizia e, soprattutto, gli importi dei fondi indispensabili per la conclusione, purtroppo remota, dello stesso. Denaro da accreditare alla Bentini (azienda appaltatrice) per pagare i crediti pregressi e per completare l’opera. A scanso di equivoci e per estrema chiarezza, possiamo affermare, carte alla mano, che per teminare il nuovo Palazzo di Giustizia sono necessari almeno 21 milioni di euro. Proprio così, un fiume di denaro.
Il calcolo aritmetico è semplicissimo e solo chi è in malafede ha tentato di eluderlo.
Dunque: l’amministrazione comunale deve pagare ben 10 milioni di euro per i lavori, già eseguiti, della variante al progetto. Si tratta di opere fuori capitolato che furono autorizzate in parola. Pratica discutibile, ma, vista l’entità delle somme, abbondantemente utilizzata nella costruzione del nuovo Palagiustizia.
Inoltre, l’amministrazione comunale deve pagare alla Bentini circa 6 milioni di euro per una parte di lavori previsti, già eseguiti e, addirittura, da lungo tempo, fatturati.
Il debito del Comune di Reggio Calabria per lavori già effettuati è, quindi, di circa 16 milioni di euro.
Infine, mantenendoci molto, forse troppo, bassi, vi è bisogno di almeno altri 5 milioni di euro per completare l’opera.
Bene, la banale somma aritmetica consegna un numero vertiginoso: circa 21 milioni di euro.
Quindi, 21 milioni di euro sarebbe, per difetto, l’importo necessario per finire, forse, il nuovo Palazzo di Giustizia. E’ ovvio che sulla fondatezza dei dati indicati siamo pronti a ogni pubblico confronto.
Pertanto, il puerile tentativo del sindaco Arena di abbindolare la città attraverso dichiarazioni palesemente errate, evidenzia, ancora una volta, l’assoluta mancanza di attendibilità.
La verità è che il cantiere del nuovo Palazzo di Giustizia è ridotto ad un triste cimitero.
Il sindaco Arena fa finta di non sapere che la Bentini, nei fatti, ha smobilitato. Degli ultimi 30 lavoratori che erano in servizio nel cantiere sono rimasti in attività soltanto 10, mentre agli altri 20 è stata concessa la cassa integrazione per 13 settimane che scadrà giorno 1 settembre. Come se non bastasse, le numerose aziende subappaltatrici che davano lavoro ad oltre 70 operai e che si occupavano di alcune specifiche lavorazioni, quali le facciate, le coperture, le pareti in carton-gesso, ecc., hanno abbandonato il cantiere poiché vantano, a loro volta, un enorme credito dalla Bentini. Una situazione paradossale che, a cascata, sta provocando una macelleria sociale causata unicamente dalla pessima e fallimentare gestione finanziaria dell’Amministrazione comunale e dello strombazzato modello-Reggio che, come noto, ha prodotto una voragine finanziaria e una bancarotta etica e morale. Ancora una volta il sindaco Arena, invece di procedere ad una onesta ed inevitabile operazione-verità, ha tentato furbescamente di eludere la cruda e incontrovertibile realtà  attraverso il racconto di favole e per mezzo di una palese omissione di fatti incontrovertibili. E’ la seconda volta, nel giro di poche settimane, che Arena dichiara, urbi et orbi, di volare a Roma per risolvere i problemi. Nel primo caso, quello dell’altra grandissima incompiuta chiamata Parco Lineare Sud, la missione romana, preso atto dell’assordante silenzio che l’ha seguita, si è trasformata in una piacevole, quanto infruttuosa e fallimentare, gita nella Capitale. In questo caso temiamo che sia del tutto inutile andare a Roma, poiché vi è il rischio che qualcuno possa chiedere conto al sindaco Arena sulla destinazione dei soldi già stanziati e inviati al Comune per la costruzione del nuovo Palazzo di Giustizia. Fondi, guarda caso, distratti e scomparsi dalle casa comunali. Pertanto, al di la degli slogan, è sempre maggiore la certezza che il nuovo Palazzo di Giustizia si trasformi in una tragica incompiuta: emblema, simbolo e monumento del fallimentare modello-Reggio di Scopelliti e Arena. 

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