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giovedì 2 febbraio 2012

L’ausiliare sbaglia importo della multa, mestrina paga 17 euro di tasse Adico: «La burocrazia ha ancora la meglio sul buon senso»

P.M. 48enne mestrina, ha pagato 21 anziché 24 euro per aver dimenticato il tagliando di sosta perché così scritto sul verbale: per i 3 euro mancanti i vigili le chiedono 16,60 euro di tasse.
È costato caro a un’automobilista mestrina parcheggiare sulle strisce blu senza avere esposto il tagliando. Quasi il doppio di quanto prevede il codice della strada. E tutto per colpa dell’ausiliare del traffico di Asm che le ha accertato la violazione, che ha sbagliato a scrivere l’importo sulla multa lasciata sul cruscotto. A raccontare la sua paradossale vicenda è P.M., 48enne di Mestre, che si è rivolta all’Adico Associazione Difesa Consumatori per denunciare l’ingiustizia di cui è stata vittima.
La vicenda risale al 29 ottobre scorso, quando la signora lascia la sua vettura parcheggiata sulle strisce blu sotto casa – una via del centro di Mestre – dimenticandosi di esporre il tagliando di abbonamento residente. Una violazione che il codice della strada sanziona con il pagamento di 24 euro: peccato che l’ausiliare che le compila la multa scriva 21 euro, nella casella dell’importo. La signora però non lo sa e si fida di quanto trova riportato nel verbale, e il giorno dopo fa subito il versamenti di 21 euro in Posta per evitare ogni tipo di spesa aggiuntiva di notifica e per togliersi il pensiero. Poche settimane dopo, invece, la brutta sorpresa: un atto giudiziario con il quale la polizia municipale le notifica un verbale di violazione al codice della strada. Sempre quella del 29 ottobre 2011, e di importo pari a 19,60 euro: 6,60 euro di spese postali più 10 di spese procedurali, oltre naturalmente ai 3 euro che suo malgrado non aveva pagato.
«Ancora una volta la burocrazia vince sul buon senso, e la buona fede ha il valore della carta straccia – commenta il presidente di Adico Carlo Garofolini – e soprattutto c’è un consumatore costretto a pagare per un errore che non ha commesso. Il sorpruso subìto dalla signora che si è rivolta al nostro sportello è veramente odioso: non solo perché è stata costretta a pagare 16,60 euro in più nonostante avesse onorato la sua multa tempestivamente, ma anche perché questo è il tipico caso in cui un cittadino rinuncia a chiedere giustizia perché sa che, pur essendo dalla parte della ragione, un ricorso gli costerebbe in tempo e denaro una cifra molto più alta di quella che deve pagare. Ci auguriamo poi che si tratti di un caso isolato, ascrivibile a un momento di distrazione dell’accertatore – conclude Garofolini – perché se così non fosse sarebbe lecito pensare che sia stata messa in atto la solita macchina per ingrassare le casse comunali».

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