30 gennaio 2012
Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto semplificazioni con qualche novità rispetto alle bozze circolate ed escludendo la contestata norma sul valore della laurea nei concorsi pubblici.
Il provvedimento applica il taglio di 330 leggi inutili, determina risparmi per 1,3 miliardi per le imprese sugli appalti, consente rinnovi più facili per il permesso di soggiorno.
Ecco in sintesi alcune misure contenute nelle bozze circolate e nel comunicato del Consiglio dei ministri.
Il provvedimento applica il taglio di 330 leggi inutili, determina risparmi per 1,3 miliardi per le imprese sugli appalti, consente rinnovi più facili per il permesso di soggiorno.
Ecco in sintesi alcune misure contenute nelle bozze circolate e nel comunicato del Consiglio dei ministri.
- TORNA SOCIAL CARD, DOTE 50 MLN: Torna la social card. Avrà una dotazione di 50 milioni.
- BONUS ASSUNZIONI SUD, PROROGA 1 ANNO: La misura viene prorogata al 2013.
- FARO INPS SU SPESA SOCIALE: La spesa per l’assistenza sociale verrà monitorata dall’Inps che invierà segnalazioni in caso di discordanza dei dati tra le prestazioni e l’Insee.
- GRAVIDANZA ANTICIPATA: Si semplifica la procedura per l’astensione anticipata dal lavoro in caso di gravidanze più complesse.
- PANE NO-STOP: Salta l’obbligo di chiusura domenicale per i panificatori.
- CARTA IDENTITÀ: La scadenza, per le nuove, è fissata al giorno del compleanno.
- CIRCOLAZIONE TIR: Viene eliminata la norma che prevedeva il divieto di circolazione nell’ eventuale o eventuali giorni precedenti o successivi ai giorni festivi.
- TITOLI STUDIO: Equiparazione dei titoli di studio per i concorsi pubblici.
- BOLLINO BLU: Il controllo sui gas di scarico dell’auto si farà solo con la revisione, non ogni anno.
- SPORTELLO TURISTA: Si promuove l’istituzione, con le locali camere di commercio di sportelli del turista.
- NUOVO CALENDARIO AGENDA DIGITALE: Entro due mesi saranno rivisti i tempi dell’Agenda digitale.
- RETI TERRITORIALI SCUOLE: Arrivano per le scuole le ‘retì territoriali. E l’iscrizione all’Università si farà solo via web così come le valutazioni per gli studenti.
- ‘PAREGGIÒ PER ONERI AMMINISTRATIVI: La pubblica amministrazione dovrà ‘pareggiarè gli oneri amministrativi: cioè il saldo tra oneri aggiunti e oneri eliminati dovrà essere pari a zero a fine anno.
- CONTRO LUNGAGGINI COMMISSARIO: Arriva un commissario ad hoc al quale il privato potrà rivolgersi in caso di lungaggini dell’amministrazione.
- CERTIFICATO UNICO PER DIVERSAMENTE ABILI: Un’unica certificazione per attestare lo status di diversamente abile ed aver diritto a tutte le agevolazioni.
- CAMBIO DI RESIDENZA: Si accorciano i tempi per il cambio di residenza.
- SOLO WEB PER COMUNICAZIONI: Le comunicazioni e le trasmissioni tra comuni di atti e di documenti saranno effettuate ‘esclusivamente in modalità telematicà.
- IMPRESE, PARTE SPERIMENTAZIONE: Si prevede un periodo di un anno per attivare percorsi sperimentali di semplificazione amministrativa per gli impianti produttivi e le iniziative ed attività delle imprese sul territorio, in ambiti delimitati e a partecipazione volontaria.
- CONTROLLI A IMPRESE SU WEB: Le amministrazioni dovranno pubblicare sul proprio sito e su www.impresainungiorno.gov.it la lista dei controlli a cui sono assoggettate le imprese.
- BALLI E TESTO UNICO PUBBLICA SICUREZZA: Le autorizzazioni di polizia dureranno 3 anni. Le feste da ballo pubbliche non dovranno chiedere autorizzazioni al questore.
- BANCA DATI CONTRATTI PUBBLICI: È istituita, presso l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici la ‘Banca dati nazionale dei contratti pubblicì.
- APPALTI ‘SOLIDALÌ: Arriva la responsabilità solidale negli appalti tra datore di lavoro, appaltatore ed eventuali subappaltatori.
- DICHIARAZIONI PMI: Arriva la dichiarazione unica ambientale per le piccole e medie imprese.
- PER RICERCA ‘CAPOFILA: Le aziende coinvolte in un progetto di ricerca potranno individuare un ‘capofilà, una sorta di regista che rappresenta le imprese nei rapporti con la p.a.
- CESSIONE TERRENI SARÀ ANNUALE: La vendita dei terreni agricoli pubblici non sarà ‘una tantum’, ma annuale.
Ambientalisti uniti per fermare la riforma della legge sulle aree protette
29 gennaio 2012
La conservazione della natura «è il nostro unico interesse», le aree protette «non possono essere asservite agli interessi privati e locali, bisogna garantire le finalità di tutela proprie del governo dei parchi». Lo dicono – in un comunicato congiunto – il Fai, Italia Nostra, Lipu-BirdLife Italia, Mountain Wilderness e Wwf Italia in merito alle reazioni sul loro appello pubblicato nei giorni scorsi sui maggiori quotidiani nazionali contro la riforma della legge quadro sulle aree naturali protette (394 del ’91).
E allora, spiega il cartello di associazioni, sono almeno 4 i motivi del no alla riforma in discussione alla Commissione ambiente del Senato:
Verrebbero rivisti gli equilibri tra coloro che rappresentano, negli enti di gestione, interessi nazionali generali e chi rappresenta interessi particolari e privati. È quanto mai opportuno nel nostro Paese assicurare il rispetto di quella gerarchia di valori ribadita in più occasioni dalla Corte Costituzionale per la quale la tutela dell’ambiente dovrebbe prevalere sempre su qualunque interesse economico privato.
E’ piena d’insidie – dicono le 5 associazioni del no – la distinzione artificiosa che si vorrebbe introdurre tra attività venatoria e controllo della fauna selvatica, pur con la supervisione dell’Ispra, l’Istituto di ricerca del ministero dell’Ambiente. Si prevede di fatto un diretto coinvolgimento dei cacciatori nella gestione della fauna all’interno delle aree naturali protette.
Manca, come indispensabile premessa ad ogni ipotesi di riforma della Legge attuale, una seria analisi dei problemi nella gestione dei parchi in relazione al ruolo centrale che dovrebbero svolgere per la tutela della natura.
In assenza di una seria valutazione sullo stato delle nostre aree naturali protette, le proposte di riforma della Legge entrano esclusivamente nel merito delle rappresentanze negli Enti di gestione, delle procedure di nomina di Presidenti e Direttori, di possibili meccanismi di finanziamento attraverso royalty che rischiano di determinare pesanti condizionamenti.
E allora, spiega il cartello di associazioni, sono almeno 4 i motivi del no alla riforma in discussione alla Commissione ambiente del Senato:
Verrebbero rivisti gli equilibri tra coloro che rappresentano, negli enti di gestione, interessi nazionali generali e chi rappresenta interessi particolari e privati. È quanto mai opportuno nel nostro Paese assicurare il rispetto di quella gerarchia di valori ribadita in più occasioni dalla Corte Costituzionale per la quale la tutela dell’ambiente dovrebbe prevalere sempre su qualunque interesse economico privato.
E’ piena d’insidie – dicono le 5 associazioni del no – la distinzione artificiosa che si vorrebbe introdurre tra attività venatoria e controllo della fauna selvatica, pur con la supervisione dell’Ispra, l’Istituto di ricerca del ministero dell’Ambiente. Si prevede di fatto un diretto coinvolgimento dei cacciatori nella gestione della fauna all’interno delle aree naturali protette.
Manca, come indispensabile premessa ad ogni ipotesi di riforma della Legge attuale, una seria analisi dei problemi nella gestione dei parchi in relazione al ruolo centrale che dovrebbero svolgere per la tutela della natura.
In assenza di una seria valutazione sullo stato delle nostre aree naturali protette, le proposte di riforma della Legge entrano esclusivamente nel merito delle rappresentanze negli Enti di gestione, delle procedure di nomina di Presidenti e Direttori, di possibili meccanismi di finanziamento attraverso royalty che rischiano di determinare pesanti condizionamenti.
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi commentare questa notizia.