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venerdì 17 giugno 2011

Yesterday News Calabria

'NDRANGHETA: GUP, SI' A REGIONE LOMBARDIA PARTE CIVILE,NO CALABRIA (AGI) - Milano, 16 giu. - Si' alla Regione Lombardia come parte civile, no alla Calabria. Lo ha deciso il gup di Milano Roberto Arnaldi nel processo col rito abbreviato a carico di 119 imputati coinvolti nella maxi-operazione "Infinito" della Dda di Milano che nel luglio 2010 ha portato in carcere oltre 170 persone nella sola Lombardia, dando un duro colpo alle infiltrazioni delle cosche della 'ndrangheta nel capoluogo lombardo e nell'hinterland. Il gup ha inoltre ammesso tra le parti civili i comuni di Pavia, Bollate, Desio, Seregno e Giussano, il Ministero dell'Interno e la Federazione anti - racket. L'esclusione della Calabria e' stata motivata col radicamento in territorio lombardo dell'organizzazione criminale. Tra gli imputati, figura anche Pasquale Zappia, che venne eletto a capo della "Provincia Lombarda", struttura di vertice della 'ndrangheta in Lombardia, nell'ormai famoso summit dell'ottobre 2009 nel centro Falcone-Borsellino di Paderno Dugnano, nel milanese. Altri 39 imputati, invece sono a processo con rito ordinario. Il 14 e il 28 giugno e' prevista la requisitoria del pm Ilda Boccassini nell'aula bunker di via Ucelli di Nemi, dove si stanno svolgendo le udienze. 

'NDRANGHETA: BOSS PENTITO, SOLDI DA EX CONSIGLIERE CALABRIA PRIMA USCITA PUBBLICA FORASTEFANO, MI CHIESE AIUTO CAMPAGNA 2005 (ANSA) - CASTROVILLARI (COSENZA), 16 GIU - L'ex consigliere regionale Franco La Rupa ''mi chiese di dargli una mano per le votazioni dicendosi disponibile a pagare 'qualche bolletta' io gli risposi che il solo pagamento delle 'bollette' era poco e che ci volevano 30-35 mila euro. Ci salutammo e mi disse che ci saremmo sentiti. Qualche giorno prima delle votazioni ricevetti una busta con dentro 30 mila euro''. A dirlo e' stato il boss della 'ndrangheta Antonio Forastefano, capo dell'omonima cosca operante nell'alto Ionio cosentino, che dopo la decisione di collaborare, avvenuta un mese e mezzo fa, oggi e' comparso per la prima volta, anche se in videoconferenza, in un processo nella sua nuova veste. Forastefano, che ancora non e' sottoposto ad alcun ''regime di protezione'' ed e' ancora recluso in regime di ''41 bis'', ha deposto davanti ai giudici del Tribunale di Castrovillari nel processo che lo vede imputato per voto di scambio insieme all'ex consigliere regionale Franco La Rupa (eletto nel 2005 per l'Udeur e, dopo la sospensione decisa dal partito, entrato nel gruppo Calabria Popolare Democratica) e all'ex consigliere provinciale Luigi Garofalo, anche lui dell' Udeur ma in seguito ha lasciato il partito. Il ''capocosca'', come lui stesso si e' definito, in collegamento dal carcere romano di Rebibbia ha risposto alle domande del pm della Dda di Catanzaro, Vincenzo Luberto, e dell'avv. Michele Donadio, difensore di Garofalo, sui suoi rapporti con La Rupa prima delle regionali del 2005. ''Un giorno - ha raccontato il boss - un uomo del mio clan, Giuseppe Pulignano, venne a casa mia e mi disse che c'era un politico che si trovava in zona e che voleva parlarmi. Gli risposi che ero disponibile ad incontrarlo. Poco dopo arrivarono Pulignano e altre tre persone, tra cui La Rupa e Garofalo. Iniziammo a discutere del piu' e del meno e delle imminenti regionali. Ad un certo punto io e La Rupa uscimmo fuori e ci appartammo. Mi chiese di dargli una mano per le votazioni. Ci salutammo e mi disse che ci saremmo sentiti''. Antonio Forastefano ha poi riferito di non avere piu' incontrato La Rupa dopo quella volta e di avere incontrato Garofalo solo alcuni mesi dopo che la campagna elettorale era finita. Il ''capocosca'', concludendo il suo racconto, ha sostenuto che ''qualche giorno prima delle votazioni venne nuovamente a casa mia Pulignano che mi consegno' una busta gialla dicendomi che me la mandava La Rupa. L'aprii e dentro c'erano 30 mila euro in banconote di vario taglio''. Dopo la deposizione di Forastefano, Luberto ha riformulato le sue richieste di condanna chiedendo un anno e due mesi per Forastefano e tre anni e dieci mesi per La Rupa e Garofalo. Il processo e' stato rinviato al 18 luglio.

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