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giovedì 16 giugno 2011

REGIONE: MAGARO', SOLIDARIETA' A PM LUBERTO

(ASCA) - Reggio Calabria, 16 giu - ''Piena solidarieta' al pm della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto'' che nei giorni scorsi e' finito nel mirino dell''Ndrangheta. E' quanto afferma il presidente della commissione del Consiglio regionale della Calabria contro la 'ndrangheta, Salvatore Magaro'. ''Sono certo che i calabresi comprendono bene qual e' il rischio che corrono quotidianamente magistrati e forze dell'ordine, impegnati contro la criminalita' organizzata - afferma Magaro' - e sanno apprezzare dedizione, lavoro e coraggio. A loro tutti dobbiamo essere vicini. La societa' calabrese, la cui reazione e' cresciuta vistosamente negli ultimi tempi, mi auguro possa essere sempre piu' attiva e farsi sentire''. Un riferimento, inoltre, da parte del presidente Magaro' all'operazione 'Minotauro', che ha portato mercoledi' scorso all'arresto di 150 persone ed al sequestro di beni per 117 milioni di euro in Piemonte: ''Nessuno creda che gli episodi di mafia, che si verificano in Calabria o in Piemonte, Lombardia e Liguria siano scissi gli uni dagli altri. Ma colpisce, soprattutto, la caduta di tensione etica e di senso delle istituzioni della politica, che, in tal modo, consente infiltrazioni e condizionamenti illeciti''. ''Noi in Calabria, con l'approvazione del codice etico per le candidature e con l'adozione del codice etico per gli eletti - conclude Magaro' - abbiamo consapevolezza del problema e tentiamo di dare risposte efficaci. Certo, resta tanto da fare e noi non ci sottrarremo al nostro dovere. Anch'io sostengo che, aldila' dei provvedimenti legislativi piu' o meno rigorosi, il mondo legale deve essere meno permeabile, meno disposto a trescare ed a trattare con mafiosi e paramafiosi come se niente fosse. Condivido in toto l'affermazione del procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, secondo cui quando accadono queste cose si e' davanti a una vergogna inaccettabile''. 



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'NDRANGHETA: 12 ARRESTI NEL COSENTINO, SVENTATO AGGUATO A PM (AGI) - Cosenza, 10 giu - Sono tutti appartenenti a uno stesso gruppo familiare o a esso riconducibile per parentele acquisite i 12 arrestati nel corso dell'operazione 'Tsunami', nel Cosentino, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Tutti, secondo quanto detto in conferenza stampa a Cosenza, membri del clan degli Abbruzzese. Si tratta di Maria Rosaria Lucera 41 anni; Antonio Lucera, di 38; Nicola Campolongo, di 21; Maria Antonia Iannicelli, di 22; Simona Iannicelli, di 26; Roberto Pavone, di 35; Maria Marzella Marranghelli, di 39; Cosimo Lucera, di 65; Haramis De Rosa, di 20;, Danilo Ferraro, di 22; Massimiliano Aversa, di 20; Tommaso Iannicelli, di 32 anni. Quest'ultimo sarebbe il reggente del clan, con l'arresto dei fratelli Abbruzzese, Nicola e Francesco. I carabinieri stavano indagando su un traffico di stupefacenti che li vedrebbe impegnati in prima persona nell'area del Timpone Rosso, il quartiere di Lauropoli (Cassano Ionio) dove ha sede la cosca. A seguito di alcune intercettazioni, come e' stato rivelato in conferenza dal procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia Vincenzo Lombardo, quattro giorni fa e' stata ascoltata una frase di un appartenente al gruppo: "Se lo troviamo da solo, che forse ora ci sono i carabinieri, in due o tre giorni lo ammazziamo". Sarebbe stata questa, secondo Lombardo, la frase che ha fatto scattare con urgenza l'operazione. La vittima designata e' Vincenzo Luberto, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, cosentino, che si occupa da molti anni della criminalita' organizzata della Sibaritide e che in questi giorni sta raccogliendo le confidenze anche dei vertici del clan Forastefano, che hanno deciso di collaborare con la giustizia. A Luberto, e' stato specificato dal procuratore Lombardo, "e' stata immediatamente raddoppiata la tutela, a opera dei carabinieri". Non si esclude che il gruppo criminale avesse gia' fatto degli appostamenti per studiare le abitudini del magistrato.

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