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mercoledì 16 marzo 2011

Last news Calabria


SANITA': 'CAMICI ROSA' A REGGIO CALABRIA, CONGRESSO NAZIONALE DONNE MEDICO ITALIANE Roma, 16 mar. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - 'La tutela della salute della donna nelle diverse stagioni di vita: progressi della medicina e cambiamenti socio-culturali'. Questo il tema del XXXI Congresso nazionale dell'Associazione italiana donne medico (Aidm), in programma a Reggio Calabria dal 18 al 19 marzo. Il diritto alla salute delle donne, nella consapevolezza dei processi di emancipazione sociale, "emerge sempre di piu' come obiettivo di cambiamento del nostro sistema socio-sanitario, e la sua promozione - scrivono le donne medico in una nota - diventa misura della civilta' e della qualita' dei nostri complessi ruoli sociali e di ogni inter-relazione umana". Questo Congresso "volge l'attenzione alle problematiche sanitarie femminili emergenti nelle diverse stagioni di vita, affrontate con le considerazioni mediche, psicologiche e sociali che scaturiscono dai cambiamenti strutturali e culturali della nostra societa' e del nostro essere 'femminile' in evoluzione". Al Congresso prenderanno parte sia personalita' del mondo accademico, che clinici e personalita' della magistratura e della cultura. "Abbiamo scelto di affrontare il tema della salute della donna - afferma Caterina Ermio, delegata regionale dell'Aidm Calabria - anche alla luce dei cambiamenti imposti dalla globalizzazione e dalla presenza sul territorio italiano di immigrati con culture di origine molto differenti dalla nostra, perche' riteniamo che la cura del paziente deve tener conto delle culture di riferimento e dei conseguenti atteggiamenti che si hanno nei confronti del proprio corpo. In modo - conclude - da essere piu' attenti al rispetto della dignita' della persona".

CALABRIA: CGIL, FALLITA POLITICA RIFIUTI DELLA REGIONE (ASCA) - Goia Tauro (Rc), 16 mar - ''Per la prima volta , dopo tanto tempo , i Sindaci della Piana uniti scendono in piazza in difesa del territorio, Scopelliti deve ascoltare, servono risposte certe al problema dei rifiuti''. Lo si legge in una nota della Cgil della Piana di Gioia Tauro (Rc). ''In questo scenario ci chiediamo se il sogno della Calabria di Scopelliti possa mai infrangersi sulla catasta di rifiuti che occupa e minaccia di travolgere l'intera Calabria .In questi giorni , infatti, stiamo vivendo l'atto finale del fallimento delle politiche ambientali nella nostra regione - continua la Cgil - e nel nostro territorio , effetto della cattiva amministrazione da parte della Regione Calabria e del Commissario dell'emergenza rifiuti''. ''Per la Piana di Gioia Tauro si consuma oltre il danno la beffa: per assurdo il nostro territorio, che ospita l'unico 'termovalorizzatore quasi raddoppiato', di giorno in giorno vive la paura sempre piu' concreta di venire coperto dalla spazzatura''.


ITALIA NOSTRA CROTONE, FERMARE DEGRADO FERROVIE (ASCA) - Crotone, 16 mar - ''Italia Nostra di Crotone punta i riflettori sullo stato di abbandono delle linee ferroviarie joniche e sul ''conseguente isolamento del territorio crotonese insieme al degrado della stazione ferroviaria non piu' sopportabile, per fermare il quale si richiedono interventi urgenti''. ''Da una ventina di anni a questa parte, assistiamo impotenti - si legge in una nota - ad una progressiva riduzione del volume di traffico ferroviario lungo la linea jonica anche a causa di una politica dei trasporti (a tutti i livelli) tesa ad incentivare e favorire il trasporto privato su gomma piuttosto che quello su rotaie''. ''Il paradosso sta nel fatto che, mentre le linee ferroviarie nell'800 hanno dato un contributo fondamentale all'Unita' d'Italia, arrivando a collegare anche le aree piu' sperdute del Paese, ai giorni nostri l'utilizzazione di tali reti, cosi' vistosamente e colpevolmente arretrata in alcune aree come la Calabria jonica, sta aumentando il divario tra le regioni''. ''Sarebbe auspicabile - sostiene Italia Nostra - che i cittadini acquisissero consapevolezza ed attenzione nei confronti del trasporto ferroviario, riscoprendo il treno come veicolo della mobilita' dolce e sostenibile cosi' da utilizzarlo, ad esempio, come mezzo di trasporto privilegiato per visite guidate nei luoghi piu' interessanti della Calabria''.

150° UNITA': FEDELE (PDL CALABRIA), ABBIANO DATO MAGGIOR NUMERO PATRIOTI (ASCA) - Reggio Calabria, 16 mar - ''Oggi e' la festa dell'Unita' e vorrei ricordare i patrioti morti nel 1799. Quelli morti nel 1820. E durante la ''rivoluzione calabrese' del '47 - successiva alla rivoluzione indipendentista siciliana del 1820 - quando Domenico Romeo ordi' una trama tra Calabria, Sicilia e Basilicata che coinvolse i veterani della Carboneria e che, in accordo con i patrioti Siciliani, doveva propagarsi in tutto il Regno. Con 500 insorti, Romeo occupo' Reggio Calabria, ma la disorganizzazione fece fallire l'impresa e la rivolta venne repressa nel sangue: Romeo fu decapitato. Mentre a Gerace, sulla Piana di Gerace il 2 ottobre del 1847, i Borboni si macchiarono di un misfatto che riempi' di sdegno l'Italia. Furono infatti fucilati: Michele Bello di Siderno; Rocco Verduci di Caraffa del Bianco; Pierdomenico Mazzone di Roccella; Gaetano Ruffo di Ardore; Domenico Salvadori di Bianco''. Lo ha detto Luigi Fedele, capogruppo Pdl in consiglio regionale della Calabria, parlando alla celebrazioni del 150* anniverario dell'Unita' d'IItalia. ''I cinque martiri di Gerace non avevano piu' di 28 anni e la loro colpa era stata quella di chiedere la Costituzione e la liberta' - ha ggiunto Fedele - ma in cambio ebbero la morte e i loro copri furono gettati in una fossa comune detta La Lupa''. ''Un ricordo va a tutti questi eroi e poi quelli del '48, e del '60... E segnatamente ai ventuno calabresi della spedizione dei Mille''. ''La Calabria - ha detto Fedele - fra tutte le regioni del Mezzogiorno continentale ha dato il maggior numero di patrioti alla gloriosa impresa di Garibaldi.Tutti entrarono a far parte della terza compagnia dell'esercito garibaldino comandata prima dal barone Francesco Stocco e, successivamente, da Francesco Sprovieri. Fra quegli uomini gloriosi, mi piace ricordarlo ai nostri giovani, c'erano personalita' prestigiose. E fra loro ce n'erano otto che avevano portato la catena ai piedi, condannati a venti, trent'anni di carcere, ma appena liberi per effetto della grazia dell'anno precedente, non avevano desistito dallo gettarsi nell'ennesima impresa''. ''Ho voluto ricordare quei valorosi, perche', pur a distanza di tanto tempo - ha concluso Fedele - ognuno di loro testimonia la passione, il coraggio e la fierezza con cui si sono sacrificati per renderci liberi e indipendenti''.


'NDRANGHETA:OMICIDIO VALARIOTI; PRC, GIUSTO RIAPRIRE INDAGINI FERRERO: SUO ESEMPIO E' PATRIMONIO COLLETTIVO DELLA SINISTRA (ANSA) - CATANZARO, 16 MAR - Il segretario del Prc, Paolo Ferrero, ha aderito all'appello del Comitato che ha chiesto la riapertura delle indagini sull'omicidio di Giuseppe Valarioti, il dirigente comunista ucciso nel 1980 a Rosarno (Reggio Calabria). ''Giuseppe Valarioti - sostiene Ferrero - era un comunista, un dirigente politico, un intellettuale organico, il figlio migliore di quella Rosarno che per decenni e' stata roccaforte delle lotte sociali dei braccianti. Lo ha ucciso la 'ndrangheta per spezzare la resistenza delle forze anti-ndrangheta e per lanciare un messaggio al Paese. Un omicidio che rappresenta uno spartiacque nella storia contemporanea della Calabria e dell'Italia. Nei trent'anni che ci separano dal quel giugno del 1980 le cosche della Piana sono diventate fortissime e Rosarno e' caduta sotto il controllo pieno della criminalita' organizzata, nonostante la resistenza civile che ancora continua, fino a diventare teatro di una delle pagine piu' buie dell'era repubblicana con i drammatici fatti del gennaio 2010''. La vicenda politica e umana di Giuseppe Valarioti ci racconta di un altro Sud, che ha resistito all'ascesa della 'ndrangheta, di una Calabria che negli anni '70 ha lottato in nome della giustizia sociale. Un altro Sud e' gia' esistito, e puo' esistere ancora. Ecco perche' la forza simbolica dell'esempio di Valarioti e' un patrimonio collettivo dei calabresi, della sinistra, di tutte le forze del Paese che hanno nella giustizia sociale la loro bussola, di tutti i cittadini e le cittadine che credono in un'altra societa' possibile''. ''Ma quella di Valarioti - aggiunge Ferrero - e' anche la storia di un duplice fallimento. Quello della giustizia: un delitto rimasto impunito, processi finiti in nulla di fatto, ombre mai dissipate. E quello della politica, che ha lasciato cadere nell'oblio il nome e l'esempio del dirigente comunista''.

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