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domenica 20 marzo 2011

L'approfondimento: risoluzione Onu 'No-fly zone'

NEW YORK - Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione 1973 che impone una "no-fly zone" sui cieli della Libia e prevede "tutte le necessarie misure per proteggere la popolazione civile", tranne un'invasione di terra. Il testo è stato approvato con il voto favorevole di dieci Paesi: Francia, Gran Bretagna, Usa, Bosnia, Gabon, Nigeria, Sudafrica, Portogallo, Colombia e Libano. Si sono astenute Russia, Cina, entrambe con diritto di veto, oltre a Brasile, India e, unico fra gli europei, la Germania. La "no-fly zone" o "zona d'esclusione aerea" è un territorio sul quale vige il divieto di volare. Tali aree vengono dichiarate di solito in un contesto di "controllo militare" degli spazi aerei per delimitare una zona demilitarizzata del cielo. Prevede che i caccia alleati sorvolino la Libia impedendo ai jet e agli elicotteri governativi di attaccare i ribelli ma, in pratica, da questo momento è possibile l'uso della forza contro Gheddafi: è esclusa soltanto l'invasione della Libia.

LE MISURE NELLA RISOLUZIONE ONU.
No fly zone; protezione dei civili, da subito, a Bengasi; divieto di voli commerciali da e per la Libia; rafforzamento dell'embargo d'armi, ma escludendo esplicitamente una "forza occupante" il Libia: sono questi gli elementi chiave contenuti nella nuova bozza di risoluzione sul tavolo del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il testo, ottenuto dall'ANSA, si apre chiedendo un immediato "cessate-il-fuoco e la fine completa delle ostilità" Questa frase è stata inserita su richiesta della Russia, che voleva l'approvazione di un testo diverso da quello messo a punto, nella versione finale, dalla delegazione della Francia.

NO FLY ZONE.
La risoluzione vieta "tutti i voli nello spazio aereo (...) con l'obiettivo di proteggere i civili". Il divieto non si applica "ai voli il cui unico obiettivo è umanitario". Gli Stati, che "potranno agire a livello nazionali o tramite organizzazioni regionali", vengono autorizzati a mettere in atto la no fly zone. Le operazioni dei jet militari andranno intraprese "dopo aver notificato il segretario generale (dell'Onu) e il segretario generale della Lega Araba".

PROTEZIONE DEI CIVILI, MA NO A "FORZA OCCUPANTE".
Il testo autorizza l'uso di "tutte le misure necessarie" per "proteggere i civili e le aree civili popolate sotto minaccia di attacco in Libia, compresa Bengasi", citata esplicitamente per permettere un intervento prima dell'arrivo delle forze di Muammar Gheddafi. Il Palazzo di Vetro dovrà essere "informato immediatamente delle misure intraprese dagli Stati" a questo scopo. In questo passaggio, rispetto alla prima versione, è stato aggiunto un inciso importante che "esclude una forza occupante" nel Paese africano.

RAFFORZAMENTO EMBARGO E SANZIONI. La bozza impone misure ancora più dure per fermare le armi che arrivano ai soldati di Gheddafi e "al personale mercenario armato", autorizzando ispezioni in "porti e aeroporti, in alto mare, su navi e aerei". Riguardo le sanzioni contro il regime, la bozza aggiunge nuovi nomi rispetto a quelli contenuti nella risoluzione 1970, approvata qualche giorno fa. In particolare, vengono inseriti l'ambasciatore della Libia in Ciad e il governato di Ghat (nella Libia del Sud), perché "coinvolti nel reclutamento dei mercenari" da altri Paesi dell'Africa.

BANCHE BLOCCATE E STOP AI VOLI COMMERCIALI.
Vengono bloccate una serie di entità finanziare libiche quali la Central Bank of Libya, la Libyan Investment Authority, la Libyan Foreign Bank, oltre che la Libyan National Oil Company. Tutti i voli di tipo commerciale da e per la Libia vengono vietati, esattamente come quelli militari, per fermare l'afflusso di denaro nelle casse del Colonnello o l'arrivo di nuovi mercenari.
www.tg1.rai.it

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