LA SPERANZA DI UN CAMBIAMENTO NELLE ATTESE DELLE RAGAZZE
«Sono emozionata perché lo considero un grande appuntamento, una tappa fondamentale della mia crescita e della mia maturità: mi sto preparando, raccogliendo gli articoli dei giornali che mi sono utili perché voglio avere un quadro il più chiaro possibile, anche se non è facile»: Giusy Buscemi, 18 anni, Miss Italia in carica, vive così la vigilia delle sue prime elezioni, ma è lo stato d’animo di tante altre ragazze del Concorso di Patrizia Mirigliani, tutte o quasi all’esordio come elettrici.
La mancanza del lavoro dei giovani, i problemi della scuola, della violenza sulle donne e, in generale, la speranza che la situazione del paese possa cambiare sono i temi che stanno a cuore alle ragazze e, in particolare alle miss vincitrici di titoli nazionali del 2012 delle quali sono stati raccolti i pareri .
«Penso soprattutto alle persone disoccupate, non solo ai giovani, ma anche agli adulti, tutti nelle stesse condizioni – aggiunge Giusy Buscemi. Oltre ai problemi fondamentali legati alla crisi economica, vorrei che il nuovo Parlamento facesse un passo importante nella valorizzazione delle bellezze del nostro Paese per favorire il turismo e sostenere i tanti giovani che vogliono realizzare strutture alberghiere, ristoranti ecc... Spero poi che il voto faccia nascere un governo che si preoccupi di creare un modello di scuola differente dall’attuale, una scuola non omologata, ma che si occupi delle aspirazioni e delle passioni di ogni alunno, dall'infanzia fino all’avviamento al lavoro».
Miss Italia voterà nel suo paese, Menfi, lunedì’ 25 febbraio.
Anche per Stefania Bivone, calabrese, Miss Italia 2011, il problema più grave è quello della disoccupazione. «Tutto – dice - gira intorno al mondo del lavoro. Si vive per lo più lavorando, si lavora per vivere. Auspico che, dopo le elezioni, la situazione possa migliorare, ma capisco che il cambiamento non può essere immediato: me lo auguro, per tutti noi giovani, dopo tanti anni di sacrifici passati a studiare- Andrò a votare con la speranza di un cambiamento. Vivo il voto come un mio diritto: ho la possibilità di dire la mia opinione e di contribuire a creare una situazione diversa da quella che stiamo vivendo. Se non andiamo a votare è come rinunciare a lottare affinché le cose cambino».
«Se non si vota – conclude Stefania - non si ha più nemmeno il diritto di reclamare, di piangersi addosso. Cerco di capire come votare leggendo i giornali e guardando i talk televisivi, anche se, a mio avviso, spesso si fa spettacolo anziché parlare agli italiani di programmi concreti».
«Andrò sicuramente a votare perché il voto è la nostra unica possibilità di far sentire la nostra voce, anche se onestamente il clima che respiriamo è di totale sfiducia»: è il parere diLucrezia Massari, di Carrara, studentessa del Liceo Artistico, Miss Deborah Milano, titolo nazionale vinto a settembre a Montecatini Terme. «Sono diventata maggiorenne da poco - spiega - e quindi è la mia prima esperienza elettorale. Cerco di prepararmi a questo appuntamento, parlandone in famiglia e a scuola e guardando alcuni talk televisivi. Che cosa vorrei che cambiasse? Sicuramente vorrei che non esistessero più gli sprechi di chi sta in alto: non si può continuamente chiedere sacrifici al popolo e non farne in prima persona. Abbiamo bisogno di esempi significativi, di tagli alle spese pubbliche, di persone ‘nuove’ che ci governino. Per questo andrò a votare. Mi piacerebbe che nel panorama politico si affacciassero nomi e volti nuovi; ho visto esempi di sindaci molto giovani che stanno facendo un buon lavoro nei loro comuni. Perché non metterli alla prova in campo nazionale?”
«Raggiunta la maggiore età, voglio prendermi le mie responsabilità ed essere parte attiva della società: certo, non sarà sicuramente il mio voto a cambiare l'Italia, ma voglio darlo in maniera più cosciente possibile»: ecco come si presenta Carlotta Graverini, di Arezzo, vincitrice del titolo “Prima Miss del 2013” e, quindi, prima Prefinalista del Concorso.
Per Carlotta, facoltà di Lettere Moderne all’università di Roma, primo esame con “30” nei giorni scorsi, il problema su cui bisogna richiamare l’attenzione con forza è quello della violenza sulle donne. «Io, ragazza di 19 anni – dice - non mi sento protetta dal mio Paese, non sono tranquilla a camminare per strada da sola. È possibile, mi chiedo, avere paura di uscire di casa da sole? È possibile non sentirsi liberi? Violare il corpo significa violare l'anima. Mi auguro che siano presi tutti i provvedimenti necessari»..
«Sono inoltre molto preoccupata – aggiunge - per la crescente disoccupazione che colpisce non solo i giovani, rendendoli sempre più insicuri e privi di aspettative, ma anche le persone adulte che hanno perso il lavoro e devono affrontare grandi responsabilità, quali mutui e mantenimento delle famiglie. Mi piacerebbe anche che ci fosse maggiore attenzione nei confronti delle famiglie disagiate, alleggerendone le spese e permettendo loro di vivere una vita più dignitosa.
In conclusione, mi sto informando sui quotidiani e in tv per riuscire a dare, con il mio voto, un piccolo contributo al cambiamento e al rinnovamento dell'Italia».
«Certo che voterò, l’ho sempre fatto. Votare è un dovere, ma anche un diritto duramente conquistato dalle donne. È il modo migliore per farci sentire»: lo dice Veronica Maffei, 25 anni, Corso di laurea magistrale in giurisprudenza, titolo di ‘Miss Simpatia Esselunga 2012’, di Castelfranco (Pisa), impegnata nel volontariato. «Il problema - aggiunge - non è andare a votare ma per chi votare. Sappiamo qual è la situazione, viviamo un sentimento di sfiducia nei riguardi di chi ci governa, ma non dobbiamo scoraggiarci. Sono sicura che un cambiamento ci sarà perché il nostro Paese, pur nella crisi, ha dato segni di risveglio. Andrò a votare con la speranza che vengano fatte le riforme e che la Cultura e la Sanità abbiamo i finanziamenti necessari ma, prima ancora, chiedo onestà ed etica al nostro Parlamento».
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