Si è appena concluso l’VIII
Cineforum dedicato a Carmine Bonifati, che quest’anno ha avuto come filo
conduttore il PORTOGALLO. Tre i film scelti dalla Consulta Scientifica della
Pro Loco del Pollino di CASTROVILLARI, diretta da Filomena BLOISE e proiettati
nella sala 14 del Protoconvento francescano di CASTROVILLARI. L’intento dei
consultori è stato quello di tessere la trama di un breve, ma intenso, percorso
storico-culturale sulla Nazione ospite del Focus. La prima proiezione , del 4
Febbraio, “Lisbon story”, di Wim Wenders, con Rudiger Vogler, Patrick Bauchau,
Teresa Salgueiro & Madredeus, 1995, 105 min., è stata preceduta
dall’illustrazione di una scheda geo-politica a cura del Dott. Pasquale
PANDOLFI sulla città di Lisbona, accompagnata da una breve recensione del film
prodotta da Roberta ARAIMO, alunna della IV A del Liceo Scientifico “E.MATTEI”
di CASTROVILLARI. Martedì, 5 Febbraio, è stata la volta di altre due pellicole
sul PORTOGALLO: “Alla rivoluzione sulla due cavalli”, di Maurizio SCIARRA, con
Adriano Giannini, Gwenaelle Simon, Andoni Garcia, Francisco Rabal, Georges
Moustaki, Oscar Ladoire, 2001, 95 min., preceduta dall’articolata recensione
critica del film a cura della Dott.ssa Alessandra STABILE ; mentre, in seconda
serata, è stato visionato il film “Sostiene Pereira”, di Roberto Faenza, con
Marcello Mastroianni, Daniel Auteuil, Stefano Dionisi, Nicoletta Braschi,
Joaquim de Almeida, 1995, 104 min., pellicola tratta dall’opera omonima di
Antonio TABUCCHI. Quest’ultimo film è stato introdotto da un intervento
critico-letterario a cura della Prof.ssa Angela LO PASSO, accompagnato dalla
lettura ad opera di Antonella MASSARO della recensione del film scritta
da Myriam MARTUFI. La rassegna ha ottenuto quest’anno particolare successo ed
apprezzamento, vivacizzata, tra l’altro, da un Coffe Break a tema, con frittelle
e cocktail portoghese, a cura degli alunni Mara SCIGLIANO, Noemi VALENTE,
Angelo SPROVIERI, Nasairi CLIN dell’I.P.S.S.A.R. di Castrovillari, supportati
dal prof. Giuseppe GALIMA. L’altra novità ha riguardato anche
l’inserimento nel programma del cineforum di un incontro storico-filosofico,
che ha previsto alcune dissertazioni con tesi filosofico-politiche a confronto
e dibattito sul tema: “Fascismo e fascismi in Europa”, al quale hanno
partecipato Enzo ZICARI, docente di Storia e Filosofia presso il L.Scientifico
“E.Mattei” di Castrovillari, Lucio RENDE, delegato alla Cultura dal Sindaco
Mimmo LO POLITO e Riccardo ROSA, entrambi avvocati e politici. Hanno
moderato Filomena BLOISE ed Angela LO PASSO.
La motivazione della scelta dell’argomento del
dibattito ha riguardato una parte importante della storia del PORTOGALLO: la
dittatura di SALAZAR. Era il 28 maggio del 1926, giorno del golpe vittorioso
dei militari contro la repubblica liberale, quando Antonio Oliveira Salazar,
allora professore di economia all’Università di Coimbra e dirigente di un
piccolo partito cattolico nazionalista, si vide proporre dai nuovi dirigenti
del partito il ministero delle finanze. Fu dall’interno del governo militare
che il futuro dittatore costruì la sua carriera e il suo regime e fu solo a
partire dal luglio del 1932 che il “mago delle finanze” riuscì a impadronirsi
di tutte le leve del potere, diventando finalmente capo del governo.
Inevitabile il confronto con la dittatura di MUSSOLINI in ITALIA. Salazar
stimava il fascismo e Mussolini, ma non amava le masse, importò buona parte
delle strutture costruite dal fascismo (milizia, corporativismo, propaganda,
inquadramento della società in organizzazioni paramilitari, saluto romano
eccetera), ma non ne condivise mai l’ansia espansionistica. Questo perché il
Portogallo non aveva bisogno di nuove conquiste: contrariamente all’Italia,
infatti, aveva già un vasto impero coloniale che si stendeva da Macao – in Cina
– fino alle isole di Capo Verde, nell’Atlantico africano, passando per Goa – in
India –, Mozambico, Guinea Bissau e Angola in Africa. Allo scoppio della
seconda guerra mondiale, Salazar scelse di mantenere una posizione di
neutralità piuttosto ambigua, neutralità che si trasformò in una conferma
dell’alleanza con gli Inglesi, in un momento in cui i destini del conflitto si
erano chiariti quasi definitivamente, ovvero nel 1944. Il risultato di questa
mossa permise a Salazar sia di annichilire le opposizioni democratiche, che
speravano in un appoggio di Londra e delle armate ‘antifasciste’, sia di creare
un solco tra il proprio regime e i fascismi sconfitti e ottenere quindi il
lasciapassare che gli permise di governare tranquillamente fino alla sua morte.
“Il 24 aprile del 1974 a Lisbona fu un giorno come un altro. Tutto sembrava
ripetersi stancamente uguale: la guerra, la miseria e le violenze. Tutto
appariva assolutamente immutabile, l’opposizione era annichilita e impotente,
prontamente disarticolata dagli onnipresenti uomini della Pide. La guerra in
Africa continuava senza grandi vittorie e senza grandi sconfitte. La tragedia
si era in sostanza routinizzata.” Fu in questo clima di immanenza che si svolse
la Rivoluzione dei garofani. Nella notte tra il 24 e il 25 aprile i capitani
lanciavano il segnale di inizio delle operazioni: da Radio Renascença occupata,
le note della canzone proibita Grandola di José Afonso, il cantautore della
libertà, si diffusero per tutto il Paese, mentre dalle caserme i capitani si
incamminavano verso la conquista dei luoghi strategici del potere. Alle 7,30 i
militari diramavano un comunicato radio nel quale palesavano i loro obiettivi:
ritorno alla democrazia, elezioni libere e fine della guerra coloniale. I
relatori dell’incontro-dibattito E.ZICARI, L.RENDE, R. ROSA hanno messo in
evidenza, ciascuno dal proprio punto di vista, ideologico e politico, “luci ed
ombre” del fascismo e dei fascismi in Europa, avvicendandosi con competenza,
passione, rigore espositivo e fine eloquenza nella trattazione dei principali
nodi dei regimi totalitari nel “Secolo breve”, com’è stato definito il
NOVECENTO. Anche dalla platea, formata da studenti, docenti, politici e persone
comuni, si sono succeduti interventi ed osservazioni, che hanno chiamato in
causa il pensiero di Hannah ARENDT e Michel FOUCAULT.
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