(ASCA) - Catanzaro, 9 feb - ''La Calabria e la Campania sono in forte ritardo nell'attuazione delle politiche energetiche e nel supporto alle imprese, con una presenza di costi suppletivi nell'acquisizione delle energie primarie, che grava complessivamente sui costi sostenute dalle industrie e dalle famiglie'' . Lo si legge in una nota della Confail, a fima di Riccardo Stadile. ''I piani di definizione attuativi delle leggi di comparto - sostiene Stadile - non risultano essere pronti , mentre si annidano posizioni di monopolio che non favoriscono la competitivita' e la produzione. Le due Regioni tardano a semplificare le procedure e a introdurre meccanismi di rotazione nell'applicazione delle norme quadro , sia per quanto riguarda l'acquisizione di forniture gasdotte, sia per i derivati infrastrutturali''. ''La Calabria, in particolare - dice Stadile - dimostra , da ormai sette anni, di non avere recepito le norme comunitarie sulle energie alternative ed e' rimasta prevalentemente ancorata al fabbisogno di gas metano , che copre l'87% della sua energia primaria . Suscitano forti perplessita' i conflitti di interesse di dirigenti di servizio del comparto produttivo che risultano essere soci di importanti aziende privati operanti nell'infrastrutturazione gasdotta''. ''E' presumibile che l'assessorato competente debba essere a conoscenza della mancanza di conflitti di interesse dei dirigenti preposti al controllo di settori nei quali risultano essere direttamente coinvolti da societa' familiari . Lo stesso ruolo di Italgas Sud e' indefinito e non si conoscono le procedure di assunzione del personale , di concessioni e aggiudicazioni delle forniture. Non di meno - afferma Stadile - e' importante sostenere il ruolo della magistratura inquirente che, gia' un anno e mezzo orsono , ha operato dei sequestri di beni e servizi di societa' ritenute prestanome di importanti e pericolosi gruppi criminali .Purtroppo, nel settore energetico , e del gas in particolare, queste condizioni di oligopolio e di scarsa trasparenza hanno causato la perdita di 4.000 posti di lavoro nel Meridione, 1.400 dei quali solo in Calabria . E' opportuno che la politica e i sindacati - conclude Stadile - si occupino di disboscare le cointeressenze che favoriscono la crisi settoriale''.
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