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martedì 11 dicembre 2012

Legambiente Calabria su demolizione ecomostri a Stilo


Secondo un’indagine della Regione sono 800 i potenziali “ecomostri”
Falcone: ripristinare la legalità e riqualificare per puntare su un turismo sostenibile


Abbattere gli ecomostri, restituire il territorio ai cittadini e valorizzare le meravigliose coste calabresi. Legambiente Calabria plaude alla demolizione di due villette abusive sulla spiaggia di Stilo, in programma nella mattinata di domani 12 dicembre come annunciato dall’amministrazione comunale. Un evento per il ripristino della legalità e della salvaguardia delle coste per almeno due ragioni: si affermano le regole in una regione devastata dall’abusivismo e dall’assenza di controlli, e si rafforzano le intese istituzionali per una seria riqualificazione dell’ambiente urbano e naturale.

“E’ un altro giorno bello per la nostra regione – dichiara Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria – che ha subito nei decenni passati lo scempio del boom edilizio e della cementificazione delle coste, e che lentamente sta cercando di porre rimedio e programmare la riqualificazione delle bellezze naturalistiche e dello spazio cittadino. Un’opera che deve incentivare le demolizioni degli ecomostri, ma anche puntare sulla prevenzione (più controlli) e sulla sensibilizzazione (più senso civico e responsabilità). Un’opera che potrà restituire la Calabria ai calabresi e aprire le porte a un turismo di qualità, sostenibile e responsabile”.

Il programma di demolizioni degli ecomostri risale al 2009, con l’avvio di un monitoraggio a 360 gradi della Regione Calabria e l’avvio dei primi abbattimenti. Un’azione in linea con i dettami della Convenzione europea del paesaggio, che boccia senza appello quegli insediamenti che alterano la fisionomia di luoghi dal significativo valore paesaggistico e storico. L’indagine “Paesaggi & Identità” del 2009 ha messo in risalto l’importanza strategica dal punto di vista economico, ma anche l’estrema fragilità delle coste calabresi, puntellate di ecomostri.

Secondo lo studio della Regione, sarebbero ben 800 i manufatti classificabili come ecomostri – in base ai cinque criteri dell’incompatibilità con il contesto territoriale e naturale, col contesto insediativo, col paesaggio, col quadro normativo, oltre all’incompletezza dell’opera – dunque centinaia di costruzioni che devastano l’ambiente, peggiorano le condizioni di vita, danneggiano il turismo. Un quadro a cui porre rimedio con forza, proseguendo la via delle demolizioni e della prevenzione.

L’auspicio è che non ci si fermi ma si continui sulla linea della legalità, della difesa del territorio e della prevenzione. Che sia una ripartenza.

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