Secondo un’indagine della
Regione sono 800 i potenziali “ecomostri”
Falcone: ripristinare la
legalità e riqualificare per puntare su un turismo sostenibile
Abbattere
gli ecomostri, restituire il territorio ai cittadini e valorizzare le
meravigliose coste calabresi. Legambiente Calabria plaude alla demolizione di
due villette abusive sulla spiaggia di Stilo, in programma nella mattinata di
domani 12 dicembre come annunciato dall’amministrazione comunale. Un evento per
il ripristino della legalità e della salvaguardia delle coste per almeno due
ragioni: si affermano le regole in una regione devastata dall’abusivismo e
dall’assenza di controlli, e si rafforzano le intese istituzionali per una
seria riqualificazione dell’ambiente urbano e naturale.
“E’
un altro giorno bello per la nostra regione – dichiara Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria – che ha
subito nei decenni passati lo scempio del boom edilizio e della cementificazione
delle coste, e che lentamente sta cercando di porre rimedio e programmare la
riqualificazione delle bellezze naturalistiche e dello spazio cittadino.
Un’opera che deve incentivare le demolizioni degli ecomostri, ma anche puntare
sulla prevenzione (più controlli) e sulla sensibilizzazione (più senso civico e
responsabilità). Un’opera che potrà restituire la Calabria ai calabresi e
aprire le porte a un turismo di qualità, sostenibile e responsabile”.
Il
programma di demolizioni degli ecomostri risale al 2009, con l’avvio di un
monitoraggio a 360 gradi della Regione Calabria e l’avvio dei primi
abbattimenti. Un’azione in linea con i dettami della Convenzione europea del
paesaggio, che boccia senza appello quegli insediamenti che alterano la fisionomia
di luoghi dal significativo valore paesaggistico e storico. L’indagine
“Paesaggi & Identità” del 2009 ha messo in risalto l’importanza strategica
dal punto di vista economico, ma anche l’estrema fragilità delle coste
calabresi, puntellate di ecomostri.
Secondo
lo studio della Regione, sarebbero ben 800 i manufatti classificabili come
ecomostri – in base ai cinque criteri dell’incompatibilità con il contesto
territoriale e naturale, col contesto insediativo, col paesaggio, col quadro
normativo, oltre all’incompletezza dell’opera – dunque centinaia di costruzioni
che devastano l’ambiente, peggiorano le condizioni di vita, danneggiano il
turismo. Un quadro a cui porre rimedio con forza, proseguendo la via delle
demolizioni e della prevenzione.
L’auspicio
è che non ci si fermi ma si continui sulla linea della legalità, della difesa
del territorio e della prevenzione. Che sia una ripartenza.
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