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venerdì 22 luglio 2011

CRIMINALITA':RAPINE ANZIANI;ARRESTATA, UNO LO HANNO SCASSATO BANDA PICCHIAVA VITTIME PER FARSI CONSEGNARE DENARO E GIOIELLI

(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 22 LUG - ''Il vecchio lo hanno scassato proprio. Dalla bocca lo hanno scassato. La vecchia l'ho buttata a terra e gli ho detto 'o mi dai la chiave della cassaforte o ti spacco qua e ti chiudo dentro il caminetto'''. A parlare cosi', in un dialogo intercettato, era Carmela Lauro, di 46 anni, l'unica componente donna dell'organizzazione dedita alle rapine agli anziani sgominata stamani dai carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria con l'operazione ''barracuda'' nel corso della quale sono state arrestate 11 persone. L'operazione e' frutto dello sviluppo di una prima indagine che aveva portato, nel giugno del 2010, al fermo di tre persone, la stessa Lauro e due uomini, Domenico Palmisano (39) e Vincenzo Sorace (26) accusati inizialmente di tre rapine. I tre furono bloccati dopo che un testimone riusci' a fornire il numero di targa di un'auto sospetta notata nei tempi e nei luoghi della rapina che porto' gli investigatori a risalire a Antonio Caracciolo (41), poi arrestato. A casa della Lauro e di Palmisano, che sono conviventi, fu trovata parte della refurtiva, tre pistole a salve prive di tappo rosso e dei passamontagna. Pochi giorni dopo fu arrestato anche il figlio della Lauro, Mirko Falcomata' (22). Partendo da quegli arresti, i carabinieri hanno ricostruito tutto l'organigramma del gruppo a capo del quale, secondo l'accusa, c'erano i fratelli Fabio e Carmelo Calu' (35 e 36 anni), che costituivano il primo livello e che si avvalevano di Caracciolo, ritenuto il leader operativo del gruppo. Il gruppo, secondo quanto emerso dalle indagini, sceglieva le proprie vittime tra persone anziane che vivevano da sole o al massimo con la presenza di una badante. L'individuazione delle potenziali vittime avveniva a cura di Caracciolo: in un caso e' stato accertato che la notizia fu offerta da una badante, in altro caso il luogo era conosciuto direttamente da uno dei componenti del gruppo, Giovanni Bellantoni (24) per avervi fatto dei lavori come operaio. In ogni caso l'azione scattava a seguito di attenti sopralluoghi. Il modus operandi era sempre il solito: la donna, con un pretesto, si faceva aprire la porta dagli anziani e gli altri li aggredivano, li imbavagliavano e li immobilizzavano. Il denaro provento delle rapine finiva poi ai fratelli Calu' che, secondo l'accusa, lo utilizzavano per acquistare cocaina. Dalle indagini e' emerso anche che Caracciolo, dopo l'arresto cercava di controllare gli altri componenti la banda per evitare che cedessero ad eventuali collaborazioni, arrivando anche a minacciare di bruciare vivi i cani del padre di uno di loro.

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