'NDRANGHETA: ANTIMAFIA, IN PERICOLO AGIBILITA' DEMOCRATICA IN CALABRIA 'MINACCIA CRESCENTE ALL'ECONOMIA, ALLA SOCIETA' E ALLE ISTITUZIONI DELLA REGIONE' Roma, 5 apr. (Adnkronos) - In Calabria, "perfino l'agibilita' democratica dell'intera regione sembra messa in serio pericolo". E' quanto avverte la Commissione Antimafia, con l'ufficio di presidenza e i capigruppo, nel corso della seduta odierna a palazzo San Macuto, che ha esaminato "la minaccia crescente che la 'ndrangheta reca all'intero Paese e, in particolare, all'economia, alla societa' e alle istituzioni della Calabria". L'Ufficio di presidenza dell'Antimafia ha deciso di fare il punto della situazione attraverso un incontro ai massimi livelli che si terra' a Reggio Calabria tra la Commissione, esponenti del Governo e delle istituzioni, rappresentanti della magistratura e delle forze dell'ordine specificamente impegnati nella lotta alla criminalita' organizzata. "Contro la 'ndrangheta - ha sottolineato il presidente della commissione, Giuseppe Pisanu, commentando il senso dell'iniziativa - non basta l'antimafia della repressione, occorre anche l'antimafia dello sviluppo".
'NDRANGHETA:PARLANO I PENTITI, 26 FERMI E NUOVI SCENARI A REGGIO CALABRIA RICOSTRUITI GLI ULTIMI 20 ANNI DI GUERRE (di Alessandro Sgherri) (ANSA) - REGGIO CALABRIA, 5 APR - Un'inchiesta che parte da lontano, dal summit del 1991 in cui fu sancita la pace dopo sei anni di guerra e mille morti ammazzati a Reggio Calabria, per delineare quelli che sono adesso i nuovi assetti di vertice delle cosche di 'ndrangheta operanti a Reggio citta'. E' quanto ha fatto la Dda reggina, che stamani con la squadra mobile e lo Sco ha eseguito 21 fermi (26 emessi), nei confronti di altrettanti presunti esponenti della cosca Tegano e, in parte, dei Labate. Un'inchiesta si e' avvalsa del contributo fondamentale di alcuni nuovi collaboratori di giustizia: Roberto Moio, genero del boss Giovanni Tegano, il capo del gruppo criminale arrestato nell'aprile del 2010 dopo molti anni di latitanza; il boss emergente Antonino Lo Giudice, e Consolato Villani, affiliato allo stesso clan Lo Giudice. Ed e' proprio Moio a fornire una straordinaria testimonianza su quanto accadde nel 1991 a Sinopoli, nella piana di Gioia Tauro. Lui a quell'incontro era presente perche' mandato da Pasquale Tegano, uno dei boss storici della 'ndrangheta. E pote' vedere l'abbraccio tra Domenico Condello e Pasquale Tegano che pose fine alla guerra che aveva visti contrapposti i De Stefano-Tegano da una parte ed i Condello-Imerti dall'altra. E vide anche il pianto dei due boss abbracciati per i morti che la guerra aveva provocato. La pace sancita nel 1991 non e' stata piu' infranta e le famiglie Condello, De Stefano e Tegano, da allora sono riuscite a ricomporre i dissidi (ucciso il boss Nino Imerti, il 'nano feroce') dividendosi equamente i proventi delle estorsioni e dei traffici illeciti mentre la 'ndrangheta ha delineato i nuovi assetti. ''Una mafia - scrivono i pm nel provvedimento di fermo - che si evolve ma rimane uguale a se stessa, quale punto di riferimento per intere comunita', che si trasforma per effetto di sanguinosi conflitti e delle evoluzioni del tessuto sociale, che si adatta alle caratteristiche ed alle potenzialita' del mutevole spazio geografico controllato, senza mai perdere di vista quell'ortodossia di base che le hanno consentito di governare interi territori, di gestire grandi e piccoli affari, accumulare enormi ricchezze e condizionare le liberta' fondamentali di intere comunita'''. E le parole dei pentiti per i pm posseggono un valore assoluto ''racchiuso nella capacita' di affidarci una certezza processuale: la 'ndrangheta e' ora in forma piramidale e, soprattutto, e' una sola''. In questa organizzazione, secondo l'accusa, trovano posto anche insospettabili come Giuseppe Rechichi, proprietario del 49% delle quote della societa' Multiservizi Spa (il 51% lo detiene il Comune) che si occupa di lavori pubblici e manutenzioni. Rechichi, scrivono di lui i magistrati, ''ha svolto e svolge attivita' di supporto alle azioni criminali della cosca forte del ruolo acquisito durante la guerra di mafia per aver fornito supporto logistico ai gruppi di fuoco, impiegati anche nell'agguato a Nino Imerti''. Un fermo, quello di Rechichi che ''inquieta'' il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe raffa, che ha gia' annunciato ''l'assunzione di forti e radicali iniziative volte a sgombrare qualsiasi dubbio su presunti intrecci tra il Comune e l'economia mafiosa''.
REGIONE: 900 MILA EURO PER CASSINTEGRATI PROVINCIA VIBO (ASCA) - Catanzaro, 5 apr - ''E' stato sottoscritto un Protocollo d'intesa tra Regione Calabria e la Provincia di Vibo Valentia per lavoratori in cassa integrazione, alla presenza dell'assessore regionale al Lavoro, Francescantonio Stillitani''. Lo annuncia una nota regionale spiegando che il Protocollo e' stato firmato dal Dirigente generale del Dipartimento, Bruno Calvetta, e dal Direttore generale della Provincia di Vibo Valentia, Ulderico Petrolo. Il protocollo e' finalizzato all'impiego in attivita' integrative di lavoratori in cassa integrazione o mobilita' in deroga, percettori di indennita'. Gli obiettivi del Protocollo, prosegue la nota, sono quelli di avviare un sistema di azioni che contribuiscono fattivamente all'integrazione socio-lavorativa delle categorie di utenza dei lavoratori in cassa integrazione o in mobilita', che si trovano in una condizione di temporanea o prossima esclusione dal mondo del lavoro. Le risorse finanziare messe a disposizione dalla Regione a favore della Provincia di Vibo ammontano a piu' di novecentomila euro, una parte dei quali rientrano nel Por Calabria Fse 2007-2013 e un'altra parte nei fondi stanziati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali previste dalla legge 236/93. I soggetti percettori di mobilita' che potranno usufruire delle agevolazioni sono 482, di cui ottanta attualmente in mobilita'.
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