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martedì 15 gennaio 2013

Regione: Appello di Magarò per la piccola imprenditoria


“Centinaia di piccole aziende calabresi hanno avviato le procedure di fallimento o sono in procinto di farlo perché nell’impossibilità di riscuotere crediti dalle pubbliche amministrazioni. E’ un fenomeno preoccupante e in costante escalation, come confermano le telefonate e gli sfoghi personali che in questo periodo sto ricevendo purtroppo quotidianamente”.
Da’ voce a un disagio che definisce “silenzioso quanto drammatico” il consigliere regionale Salvatore Magarò e lancia un vigoroso appello: “E’ inaccettabile, sul piano razionale ed anche morale – afferma – , che imprenditori perbene debbano fallire non per errori o investimenti sbagliati ma soltanto perché non riescono a riscuotere somme, in alcuni casi anche ingenti, che le pubbliche amministrazioni non erogano con ritardi anche di diversi anni. Ecco perché faccio appello all’intera pubblica amministrazione della Calabria, a cominciare dalla Regione, e alle Province e ai Comuni, affinché si compia ogni sforzo possibile e con un impegno straordinario si venga incontro al grido di dolore delle aziende onorando, anche parzialmente se è il caso, i debiti accumulati”.
“Dobbiamo trovare il modo di salvare un’imprenditorialità che, senza colpe soggettive rischia concretamente di finire sul lastrico e di scomparire – aggiunge l’esponente politico -.  Le imprese e soprattutto le piccole aziende costituiscono la risorsa più preziosa dell’economia calabrese. Sono il tessuto connettivo ‘sano’ nel quale i calabresi onesti ripongono le speranze di una ripresa dello sviluppo e dell’occupazione, a fronte di un’imprenditoria inquinata dalla ‘ndrangheta che certo non soffre di problemi di liquidità”.
“So bene, per conoscenza diretta e in base alla mia esperienza di amministratore – conclude Magarò –, quanto gli enti locali siano sottoposti in questa fase a ristrettezze senza precedenti, a causa della congiuntura economica. Ma spero che comunque si possa fare ogni sforzo possibile per venire incontro eccezionalmente alle esigenze di operatori economici costretti a gettare la spugna non per colpa di debiti ma, paradossalmente, di crediti”. 

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