Il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha incontrato a Roma il
ministro dell’Ambiente Clini per discutere dell’emergenza rifiuti che sta
vivendo la Calabria, rispetto alla quale, proprio in questi giorni è anche
terminata la quindicennale esperienza commissariale del settore. L’obiettivo
dichiarato è quello di individuare un percorso che porti entro pochi mesi alla
definitiva risoluzione della problematica. Legambiente Calabria coglie l’occasione
di questo incontro per rinnovare quanto già proposto nei mesi scorsi affinché
venga istituito, fin da subito, un tavolo di confronto formato dagli enti
coinvolti, che si avvalga dell’esperienza e delle competenze delle associazioni
e dei massimi professionisti nel settore presenti in Calabria. Un luogo dove le
eccellenze possano essere messe in rete, a confronto con le migliori esperienze
nazionali e internazionali, in un dialogo volto ad individuare le soluzioni
migliori nell’interesse dei cittadini e dell’ambiente. «Un tema che va
affrontato “di petto” – dichiara Francesco
Falcone, presidente di Legambiente Calabria – ma fuori dalla logica nefasta
dell’emergenza che ha condotto la regione sulla soglia del disastro ambientale.
Come dimostrano i “comuni Ricicloni” d’Italia, la via della differenziata non è
utopia, ma l’unica vera strategia vincente in grado di risolvere e anzi
trasformare in opportunità la questione dei rifiuti».
Riteniamo inoltre doveroso un pieno ed effettivo coinvolgimento da parte
della cittadinanza che svolge un ruolo cardine nella gestione dei rifiuti,
anche alla luce della recente ed importante sentenza della Corte di Corte di
giustizia Ue, pubblicata in data 15 gennaio, in materia di diritti di
cittadinanza e apertura di impianti a forte impatto ambientale. «Infatti –
dichiara Andrea Dominijanni,
vicepresidente di Legambiente Calabria – la Convenzione di Aarhus, stabilisce
che quando le istituzioni nazionali e locali avviano un procedimento in materia
ambientale, ai soggetti interessati e quindi ai cittadini deve essere garantita
la partecipazione sin dall’inizio e quindi quando tutte le alternative sono
ancora praticabili e la loro presenza può avere un’influenza effettiva».
È dal 1997 che si continua a discutere dell'uscita dall'emergenza
rifiuti in Calabria ma non abbiamo visto alcun reale contributo da parte dei
commissari e degli enti locali nel praticare questa soluzione. Per uscire dalla
logica delle discariche, che continuano a farla da padrone in Calabria, anche
nel dibattito delle ultime settimane, serve utilizzare ogni strumento a partire
dalla leva economica per penalizzare questa opzione di smaltimento, utilizzando
ad esempio lo strumento dell’ecotassa regionale con sconti per i comuni che
hanno rispettato nel 2011 l’obiettivo del 60% di raccolta differenziata
finalizzata al riciclaggio e forti penalizzazioni per chi non lo ha raggiunto.
La regione usi i proventi dell’ecotassa regionale per sostenere la diffusione
della raccolta differenziata domiciliare anche della frazione organica
domestica, ma finanziando solo progetti veri evitando ulteriore sperpero di
denaro pubblico per iniziative che non
sono utili a ridurre in tempi brevi e in modo duraturo i quantitativi di
rifiuti indifferenziati.
«Sull’impiantistica si deve dire basta al monopolio dello smaltimento
in discarica e del recupero energetico incentrato a Gioia Tauro – dichiara Stefano Ciafani, vicepresidente
nazionale di Legambiente – ma si deve costruire una rete di impianti, a partire
da quelli di digestione anaerobica e compostaggio e dai centri di raccolta, per
finalizzare al meglio l'avvio a riciclo dei rifiuti raccolti in modo separato.
Senza dimenticare le politiche di prevenzione che la Regione dovrebbe adottare
con un programma di riduzione rifiuti come fatto in altre parti d’Italia. In
poche parole anche in Calabria si potrebbe rivoluzionare in pochi anni il ciclo
dei rifiuti, replicando quanto è riuscita a fare ad esempio la regione Sardegna
che in 6 anni è passato dal 5% di raccolta differenziata a oltre il 50%,
arrivando a eguagliare le migliori esperienze regionali del nord del Paese. Per
fare questo serve la volontà politica. La Regione la dimostri con i fatti, non
solo a parole, che vuole davvero perseguire questo obiettivo».
Auspichiamo pertanto che la Regione Calabria accolga l’invito di
Legambiente, anche nella definizione della nuova legge regionale in materia di
rifiuti, ed offre la propria piena e totale collaborazione fornendo il bagaglio
di competenze in materia e la propria partecipazione nell’interesse della
tutela ambientale, della salvaguardia del territorio e della salute dei
cittadini.
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi commentare questa notizia.