(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 18 GEN - E' stato adottato dalla Corte d'appello di Reggio Calabria il provvedimento eseguito dall'Ufficio minori della Questura reggina in base al quale un ragazzo di 16 anni e' stata tolto dalla famiglia di provenienza, appartenente alla 'ndrangheta, ed affidato ad una comunità di recupero fuori dalla Calabria. La famiglia dalla quale e' stato tolto il minore e' di Locri ed e' legata, secondo quanto si e' appreso, ad un ambiente di 'ndrangheta di elevato livello criminale. Il padre del minore e' stato ucciso in un agguato e lo stesso minore aveva iniziato a delinquere, con la frequentazione anche di pregiudicati. Il provvedimento di allontanamento dalla famiglia d'origine, dunque, hanno riferito ambienti giudiziari, ha soprattutto lo scopo di tutelare il minore per impedirgli di subire, sin dall'eta' adolescenziale, la cultura mafiosa dell'ambiente di appartenenza. La vicenda del minore sottratto alla famiglia mafiosa era gia' emersa nel settembre scorso, quando il Tribunale aveva disposto il provvedimento di allontanamento confermato adesso dalla Corte d'appello. Sul caso era anche intervenuto il Procuratore della Repubblica dei minorenni di Reggio Calabria, Carlo Macri', che, in una nota, aveva sostenuto che ''la Procura non ha chiesto al Tribunale di emettere, nel caso specifico, provvedimenti limitativi della potesta' genitoriale, bensi' solo provvedimenti amministrativi idonei a contenere la condotta irregolare del minore. La rieducazione alla legalita' - aveva sostenuto ancora Macri' - non puo' avvenire attraverso modalita' coercitive ma deve essere frutto di una libera e consapevole scelta del soggetto attraverso un faticoso percorso personale di tipo culturale e morale. Tale conversione puo' e deve essere si' sostenuta ma non imposta attraverso la deprivazione degli affetti familiari e la deportazione in luoghi lontani da quelli di origine''.
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