ANIMALI INVESTITI, ORA È OBBLIGATORIO IL SOCCORSO. ENTRA
IN VIGORE LA RIFORMA DEL CODICE DELLA STRADA
15 dicembre 2012
Prima era solo una questione di coscienza, ora è anche di
legge. Chi investe un cane o un gatto in strada non può più fare finta di
niente e tirare diritto, ma è obbligato a fermarsi per prestargli soccorso. Con
la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale di ieri del decreto attuativo del
ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, entra in vigore a partire dal 27
dicembre la modifica del Codice della Strada che equipara lo stato di necessità
di trasporto di un animale ferito a quello delle persona, prevedendo tra
l’altro l’utilizzo di sirena e lampeggiante per ambulanze veterinarie e mezzi
di vigilanza zoofila.
“La norma ha preso atto del cambiamento del sentire comune
sul dovere di prestare soccorso anche agli animali – commentano Gianluca
Felicetti, presidente Lav, e Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa – Nel
decreto siamo riusciti a far inserire il pieno riconoscimento del privato
cittadino che porta per dovere civico un animale incidentato in un ambulatorio
veterinario, la necessità di intervento anche ai fini della tutela
dell’incolumità pubblica e il pieno riconoscimento dell’attività delle Guardie
zoofile. Ora le Regioni e i Comuni devono rafforzare i propri compiti di
intervento già previsti da altre normative”.
Il decreto ministeriale fissa, fra l’altro, le
caratteristiche delle autoambulanze veterinarie, le cui attrezzature specifiche
saranno individuate dal ministero della Salute, la certificazione anche
successiva dello stato di necessità di intervento sull’animale da parte di un
veterinario e gli stati patologici che fanno scattare questo riconoscimento,
ossia trauma grave, ferite aperte, emorragie, alterazioni e convulsioni.
Felicetti sottolinea che “fino al 12 agosto 2010 in caso di
incidente stradale ci si doveva fermare in caso di danno a persone o anche a un
lampione. Non agli animali. Ora, invece, è diventato un obbligo anche se si è
investito un cane o un capriolo, un cavallo o un gabbiano. Fino al 12 agosto
2010 si poteva essere sanzionati se per portare con documentata urgenza un
animale qualsiasi ferito da un veterinario si passava un incrocio con il
semaforo rosso. Ora si può, come per salvare una vita umana. Fino al 12 agosto
2010 l’ambulanza veterinaria che utilizzava la sirena lo faceva contravvenendo
alla normativa. Non ne aveva diritto. Ora è stata equiparata, nella necessità
di avere la strada libera da parte di auto e vigili urbani, alle ambulanze
umane. Così come all’intervento delle Guardie zoofile è stato riconosciuto lo
stesso carattere d’urgenza di quello di carabinieri e polizie”.
Fonte: repubblica.it
BOOM DI REGALI VIA WEB, +57% DI ACQUISTI MA RESTA
L’INCOGNITA SPEDIZIONI: «FARE L’ASSICURAZIONE»
14 dicembre 2012
(14 dicembre 2012) La crisi aguzza l’ingegno, soprattutto
quando si tratta di dover affrontare spese non evitabili come quelle dei regali
per amici e parenti. E infatti per il Natale 2012, secondo Adico Associazione
Difesa Consumatori, è aumentato del 57% il numero di chi ha utilizzato Internet
per acquistare un oggetto da donare al propri cari. Ma il risparmio offerto dai
siti di outlet e coupon online può essere vanificato dai problemi di spedizione
con i corrieri a cui i portali si appoggiano: anche quest’anno dico stra
ricevendo segnalazioni di pacchi smarriti e di scadenze di consegna non
rispettate.
Ma cosa si può fare per evitare che si perda apparentemente
nel nulla il regalo inviato a un parente dall’altro capo d’Italia, o
quell’oggetto tanto desiderato e acquistato su un sito di e-commerce a prezzo
stracciato? E chi invece il disservizio l’ha già subito, ha diritto a un
rimborso e in alcuni casi anche a un risarcimento? L’ufficio legale di Adico si
è messo al lavoro sul tema e ha alcuni suggerimenti da dare ai consumatori
vittime di questi “pacchi fantasma”: scatole manomesse il cui contenuto è
sparito, problemi con l’assicurazione che non rimborsa, o spedizioni di cui si
perde ogni traccia.
I suggerimenti dell’ufficio legale di Adico sono diversi.
Innanzitutto, procurarsi copia del contratto commerciale e leggerlo con attenzione,
per verificare quali sono le condizioni in caso di danneggiamento o smarrimento
e se l’assicurazione è inclusa nella tariffa di spedizione o è facoltativa, e
quindi richiede un ulteriore esborso di denaro (spesso infatti l’assicurazione
va pagata a parte e chiesta esplicitamente). «E non si dimentichi che c’è
libertà nella contrattazione, e quindi soprattutto se il valore della merce
spedita è elevato si possono pattuire condizioni assicurative diverse, mettendo
nero su bianco il valore di ciò che viene spedito – spiega il presidente di
Adico, Carlo Garofolini – in questo modo si facilita la prova nel caso in cui
il contenuto andasse smarrito e si volesse chiedere il rimborso della cifra
pagata». Più precisamente, la legge prevede che quando si stipula un contratto
di trasporto, il vettore risponde di eventuali danni e il danno in caso di
perdita si valuti in base al prezzo corrente delle cose trasportate: se,
quindi, il corriere vuole rimborsarvi con poche decine di euro a fronte di un
oggetto smarrito dal valore molto più elevato, e tale condizione contrattuale
non era esplicita e c’è stata carenza di informazioni, si prefigura una
condizione vessatoria e quindi la possibilità di procedere con una diffida.
Un po’ più facile è ottenere almeno il rimborso nel caso in
cui la compravendita non sia tra due privati ma attraverso un negozio online o
un sito di e-commerce, che si appoggia per tutte le spedizioni a un unico
corriere espresso: «In questo caso se il pacco viene perso il venditore è
assicurato e di solito rimborsa senza troppa fatica il cliente» spiegano ancora
dall’ufficio legale dell’Associazione. Ma il semplice rimborso potrebbe non
bastare a chi, con quell’acquisto, aveva fatto un vero e proprio affare. Basti
pensare a un oggetto costoso che si trova in vendita online con un grosso
sconto perché ultimo pezzo della serie: «In questi casi c’è il margine anche
per chiedere un risarcimento diffidando il corriere – concludono gli avvocati
di Adico – perché perdendo il pacco si è persa la chance di un acquisto
vantaggioso che difficilmente si potrà riproporre altrove alle stesse
condizioni. Questo però va dimostrato».
«Spesso si crede, sbagliando, che affidare il proprio pacco
a un corriere espresso sia di per sé una garanzia di consegna sicura e puntuale,
invece non è così – commenta il presidente di Adico Carlo Garofolini – e di
fronte a un numero davvero alto di disservizi e alla loro gravità, soprattutto
in questo periodo dell’anno, anche il suggerimento di assicurare le proprie
spedizioni ci risulta un ulteriore regalo a chi non controlla i propri
dipendenti e non tutela il diritto base del consumatore, che è quello di poter
godere di ciò che ha acquistato. E oltre al danno c’è la beffa di non avere mai
una risposta plausibile quando si chiede che fine abbiano fatto i pacchi, che
di certo non si “perdono” come fossero le chiavi di casa».
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