Un film che ha fatto e farà discutere: Faith del regista
austriaco Ulrich Seidl, in concorso per la 69.a mostra del cinema di Venezia.
Una donna, Anna Maria, interpretata dall'attrice Maria
Hofstatter, fa della religione e dell'amore per Gesù Cristo la sua sola ragione
di vita. Un amore quasi esagerato che finisce per travalicare i confini
canonici dell'essere cristiano arrivando a essere blasfemo. A scandalizzare è
infatti l'uso che Anna Maria fa di un crocifisso appeso ad una parete,
trasformato in strumento sessuale.
"É un film senza sceneggiatura - ha affermato il regista
nel corso della conferenza stampa - con la partecipazione di attori
professionisti e non professionisti. Perché questa scelta? É affascinante e
porta a risultati inattesi, come l'autenticità della recitazione. Ho voluto
lasciare spazio all'improvvisazione, gli attori non concordavano le scene.
Solitamente i professionisti non amano lavorare con i non professionisti ma per
Maria è esattamente l'opposto". Frase che ha trovato l'avallo della stessa
Hofstatter "Siamo tutti protagonisti, è secondario sapere chi ha studiato
recitazione e chi no".
In conclusione, alla domanda se "La storia rappresentata
rispecchia la fede cristiana oggi" tagliando corto ha spiegato che
"questa è solo una storia, certamente non la regola".
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