Nei mesi scorsi abbiamo segnalato tante ragioni
perché i cittadini reggini si debbano sentire indignati. E pur tuttavia oggi la
parola “indignazione” non è più sufficiente a descrivere la rabbia che si porta
dietro chi “tiene” a questa terra. Da pochi minuti ho finito di leggere la
stampa quotidiana che riporta la difesa d’ufficio del Primo cittadino del Modello
Reggio, Giuseppe Scopelliti, in occasione di un incontro svoltosi a Salice.
Opinioni senza dubbio sconvolgenti.
La prima: il buco riscontrato – e certificato –
nel bilancio comunale non è stato determinato da soldi intascati da lui e dalla
sua maggioranza “ma sono stati degli
investimenti su cui ci siamo resi conto di aver speso più di quanto si poteva.
E’ stato commesso un errore”.
Errore? Investimenti? L’”errore” ha determinato
un buco di circa 200 milioni di euro come ormai certificato. E, purtroppo,
l’ammanco non certo si può collegare ad “investimenti”
se è vero come è vero che molti cantieri non sono mai stati aperti; molti altri
sono rimasti sospesi, proprio perché l’Amministrazione non ha pagato le ditte
(vedi Calamizzi etc); che il Comune non paga da anni Telecom, Enel, contributi
previdenziali e crediti vari; che non versa le somme previste alle cooperative
che prestano servizi sociali ed addirittura non riesce più nemmeno a garantire
il contributo per l’acquisto dei libri scolastici alle famiglie indigenti!
Pertanto chiediamo a Scopelliti di dire su
quali “investimenti si sono resi conto di aver speso più di quanto si
poteva”; di specificare analiticamente gli investimenti che hanno provocato
il dissesto delle Casse Comunali. Ed ha il dovere di farlo perché i cittadini
si dovranno gravare per anni per pagare il debito provocato dalla sua
dissennata amministrazione.
In ogni caso, comunque, per Scopelliti è colpa
dei Dirigenti; già perché – come riferisce testualmente – “un Sindaco può mai sapere cosa scrivono i dirigenti sul bilancio?” Infatti,
come lo stesso ci spiega: “la legge dice
che la competenza gestionale spetta ai dirigenti mentre la politica ha un ruolo
di indirizzo”.
Incredibile. All’epoca della sua Sindacatura quasi
tutti i Dirigenti erano di nomina fiduciale; cioè li ha scelti proprio
Scopelliti; per cui se i dirigenti non fanno il loro dovere risponde chi li ha
nominati. Inoltre i bilanci vengono esaminati dalla Commissione Bilancio e
portati all’esame della Giunta e del Consiglio. Erano tutti distratti?
La verità è che i dirigenti si muovono sulla
base dell’indirizzo dato dalla Giunta e non dalla politica che è una cosa
astratta e non certo un organo istituzionale. Quindi, nel caso specifico il
dirigente alle finanze ed al bilancio assumeva decisioni proprio in funzione
dell’indirizzo dato dal Sindaco e dalla Giunta.
E qui non possiamo non dire – e mai siamo
intervenuti sull’argomento proprio per rispetto per chi non c’è più – che sulla
vicenda pesa come un macigno la morte, le cui motivazioni ancora non sono state
chiarite, della Dirigente al bilancio. Ma questa difesa d’ufficio provoca anche
un senso di disgusto ed appare una difesa ipocrita e bigotta, come di chi per
salvar se stesso scarica la colpa su altri.
Per questo Scopelliti non merita di essere il
Governatore della Calabria e viceversa la Calabria non merita dirigenti di II^ livello come
Scopelliti che abiura i suoi dirigenti pur di salvarsi. Davvero riprovevole.
Ed ancora Scopelliti si avventura in un altro
passaggio ancora da chiarire: quello dei suoi rapporti con la Ndrangheta o come da
lui definita la “borghesia mafiosa”.
Se non è stato aiutato dalla mafia come dice lui ci può spiegare Scopelliti
come ha potuto consentire alla “borghesia
mafiosa” di entrare in compartecipazione con il Comune nella gestione delle
Società Partecipate? Purtroppo, la verità è che il decennio della sua
Amministrazione lascia una città in cui è diventato sempre più evanescente il
confine tra “Cosa Pubblica” e
interessi mafiosi e questa purtroppo non è un’opinione ma storia giudiziaria.
Infine si vanta Scopelliti di aver realizzato
la “Città Metropolitana”! Bravo! La
costituzione della Città Metropolitana determinerà ipso jure l’abolizione dell’Ente provinciale. Oggi la Provincia reggina ha un
perimetro che si estende fino a comprendere anche l’area del Porto di Gioia
Tauro e la Locride ;
quali saranno i confini ed i contenuti della Città Metropolitana? Non vogliamo
qui esprimere una censura aprioristica sull’Istituto della Città Metropolitana;
pur tuttavia nel caso che riguarda Reggio si tratta di un’enunciazione vuota;
non c’è traccia né dei confini né della prospettiva; per cui non c’è margine
per avviare una discussione propositiva.
Un’altra faccia del disastro
politico-economico-sociale dell’era Scodellini il quale ci lascia una città
sporca, con gravi problemi igienici, piena di buche, con servizi assolutamente
inidonei, del tutto scollegata tra centro e periferia; senza Piano Regolatore,
senza autostrada (visto che Scopelliti ha rifiutato la prosecuzione dei lavori
fino alla città); senza treni di collegamento con il resto del continente, con un
Aereoporto declassato; una città che non dà ai giovani alcun segnale di
speranza.
Insomma altro che Reggio caput mundi, oggi Reggio
può considerarsi caput fundi!
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