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lunedì 27 agosto 2012

Fascì (PdCI) replica a Scopelliti, altro che Reggio caput mundi, oggi Reggio può considerarsi caput fundi!


Nei mesi scorsi abbiamo segnalato tante ragioni perché i cittadini reggini si debbano sentire indignati. E pur tuttavia oggi la parola “indignazione” non è più sufficiente a descrivere la rabbia che si porta dietro chi “tiene” a questa terra. Da pochi minuti ho finito di leggere la stampa quotidiana che riporta la difesa d’ufficio del Primo cittadino del Modello Reggio, Giuseppe Scopelliti, in occasione di un incontro svoltosi a Salice. Opinioni senza dubbio sconvolgenti.
La prima: il buco riscontrato – e certificato – nel bilancio comunale non è stato determinato da soldi intascati da lui e dalla sua maggioranza “ma sono stati degli investimenti su cui ci siamo resi conto di aver speso più di quanto si poteva. E’ stato commesso un errore”.
Errore? Investimenti? L’”errore” ha determinato un buco di circa 200 milioni di euro come ormai certificato. E, purtroppo, l’ammanco non certo si può collegare ad “investimenti” se è vero come è vero che molti cantieri non sono mai stati aperti; molti altri sono rimasti sospesi, proprio perché l’Amministrazione non ha pagato le ditte (vedi Calamizzi etc); che il Comune non paga da anni Telecom, Enel, contributi previdenziali e crediti vari; che non versa le somme previste alle cooperative che prestano servizi sociali ed addirittura non riesce più nemmeno a garantire il contributo per l’acquisto dei libri scolastici alle famiglie indigenti!
Pertanto chiediamo a Scopelliti di dire su quali “investimenti si sono  resi conto di aver speso più di quanto si poteva”; di specificare analiticamente gli investimenti che hanno provocato il dissesto delle Casse Comunali. Ed ha il dovere di farlo perché i cittadini si dovranno gravare per anni per pagare il debito provocato dalla sua dissennata amministrazione.
In ogni caso, comunque, per Scopelliti è colpa dei Dirigenti; già perché – come riferisce testualmente – “un Sindaco può mai sapere cosa scrivono i dirigenti sul bilancio?” Infatti, come lo stesso ci spiega: “la legge dice che la competenza gestionale spetta ai dirigenti mentre la politica ha un ruolo di indirizzo”.
Incredibile. All’epoca della sua Sindacatura quasi tutti i Dirigenti erano di nomina fiduciale; cioè li ha scelti proprio Scopelliti; per cui se i dirigenti non fanno il loro dovere risponde chi li ha nominati. Inoltre i bilanci vengono esaminati dalla Commissione Bilancio e portati all’esame della Giunta e del Consiglio. Erano tutti distratti?
La verità è che i dirigenti si muovono sulla base dell’indirizzo dato dalla Giunta e non dalla politica che è una cosa astratta e non certo un organo istituzionale. Quindi, nel caso specifico il dirigente alle finanze ed al bilancio assumeva decisioni proprio in funzione dell’indirizzo dato dal Sindaco e dalla Giunta.
E qui non possiamo non dire – e mai siamo intervenuti sull’argomento proprio per rispetto per chi non c’è più – che sulla vicenda pesa come un macigno la morte, le cui motivazioni ancora non sono state chiarite, della Dirigente al bilancio. Ma questa difesa d’ufficio provoca anche un senso di disgusto ed appare una difesa ipocrita e bigotta, come di chi per salvar se stesso scarica la colpa su altri.
Per questo Scopelliti non merita di essere il Governatore della Calabria e viceversa la Calabria non merita dirigenti di II^ livello come Scopelliti che abiura i suoi dirigenti pur di salvarsi. Davvero riprovevole.
Ed ancora Scopelliti si avventura in un altro passaggio ancora da chiarire: quello dei suoi rapporti con la Ndrangheta o come da lui definita la “borghesia mafiosa”. Se non è stato aiutato dalla mafia come dice lui ci può spiegare Scopelliti come ha potuto consentire alla “borghesia mafiosa” di entrare in compartecipazione con il Comune nella gestione delle Società Partecipate? Purtroppo, la verità è che il decennio della sua Amministrazione lascia una città in cui è diventato sempre più evanescente il confine tra “Cosa Pubblica” e interessi mafiosi e questa purtroppo non è un’opinione ma storia giudiziaria.
Infine si vanta Scopelliti di aver realizzato la “Città Metropolitana”! Bravo! La costituzione della Città Metropolitana determinerà ipso jure l’abolizione dell’Ente provinciale. Oggi la Provincia reggina ha un perimetro che si estende fino a comprendere anche l’area del Porto di Gioia Tauro e la Locride; quali saranno i confini ed i contenuti della Città Metropolitana? Non vogliamo qui esprimere una censura aprioristica sull’Istituto della Città Metropolitana; pur tuttavia nel caso che riguarda Reggio si tratta di un’enunciazione vuota; non c’è traccia né dei confini né della prospettiva; per cui non c’è margine per avviare una discussione propositiva.
Un’altra faccia del disastro politico-economico-sociale dell’era Scodellini il quale ci lascia una città sporca, con gravi problemi igienici, piena di buche, con servizi assolutamente inidonei, del tutto scollegata tra centro e periferia; senza Piano Regolatore, senza autostrada (visto che Scopelliti ha rifiutato la prosecuzione dei lavori fino alla città); senza treni di collegamento con il resto del continente, con un Aereoporto declassato; una città che non dà ai giovani alcun segnale di speranza.
Insomma altro che Reggio caput mundi, oggi Reggio può considerarsi caput fundi!

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