ANIA: NEI PRIMI 3 MESI DEL 2012 PREMI CRESCIUTI SOLO DEL 2,1%. MA PER I CONSUMATORI SONO DATI «FUORI DA OGNI REALTÀ»
27 agosto 2012
Botta e risposta tra Ania e associazione dei consumatori sugli aumenti di prezzo per l’Rc auto. Secondo i dati Ania, diffuso poco fa, nei primi tre mesi 2012 il premio medio effettivamente pagato dagli automobilisti italiani ha registrato un rialzo del 2,1%, dopo il +5,8% del 2011 e il +4,7% del 2010 (ma nel lungo periodo tra il 2005 e il 2011 il premio medio della copertura è risultato addirittura in calo del 2,4%, «il che equivale a dire – ha sottolineato l’associazione delle compagnie – che in media lo scorso anno si è pagato lo stesso premio del 2005».
La replica dei consumatori
Le polizze Rc auto hanno subito un «continuo e incontrollato»: Dal 2001 a oggi sono cresciute mediamente del 109%; nel solo 2012 in media del 6%, con un impatto maggiore sui neopatentati, per i quali si registrano punte del +19%. Le due associazioni chiedono, quindi, un intervento immediato del Governo «per raffreddare i prezzi con una riforma complessiva del sistema e una maggiore vigilanza».
Resta il fatto che i dati diffusi dall’Ania dimostrano comunque «come l’Italia resti saldamente in testa alla classifica dei Paesi europei dove assicurare una automobile costa di più. Nel nostro Paese una polizza Rc auto costa 5 volte di più rispetto alla media europea». In Germania per assicurare una autovettura si spendono mediamente 222 euro, in Francia 172 euro, e in Spagna 229. In Italia, invece, il costo medio di una polizza Rc auto è compreso tra 900 e mille euro, con un incremento delle tariffe del 195% dal 1994 al 2011».
Resta il fatto che i dati diffusi dall’Ania dimostrano comunque «come l’Italia resti saldamente in testa alla classifica dei Paesi europei dove assicurare una automobile costa di più. Nel nostro Paese una polizza Rc auto costa 5 volte di più rispetto alla media europea». In Germania per assicurare una autovettura si spendono mediamente 222 euro, in Francia 172 euro, e in Spagna 229. In Italia, invece, il costo medio di una polizza Rc auto è compreso tra 900 e mille euro, con un incremento delle tariffe del 195% dal 1994 al 2011».
La fotografia dell’Ania
Per l’Ania invece dopo cinque anni (2005-2009) in cui il premio medio della copertura Rc auto è risultato in costante diminuzione per un valore complessivo nel quinquennio di -11,8%, dal 2010 si è registrata un’inversione di tendenza (+4,7%) poi proseguita anche nel 2011 (+5,8%). Complessivamente, comunque, nel periodo 2005-2011 il premio medio della copertura assicurativa risulta lievemente in diminuzione (-2,4%), tanto che nel 2011 si è pagato in media lo stesso premio di sei anni prima.
Replica alle associazioni dei consumatori
L’associazione delle compagnie ha precisato quindi che per calcolare il prezzo medio pagato per la singola copertura occorre tener conto del fatto che il numero di veicoli assicurati varia nel tempo. Dividendo il volume dei premi per il numero dei veicoli si ha il prezzo medio della copertura per veicolo. A livello di mercato, le “tariffe”, vale a dire i prezzi di listino che non corrispondono ai prezzi effettivi pagati per l’acquisto o il rinnovo della polizza, ad aprile 2012 mostravano, secondo le rilevazioni Istat, un aumento tendenziale del 4,3% rispetto allo stesso mese del 2011. L’andamento tariffario rilevato dall’Istituto di statistica, ha precisato ancora
l’Ania, prende però in considerazione solo alcuni profili di rischio, considerati più rappresentativi dell’intero territorio nazionale e valorizza anche l’applicazione delle disposizioni di legge sul cosiddetto “bonus malus familiare”. Le misurazioni basate sui prezzi di listino quindi «non rispecchiano i prezzi effettivamente pagati dagli assicurati e rappresentano i prezzi massimi di riferimento per tipologia di rischio. La loro variazione non fornisce pertanto – ha concluso l’Ania – un’indicazione attendibile sulla variazione della spesa reale dei consumatori».
l’Ania, prende però in considerazione solo alcuni profili di rischio, considerati più rappresentativi dell’intero territorio nazionale e valorizza anche l’applicazione delle disposizioni di legge sul cosiddetto “bonus malus familiare”. Le misurazioni basate sui prezzi di listino quindi «non rispecchiano i prezzi effettivamente pagati dagli assicurati e rappresentano i prezzi massimi di riferimento per tipologia di rischio. La loro variazione non fornisce pertanto – ha concluso l’Ania – un’indicazione attendibile sulla variazione della spesa reale dei consumatori».
Spunti tratti da: ilsole24ore.it
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