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martedì 17 gennaio 2012

Naufragio Costa: telefonata choc con la Capitaneria



Il racconto delle telefonate con il comandante Schettino

Grosseto - E' da pelle d'oca l'audio della telefonata tra la Capitaneria e il comandante della Concordia Francesco Schettino. L'audio della telefonata, pubblicato sul sito del Corriere Fiorentino, mette in luce nuovi retroscena sulla tragedia, costata la vita a sei persone. Risulta chiaro infatti che Schettino fosse già sulla terraferma quando sulla nave erano ancora in pieno svolgimento le operazioni di evacuazione dei passeggeri e dell'equipaggio. La prima telefonata della Capitaneria al cellulare del comandante arriva alle 0.32 e secondo alcuni testimoni Schettino era già in salvo sulla scogliera. La Capitaneria gli domanda quante persone sono ancora a bordo, al chè Schettino risponde che sono 2-300, dato che risulta errato in quanto erano passati solo 40 minuti dall'abbandono nave ed erano molte di più le persone ancora a bordo. Schettino ripeterà però più volte la cifra nel corso della telefonata. "Ora torno sul ponte - assicura alla Capitaneria - Ero andato a poppa per capire cosa stava succedendo". "Rimarrà solo lei?", chiede la sala operativa. "Credo di rimanere solo io" replica.

Una nuova telefonata arriva poco dopo, alle 0.42: la sala operativa chiede nuovamente al comandante quante persone devono essere ancora evacuate. "Ho chiamato la società e mi dicono che ci sono un centinaio di persone", risponde Schettino, altra informazione che non corrisponde al vero in quanto l'evacuazione è da poco ininziata. Il comandante dice che sta coordinando le operazioni ma poco dopo si lascia sfuggire una frase che rivela che avrebbe già abbandonato la nave. "Non possiamo salire più a bordo perchè stava appoppando", e poi: "Abbiamo abbandonato la nave". Frasi che sorprendono l'ufficiale della guardia costiera, che replica: "Comandante, ha abbandonato la nave?". Il comandante ritratta: "No, no, macchè abbandonato la nave".

La telefonata seguente arriva all'1.46. L'ufficiale della guardia costiera guida il comandante per ritornare a bordo della nave, risalendo a prua, per accertarsi di quante persone siano ancora a bordo: "Adesso lei va a prua, risale la biscaggina e coordina l'evacuazione. Ci dice quante persone ci sono ancora: se ci sono bambini, donne, passeggeri e il numero esatto di ciascuna di queste categorie. Vada a bordo. Cosa fa, lascia i soccorsi?». Schettino: «No, no, sono qua, sto coordinando i soccorsi. Comandante, è un ordine, ora comando io. Lei ha dichiarato l'abbandono nave, vada a prua, risalga sulla nave e vada a coordinare i soccorsi. Ci sono già dei cadaveri". Schettino chiede quante siano le vittime, al chè l'ufficiale replica, con voce visibilmente alterata: "Deve dirmelo lei, cosa vuole fare, vuole andare a casa? Lei ora torna sopra e ci dice cosa si può fare, quante persone ci sono e di cos'hanno bisogno". La telefonata si chiede con l'assicurazione del comandante di risalire a bordo, cosa che però non accadrà. Le telefonate sono state sequestrate dalla Procura.

L'ufficiale rischia fino a 15 anni di carcere; al momento è accusato di omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono di nave. Oggi, al terzo piano del tribunale di Grosseto, nell'aula dei giudici per le indagini preliminari, è in programma l'udienza di convalida per il fermo in carcere emesso nei confronti del comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino. L'uomo, in cella con altri detenuti, viene controllato spesso dalle guardie del carcere. E' infatti considerato un detenuto a rischio, pur non avendo ancora manifestato intenzioni suicide. L'uomo è stato descritto dal suo avvocato come "affranto, costernato, addolorato e fortemente turbato".

Daniele Orlandi
 
(FONTE: www.voceditalia.it) 

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