Le famiglie italiane sono sempre più povere e, peggio, risparmiano sempre meno. E’ la fotografia scattata dall’Istat nel terzo trimestre dello scorso anno quando il reddito disponibile delle famiglie è aumentato dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti, ma, al netto dell’inflazione, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito dello 0,3% sul trimestre precedente e dello 0,1% sul terzo trimestre 2010.
Va poco meglio per le società non finanziarie che tra luglio e settembre hanno registrato una quota di profitto pari al 41,3%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, ma in diminuzione di 1,2 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2010. Il tasso di investimento è stato pari al 22,8%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e invariato rispetto al terzo trimestre del 2010.
In particolare, spiega l’Istat, il risultato lordo di gestione ha registrato una crescita dello 0,5%, a fronte di una leggera riduzione del valore aggiunto (-0,3%). In termini tendenziali il tasso di profitto si è ridotto di 1,2 punti percentuali, per effetto di una riduzione del risultato lordo di gestione (-1,7%), mentre il valore aggiunto ha registrato un aumento dell’1,3%.
Per quanto riguarda invece il tasso di investimento, si torna al livello registrato nel terzo trimestre del 2010. Gli investimenti fissi lordi delle società non finanziarie in valori correnti hanno segnato, infatti, una riduzione dell’1,1% in termini congiunturali, cui ha corrisposto un aumento dell’1,6% rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente.
Tornando alle famiglie, invece, la propensione al risparmio è calata dello 0,1% sia rispetto al trimestre precedente che su base annua. La spesa per consumi finali in valori correnti è invece cresciuta dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e del 2,8% sul terzo trimestre 2010. Il tasso di investimento delle famiglie (definito dal rapporto tra gli investimenti fissi lordi, che comprendono gli acquisti di abitazioni e gli investimenti strumentali delle piccole imprese classificate nel settore, e il reddito disponibile lordo) nel terzo trimestre 2011 si è invece attestato al 10%, invariato rispetto al trimestre precedente, ma in lieve diminuzione (-0,1 punti percentuali) rispetto al terzo trimestre del 2010. Gli investimenti delle famiglie sono diminuiti rispetto al trimestre precedente (-0,3%), mentre hanno mostrato una crescita dell’1,1% in termini tendenziali.
Va poco meglio per le società non finanziarie che tra luglio e settembre hanno registrato una quota di profitto pari al 41,3%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, ma in diminuzione di 1,2 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2010. Il tasso di investimento è stato pari al 22,8%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e invariato rispetto al terzo trimestre del 2010.
In particolare, spiega l’Istat, il risultato lordo di gestione ha registrato una crescita dello 0,5%, a fronte di una leggera riduzione del valore aggiunto (-0,3%). In termini tendenziali il tasso di profitto si è ridotto di 1,2 punti percentuali, per effetto di una riduzione del risultato lordo di gestione (-1,7%), mentre il valore aggiunto ha registrato un aumento dell’1,3%.
Per quanto riguarda invece il tasso di investimento, si torna al livello registrato nel terzo trimestre del 2010. Gli investimenti fissi lordi delle società non finanziarie in valori correnti hanno segnato, infatti, una riduzione dell’1,1% in termini congiunturali, cui ha corrisposto un aumento dell’1,6% rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente.
Tornando alle famiglie, invece, la propensione al risparmio è calata dello 0,1% sia rispetto al trimestre precedente che su base annua. La spesa per consumi finali in valori correnti è invece cresciuta dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e del 2,8% sul terzo trimestre 2010. Il tasso di investimento delle famiglie (definito dal rapporto tra gli investimenti fissi lordi, che comprendono gli acquisti di abitazioni e gli investimenti strumentali delle piccole imprese classificate nel settore, e il reddito disponibile lordo) nel terzo trimestre 2011 si è invece attestato al 10%, invariato rispetto al trimestre precedente, ma in lieve diminuzione (-0,1 punti percentuali) rispetto al terzo trimestre del 2010. Gli investimenti delle famiglie sono diminuiti rispetto al trimestre precedente (-0,3%), mentre hanno mostrato una crescita dell’1,1% in termini tendenziali.
fonte: larepubblica.it
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